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ARCI-interessante: GENDER, OMOFOBIA, TRANSFOBIA, una lezione pratica

Creato il 23 settembre 2013 da Laviadellavita

La solita conferenza giuridico-sociale  tenuta da Professori e Avvocati di grido, per tecnici… qualche appunto,  qualcuno sonnecchia e ogni tanto per il peso della testa è costretto a svegliarsi, molti applausi, sorrisi e strette di mano compiaciute e invece….NIENTE DI TUTTO QUESTO!

Casale Monferrato, Domenica 22 Settembre 2013 ore 21:00, una lezione pratica…Foto916

La conferenza comincia con una certa puntualità, spacca il minuto,c già all’ingresso una schiera di attivisti ARCI, ARCI, ARCI…..distribuiscono silenziosamente volantini, esibendo cartelloni con frasi improvvisate e slogan “multinazionalizzati” e una pattuglia della polizia sorveglia la situazione, i più coraggiosi chiedono ai partecipanti: “cosa ci fai qui?”, come se non sapessero che in quell’ Auditorium si terrà una conferenza informativa e formativa su un tema di cui nessuno parla ma a quanto pare, anche conclusa la serata, suscitano l’interesse di molti.

Dopo aver tentato, invano, di dimezzare la partecipazione alla conferenza,  cominciano ad entrare una schiera di persone che più o meno silenziosamente si siede.

L’Avv. Razeto, dopo una breve presentazione di Margherita, presidente del Movimento per la Vita di Casale e organizzatrice, spiega con il supporto di slides molto significative tratta della VELOCITà legiferante in questo caso, cominciata il 9 luglio 2013,  e l’anticostituzionalità in alcune sue parti di questa legge, per questo respinta più volte e che attraverso un artifizio legislativo è stato debitamente mascherato fino ad arrivare all’approvazione, da parte della Camera, il 19 settembre 2013. Tutto questo potrebbe suggerirci come la spinta mediatica, le elezioni, i partiti abbiano capovolto il parere della Camera in poco tempo.

L’Avv. Razeto parla di RIVOLUZIONE ANTROPOLOGICA basata su 3 punti:

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1. NON ESISTE UNA NATURA UMANA: la realtà non è decisiva, tutto è come lo vedo io, lo vivo io. La realtà non è più oggettivabile ma puro SOGGETTIVISMO;

2. NON ESISTONO DIFFERENZE BIOLOGICHE: non esiste un sesso maschile ed uno femminile, contro ogni studio biologico, ma esiste un sentirsi maschio o sentirsi femmina. L’identita non è più biologica ma sensoriale, quindi schiava delle sensazioni, degli eventi e del potere.

3. SI SEPARA L’UOMO DALLA DONNA: si distrugge l’unione tra l’uomo e la donna, creando “nuovi orizzonti di ammmmore”, di soggettivismo, rendendo tutti i legami così frivoli da far sentire chiunque instabile. Nasce una vera lotta tra l’uomo e la donna, un odio tra i sessi.

Ecco i punti per trasformare l’uomo in UOMO LIQUIDO. L’uomo ha perso tutto l’IO, tutto è fluido, tutto momentaneo…

L’antidoto? dice l’Avv. Razeto, è il RITORNO AL REALE, ALLA REALTà. L’uomo, è questa una verità indiscutibile, non si è fatto da sè e, come ci dimostra la scienza, non potrà farsi da sè. L’uomo è stato creato. Occorre TORNARE AI FATTI.

Tutto questo è stato intervallato da qualche “grassa-risata-forzata” da parte di alcuni partecipanti alla serata, a ridicolizzare chi stava parlando e le cose che stava dicendo. L’applauso a conclusione dell’intervento è stato coperto dagli urli di disapprovazione di questa fazione. Il clima cominciava a farsi teso tra i partecipanti, molti dei quali erano lì per capirci qualcosa e venivano accusati, indicati e trattai come “cattolici integralisti “da questo manipolo di persone (per capire meglio la loro posizione, vi invito a leggere questo articolo scritto da un gruppo di loro, dopo la conferenza: http://www.casalenews.it/notizia/attualita/2013/09/23/proteste-per-la-serata-omofoba-al-san-filippo-i-giovani-democratici-scriveremo-a-papa-francesco/papa-francesco-san-filippo-casale-monferrato-omofobia-giovani-democratici/1f80fb41331abd3916614cdd7dffcb87&ok_video=0).

Perchè noi de La via della Vita non abbiamo paura di loro, non siamo certamente OMOFOBI per questo vi suggeriamo di leggere anche il loro articolo sulla serata! Chissà se loro faranno lo stesso con noi….

Successivo all’intervento dell’Avv. Razeto, è stato l’intervento del Prof. Avv. Mauro Ronco, noto penalista di Torino, invitato in quella sede per analizzare e far conoscere la legge sull’omofobia e illustrare le pene, non soltanto pecuniarie. Sebbene cominciare per il professore non sia stato facile, viste le grida di protesta, continuare e concludere l’intervento è stato impossibile. Più volte il Prof. Ronco è stato interrotto nel suo intervento da urla, domande provocatorie, esibizioni da palcoscenico, slogan multinazionalizzati e accuse, una tra tutte? Un urlo rivolto al Professore: “Fai schifo!”.

Per non parlare di come abbiano cercato più e più volte di provocare la platea che era lì, semplicemente per informarsi su cosa sta accadendo e su cosa viene taciuto.

Peccato abbiano URLATO tutta la serata, peccato abbiano gridato slogan pre-confezionati senza darsi e darci la possibilità di entrare in DIALOGO…con molto rammarico ho constato personalmente come stiano cercando di imporre una DITTATURA CULTUTALE in cui o la pensi come loro o sei fuori, senza possibilità di replica tanto meno di rispetto!

Il tutto poi è esploso ancor più quando il Prof. Avv. Ronco ha cominciato a prospettare una delle tante derive non soltanto sociali ed etiche ma anche giuridiche, sulla possibilità di “concepire” di queste coppie attraverso l’affitto di una donna per 9 mesi, del suo utero e dei diritti delle parti in causa, già fatti reali in molte parti del mondo. Di come questa IDEOLOGIA sia stata già imposta nei POF nazionali per EDUCARE i nostri bambini, fin dalla tenera età all’ideologia GENDER.

Poi il caos, oltre alle urla costanti e le interruzioni ricche di pregiudizi, un gruppo di loro con dei cartelloni sono andati in direzione dei due relatori, si sono messi alle loro spalle e con questi cartelloni con su scritto una loro personale definizione di OMOFOBIA “L’omofobia è odio”, snaturandone il significato e reinterpretandolo, a gran voce hanno urlato tutti insieme.

Non è stato più possibile continuare e così il Prof. Avv. Ronco ha congedato la platea, ringraziando tutti per la partecipazione, e scortati da alcuni amici i relatori hanno poi abbandonato il tavolo, lasciandoli continuare ad urlare, baciarsi e “cercare di scandalizzare”, senza capire che, malgrado tutto, proprio loro, lì, mi avevano dato una grande lezione pratica di quanto conoscano il significato di rispetto, libertà di pensiero ed opinione.

“Chi sono io per giudicare i gay?”- su qualche foglietto all’ingresso c’era questa domanda,  frase estrapolata di Papa Francesco. “Nessuno- rispondo io-”ma chi sei tu per avere la presunzione di sapere cosa penso e accusarmi per questo? Chi sei tu per giudicarmi un OMOFOBO?”.

V.V



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