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Arriva il commissario. E parte la campagna elettorale a carte scoperte.

Creato il 28 settembre 2013 da Laperonza

 

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La situazione politica montegranarese si fa sempre più ingarbugliata. L’unica cosa certa è che la maggioranza di governo non ha più una maggioranza, per cui non c’è più una maggioranza di governo. Arriverà il Commissario Prefettizio che governerà sulla città fino alle elezioni della prossima primavera. Era necessario? Per la città no, per certi piani politici era invece indispensabile.

Vediamo se ho capito: il grande Vecchio (in senso buono, per carità) della politica nostrana, Gianni Basso, scalpitava già da un po’ per riprendersi il posto di leader del centro-destra. La cessione della leadership era parsa subito momentanea e dettata puramente dalla sua ineleggibilità temporanea per somma di mandati. Ora che torna eleggibile è chiaro che rivuole il ruolo di capo. E se lo riprende. Negli ultimi mesi il lavoro sporco lo hanno fatto i tre assessori dissidenti: Giacobbi, Venanzi e Ranalli. Hanno ostacolato la giunta, si sono impuntati sul bilancio e, alla fine, non l’hanno votato in Consiglio facendo, di fatto, cadere Gismondi. Basso è intervenuto solo nella fase finale, con una filippica d’altri tempi e da manuale, e con il suo voto neutro ma, di fatto, contrario. Il messaggio è chiaro: a destra o ci sono io o il nulla.

Per niente d’accordo mi pare Lucentini, tornato in grande spolvero recentemente dopo qualche anno di purgatorio le cui ragioni sono tutte politiche e, certamente, c’entrano molto con gli ultimi sviluppi della vicenda. Lucentini non ama Basso e viceversa, e probabilmente il suo allontanamento nella fase centrale dell’amministrazione Gismondi era dettato proprio dal tentativo di tenere insieme la maggioranza e accontentare il Presidente del Consiglio Comunale. Per questo il ritorno fiammante di Lucentini che, nel giro di qualche mese, sembrava aver guadagnato la leadership della maggioranza offuscando l’immagine stessa del Sindaco era un segnale che poteva significare due cose: Basso aveva accettato la sua presenza oppure la rottura tra le due anime del centro-destra era ormai insanabile. A quanto pare la seconda ipotesi è la più veritiera.

Ora Basso riprende in mano la sua maggioranza, che aveva prestato a Gismondi a tempo determinato, e lo fa con un abile colpo di politica che solo lui sarebbe stato capace di concepire. La domanda ora è una sola: si ricompatterà la destra attorno alla figura carismatica del vecchio leader o avremo due liste di destra alle prossime elezioni? Gismondi sembra stanco, le ultime vicende l’hanno provato, la sua amministrazione è stata estremamente faticosa da mandare avanti e credo sia possibile un suo passo indietro. Lucentini, però, non mi pare disposto a chinare il capo davanti a Gianni Basso. Vedo profilarsi l’ipotesi della doppia lista di destra, magari proprio con Lucentini come candidato sfidante di Basso anche se, forse, la figura di Gismondi potrebbe essere più accattivante.

Due destre quindi, più un pezzetto di destra che si allea con la sinistra. Ubaldi e il Pd, questa coalizione dello stranamore che ora vede aggiungersi, forse, non si sa ancora per certo, l’appoggio della neonata coalizione del Centro Democratico, assomiglia sempre di più ad un’armata anti-basso. La Testella, portavoce del nuovo schieramento, parla di “trattative in corso” e candida Beverati a sindaco, probabilmente bruciandone la candidatura in modo definitivo. Eppure fino a poco fa Centro Democratico era accreditato dell’appoggio dei tre assessori dissidenti, quelli che hanno fatto cadere Gismondi, e quindi potenzialmente filo-Basso. Cosa sarà successo nel frattempo non sappiamo, forse la trattativa con Basso non è andata a buon fine e si cerca un’alleanza altrove.

Tre liste, quindi, tutte un po’ di destra con un pizzico di sinistra in quella di Ubaldi data dalla presenza del Pd che, comunque, non sembra proprio tutto intero. La vecchia leadership del partito di Palazzo Francescani tace, ma è difficile pensare che stia a guardare con le mani in mano. Forse l’appoggio del vertice dimissionario e dimissionato del Pd a questo o quello schieramento potrà fare qualche differenza. Vedremo.

E i 5 Stelle? Sembrano intenzionati a scendere in campo anche loro e a presentare una lista redatta secondo i principi del loro “Non Statuto”. Ma per ora sono silenziosi, attendisti, non parlano né sulla stampa né per iniziative. Forse studiano il campo di battaglia, forse ancora non sono pronti per combattere, ma c’è da credere che lo saranno la prossima primavera.

Quattro liste quindi. A meno di sorprese, riappacificazioni o ulteriori rotture. E, ora che nessuno governa Montegranaro, si potrà giocare a carte scoperte. La battaglia è appena cominciata ma, siamone certi, ne vedremo delle belle.

Luca Craia

 


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