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Arresti e repressioni nella Repubblica del Congo prima del referendum/Denuncia di Amnesty International

Creato il 24 ottobre 2015 da Marianna06

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“Polizia e ‘berretti rossi’ hanno sparato su manifestanti pacifici che volevano dire la loro sul referendum, una questione di rilevanza nazionale”: così riferisce Ilaria Allegrozzi, rappresentante di Amnesty International per l’Africa centrale, che denuncia per altro arresti arbitrari e rischi di nuove violenze.

“Nella Repubblica del Congo – sottolinea la responsabile - la tensione è salita costantemente negli ultimi mesi a seguito dell’annuncio del referendum, che sarebbe stato convocato per garantire la permanenza al potere del presidente Denis Sassou-Nguesso; di fronte alla protesta le autorità hanno violato il diritto dei cittadini a manifestare e persino a comunicare tra loro”.

Il riferimento è al black-out di internet e alle interruzioni delle linee telefoniche che negli ultimi giorni hanno per altro complicato la copertura giornalistica dei fatti congolesi.

Le restrizioni sono coincise con i cortei convocati dall’opposizione a Brazzaville e a Pointe-Noire. Manifestazioni represse dalla polizia e dai “berretti rossi”, un corpo di élite che ha effettuato numerosi arresti.

In un solo quartiere alla periferia di Pointe-Noire, una città affacciata sui pozzi petroliferi dell'Oceano Atlantico, in pochi giorni sarebbero finiti in manette una cinquantina di giovani.

Secondo Allegrozzi, a ogni modo, è possibile che nuovi cortei si svolgano anche alla vigilia del referendum. A Pointe-Noire una manifestazione di protesta resta in programma domani, nonostante il divieto delle autorità locali e il prevedibile massiccio dispiegamento delle forze di polizia.

                   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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