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Apre finalmente al pubblico la Basilica Sotterranea di Porta Maggiore

Creato il 25 aprile 2015 da Marianocervone @marianocervone
Apre finalmente al pubblico la Basilica Sotterranea di Porta Maggiore Nel cuore del quartiere romano Prenestino-Labicano, nei pressi di Porta Maggiore, si trova la Basilica Sotterranea di Porta Maggiore. L’edificio, appartenente al movimento filosofico-religioso neopitagorico, risale tra il 14 e il 54 d.C. Scoperta nei primi anni ’20 (1917), in seguito al cedimento di una volta della stessa basilica, durante la costruzione del viadotto ferroviario che collega la stazione Termini e la linea tramviaria, la basilica ha una struttura a tre navate con abside centrale. Sulle pareti sono affrescate scene della mitologia il cui tema centrale è quello del destino dell’anima. Costruita forse da una setta mistico-esoterica, sono incerte ancora le sue funzionalità, che vanno da luogo di culto a tempio neopitagorico, passando per basilica funeraria o ninfeo. Chiusa al pubblico praticamente da sempre, la Basilica riapre da domenica 26 Aprile, con una serie di visite guidate dopo una prima fase di restauri che le hanno restituito parte della sua originaria luce. La struttura di questo suggestivo luogo, a metà strada tra religione e puro misticismo, anticipa quella che sarà la conformazione propria delle basiliche cristiane. Sulle sue pareti ritroviamo storie pagane del suicidio di Saffo, ma anche narrazioni Ganimede, Zeus, Medea. Gli ultimi restauri, finanziati con 500 mila euro da Arcus Spa, si sono concentrati soprattutto sulla stabilità dell’edificio, cui già avevano provveduto in parte dei precedenti lavori negli anni ’50, eliminando al contempo infiltrazioni d’acqua e inquinamento biologico del sito. Ma proseguiranno con finanziamenti pubblici, e in particolare quelli ordinati dalla soprintendenza. Le visite, con prenotazione obbligatoria al numero 0639967700, si limitano al momento alla seconda e quarta domenica del mese, per consentire finalmente al pubblico di poterne usufruire, ma, al tempo stesso, preservarne il delicato equilibrio.

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