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Argentina, nuove politiche e vecchie dittature. Quale futuro per la memoria?

Creato il 09 dicembre 2015 da Allocco @allocco_info

A poco più di due settimane dalla scelta del suo nuovo presidente, l’Argentina si prepara a vivere un nuovo corso. Non è di certo la prima volta che il Paese deve affrontare un forte cambiamento socio-politico importante, ma l’elezione del neo-liberista Mauricio Macri segnerà senza dubbio una nuova era, e già dalle prime ore dalla diffusione dei risultati elettorali diverse organizzazioni culturali hanno mostrato preoccupazione per il futuro prossimo dello Stato. Le organizzazioni a sostegno dei diritti umani e della memoria, in primo luogo.

Una delle prime figure a essere stata attaccata è il nuovo segretario dei Diritti Umani, Claudio Avruj, accusato di anteporre interessi economici – e soprattutto imprenditoriali – a quelli della popolazione, e il cui operato come sottosegretario ai Diritti Umani nel Governo di Buenos Aires è stato messo fortemente in discussione a causa dei pochi sforzi compiuti nel combattere la violenza sulle donne e gli scarsi fondi destinati al mantenimento del Parque della Memoria (area pubblica dedicata al ricordo delle vittime del terrorismo di Stato degli anni ’70-’80 del secolo scorso). Avruj sostituirà personaggi come Luis Eduardo Duhalde e Martín Fresneda, rispettivamente avvocato perseguitato dall’ultima dittatura militare, e militante, nonché figlio di desaparecidos e fondatore del gruppo HIJOS (Hijos por la Identidad y la Justicia Contra el Olvido y el Silencio) di Cordoba. Una minaccia, secondo molti, alla tutela dei diritti umani.
Intanto, la presidentessa uscente Cristina Fernández de Kirchner negli ultimi giorni del suo mandato ha inaugurato sei nuovi spazi della memoria, quasi a voler chiudere un periodo di iniziative inaugurato dall’ex-Presidente e suo marito Nestor Kirchner. Oltre a ciò, è stata anche annunciata la promulgazione di una legge che creerà un rapporto sulle politiche economiche e finanziarie dell’ultima dittatura Videla. Una provocazione al nuovo governo Macri, la cui famiglia, si sa, ha conosciuto una incredibile crescita proprio durante quegli anni? La Kirchner ha ribadito, inoltre, l’importanza del guardare avanti e di far sí che la memoria non significhi solamente salvaguardare il passato ma anche il futuro, augurandosi che madres, abuelas e hijos possano continuare la loro fondamentale opera di ricordo e di ritrovamento dei desaparecidos. Ciò, a pochi giorni dal ricongiungimento del “nipote numero 119” con la madre biologica, possibile solo grazie al lavoro delle Abuelas de Plaza de Mayo. Che con l’epoca Kirchner si chiuda un’epoca di tutela dei diritti umani? Di certo, ciò che si chiede e ci si auspica non è una vendetta, non è la necessità di un ricorso alla violenza, e ne è un esempio l'”humor nero” a cui spesso gli hijos fanno ricorso nel parlare delle violenze perpetrate.
Dalle righe di Página 12, il giornalista, scrittore ed ex-detenuto politico Eduardo Jozami riflette sulle relazioni tra il terrorismo di stato e il presente. Jozami è preoccupato dall’esperienza del PRO (il partito di Macri) al governo della città di Buenos Aires, il quale non si è mai impegnato per lo sviluppo di una politica della memoria né per quello di iniziative volte all’individuazione di responsabili civili legati alla dittatura militare. Si auspica un impegno da parte del nuovo Presidente, per il momento ancora molto improbabile. La maggior parte degli argentini, secondo lo scrittore, pur avendo votato per Macri, sono dalla parte della memoria e della tutela dei diritti umani e non credono che i processi che si stanno svolgendo contro i militari colpevoli costituiscano dei “semplici” maltrattamenti a persone anziane. Infine, non bisogna sottovalutare il legame della cultura con la memoria: l’arte, in tutte le sue forme, è l’unico strumento capace di “rappresentare il non-rappresentabile”, il male, sia esso costituito dalle dittature e dai golpe militari argentini e latinoamericani sia esso costituito da fatti come l’Olocausto in Europa. Per questo, è indispensabile preservare tutti gli spazi dedicati al ricordo.

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Fonte: www.pagina12.com.ar

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