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Appunti su classi pericolose, futuro e ricchezza nel giorno dello sciopero

Creato il 06 settembre 2011 da Kappazeta

Nella giornata dello sciopero contro la manovra economica del governo, dopo che la protesta è arrivata direttamente a Piazza Affari con un accampamento durato tutta la notte, una domanda diffusa è: ce n’est qu’un debut? La speranza, come scrivevano i Wu Ming su Twitter, è che si creino risonanze tra le diverse lotte in atto nel paese, dalla Val Susa al Valle occupato, passando per Piazza Affari e la difesa dei beni comuni.

Davanti a questo scenario di crisi che ogni giorno diventa più grave, sono molto importanti le analisi, come quella di Girolamo de Michele su Carmilla (NON SI PA’! Appunti di lettura sulla manovra e sul commissariamento dell’italia), ma sono altrettanto importanti le narrazioni, la costruzione di percorsi e terreni comuni, la condivisione di linguaggio.

Guardando all’Europa di oggi da qua, mi sono tornate in mente alcune righe di Jean-Claude Izzo, un dialogo affacciato sul porto di Marsiglia, tratto da Solea.

Il sud, il Mediterraneo… Non abbiamo nessuna possibilità. Apparteniamo a ciò che i tecnocrati chiamano “le classi pericolose” del domani. (…) Con la fine della guerra fredda e la preoccupazione dell’occidente di integrare il blocco dell’est (…) il mito rivisitato delle classi pericolose si sposta verso il sud e su coloro che migrano da sud verso nord. (…) Per l’Europa del nord, il sud è ovviamente caotico, radicalmente diverso. Preoccupante, dunque. Insomma, (…) gli Stati del nord reagiranno costruendo un limes moderno. Come un richiamo alla frontiera tra l’Impero romano e i barbari. (…) Pagheremo cara questa nuova rappresentazione del mondo. Noi, voglio dire, tutti quelli che non hanno più lavoro, quelli che sono vicini alla miseria, e tutti i ragazzini, tutti quelli dei quartieri nord, dei quartieri popolari che vediamo ciondolare in città. (…) Questo nuovo mondo è un mondo chiuso. Finito, ordinato, stabile. E non c’è più posto per noi. Domina un nuovo pensiero. Giudeo-cristiano-elleno-democratico. Con un nuovo mito. I nuovi barbari. Noi. E siamo innumerevoli, indisciplinati, nomadi. E anche inaffidabili, fanatici, violenti. E, ovviamente, miserabili. La ragione e il diritto sono dall’altra parte della frontiera. Anche la ricchezza.

 


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