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Appunti per la prossima stagione – La televisione

Creato il 27 maggio 2013 da Posizione1 @ale_arbo

cameraQualche giorno fa su Raisport durante un’intervista in studio a Teresa Frassinetti i conduttori in studio si vantavano di essere “la tv della pallanuoto” e di fare molto per la promozione di questo sport, a differenza di “quelli che la scoprono solo durante le Olimpiadi”. Va bene l’aziendalismo, va bene la frecciata a Sky, va bene tutto. Ma….

Ecco, secondo il mio modesto punto di vista la “tv della pallanuoto” per definirsi tale dovrebbe trovare rimedio ad alcune magagne ricorrenti, sia tecniche che comunicative. La prima in realtà non riguarda solo la pallanuoto, ma è con noi che sortisce i suoi effetti più devastanti. I due canali Raisport sono da anni penalizzati da una qualità dell’immagine semplicemente scandalosa, e senza pari nel panorama delle grandi emittenti pubbliche europee. Non voglio fare raffronti con l’alta definizione, che sarebbero assolutamente impietosi, ma basta confrontare ad esempio la qualità delle gare di sci trasmesse dalla Rai con le stesse gare trasmesse dalla ZDF in definizione standard per capire cosa intendo. O, ancora peggio, le immagini del Giro d’Italia su Raisport 1 e quelle su Rai 3. Un bitrate evidentemente basso è disastroso nelle riprese sportive, dove la camera è spesso in movimento; se poi a muoversi non è solo la camera, ma pure il campo di gara (ovvero l’acqua della piscina), è un attimo ritrovarsi lo schermo completamente squadrettato e illeggibile. E questo ha poco a che fare con l’annosa questione dell’illuminazione e dei riflessi, anche se nella pratica i due problemi si sommano. Credo che in Viale Mazzini si dovrebbe fare una seria riflessione su cosa siano e cosa debbano essere i due canali sportivi, e se li si ritiene una risorsa importante per l’azienda andrebbero conseguentemente messi in condizione di fare il loro lavoro sotto tutti i punti di vista.

I problemi di immagine hanno fra le altre una spiacevole conseguenza: in uno sport dove i giocatori sono riconoscibili solo dalla testa, un’immagine non nitida rende i protagonisti praticamente indistinguibili fra loro. Qui diventa fondamentale la telecronaca, che dovrebbe seguire l’azione nella maniera più dettagliata possibile. E invece spesso ci si perde in mille disquisizioni non sempre del tutto attinenti a quanto sta avvenendo in vasca, finendo talvolta per non enfatizzare minimamente una rete segnata. Trovo poi stucchevole il bignamino delle regole ripetuto ad ogni inizio partita: la pallanuoto è molto meno complicata di quanto ci piace pensare, lo scopo del gioco è chiaro a chiunque veda semplicemente il campo di gara, per le lezioncine ci sono i time out e gli intervalli (magari con appositi replay e tavoletta grafica per spiegare cosa sia successo, come fa da anni con successo Andrea Zorzi nella pallavolo). E le statistiche, di cui avevamo già parlato tempo fa su Spreading Waterpolo: a saperle usare spiegano benissimo una partita, e non ci vuole poi molto a farlo.

Inoltre, una considerazione sulla promozione: questo è il periodo in cui praticamente tutti i principali sport di squadra assegnano i loro scudetti, e tutti o quasi sono stati trasmessi da Raisport. Ho visto più volte spot dedicati ai playoff di basket e pallavolo, non ne ho mai visto alcuno dedicato alla pallanuoto: sfortunato io a non vederlo mai, o semplicemente nessuno ha pensato che valesse la pena di realizzarlo? Io apprezzo alcune innovazioni di quest’anno (il prepartita più lungo, l’individuazione dei due giocatori chiave), ma tutto quanto avviene in maniera così, come dire, clandestina? Una cosa banalissima: la tv digitale porta con sé quel meraviglioso strumento che si chiama EPG, la guida elettronica ai programmi. Ora, perché ogni partita di pallanuoto sui canali Rai appare con l’anonima dicitura “Campionato Italiano”? Uno che col telecomando sfoglia l’EPG difficilmente sarà tentato di premere OK su un canale dall’indicazione così vaga. Non si potrebbe almeno far comparire “Pallanuoto” se lo spazio non consente di specificare le squadre (che poi gli altri ci riescono, chissà come mai). Ecco, l’anno prossimo mi piacerebbe vedere risolte almeno alcune delle cose che ho indicato.

[2 - continua]


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