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Arrivederci tempo di vivere

Da Andrea_cusati

Termino la mia esperienza a Tempo di Vivere per comprendere chi sono davvero 

Io di spalle con la T-shirt di Tempo di Vivere

Arrivederci tempo di vivere...

La mattina del 16 settembre 2015 ho deciso di terminare la mia esperienza all'ecovillaggio di Tempo di Vivere

Difficile, solo cinque giorni dopo, raccogliere i pensieri e le emozioni per raccontare in poche righe cosa mi ha spinto a un gesto così estremo. 

Sembrava tutto andasse per il meglio e migliorasse... i miei soliti alti e bassi, ma mi sembrava andasse abbastanza bene: sempre più persone venivano a trovarci e a sperimentare le nostre iniziative, il gruppo si stava rafforzando, io mi sentivo cambiato tanto in questo primo anno. 
In realtà, probabilmente non l'ho neanche voluto prendere in considerazione, ma le cose in me non andavano bene e i comportamenti ripetitivi, causa di problemi a me e al gruppo, si ripetono con ciclicità. 
Non ci ho lavorato dentro me come avevo promesso ero intenzionato a fare e ,in una riunione, il gruppo mi fa sapere che non si fida più di me dopo un anno di promesse non mantenute. 

LE TRE FASI

Ed ecco partire senza controllo un'altra mia dinamica interna tipica. 

Sono tre fasi che oggi sto cercando di metabolizzare:

Prima colpevolizzo il gruppo di non capirmi e di non accettarmi. 

Dico con rabbia che me ne vado (anche il fatto di dirlo e pensarlo è recidivo). Nonostante tutto nessuno mi sbatte fuori da Tempo di Vivere, qualcuno cerca anche di parlarmi con amore
Io sono deciso. 

Poi via via che mi si parla, in toni dolci o forti, realizzo come mi sono comportato... ed ecco arrivare un senso di colpa fortissimo. 

Senso di incapacità totale, senso di colpa, tristezza profonda, scoraggiamento, imbarazzo, vergogna, paura, apatia emotiva
Resto dell'idea che è meglio andarmene, nessuno si merita una persona come me accanto: ho tradito, ho illuso, ho aggredito, mi sono comportato da presuntuoso e da egoista, non ho voluto vedere e ora non ci voglio neanche più lavorare su tutto questo. 

Finché, nell'ultimo dialogo avuto con Gabriella e Simona viene fuori il terzo e ultimo atto, che è probabilmente, a mio avviso oggi, il vero motivo della mia fuga dal paradiso. 

Mi rendo conto sbigottito che non ho mai scelto in maniera adulta e responsabile la vita e il progetto di Tempo di Vivere. Questo mi ha portato a non starci mai bene del tutto, non avevo l'obbiettivo comune fisso in testa
E' stato come costruire una casa su fondamenta cedevoli. 
Quello che ho spesso predicato parlando alle persone di Scollocamento, di vita comunitaria, di cambiare il sistema e noi stessi, io ero il primo e l'unico del gruppo a non farlo veramente e in modo convinto, ma ad illudermi, e di conseguenza illudere, di farlo. 

LA CONSAPEVOLEZZA

In quei giorni riguardo nella mia mente tutto il mio anno a Tempo di Vivere, ripenso alle frasi scritte, ai post pubblicati, ripenso agli anni vissuti con mia moglie, ripenso al rapporto con i miei genitori e a tanti altri momenti e mi scopro a chiedermi: "chi cazzo sei? Quando sei stato autentico e quando no?"

Come in un film dell'orrore visto anni fa, dove una ragazza scappa per tutto il film da un folle serial-killer e poi alla fine del film scopre di essere lei il serial-killer, da vittima mi scopro spesso carnefice

Le cose peggiori che giudico (e accuso) negli altri le faccio io... e anche peggio.

VIA LE MASCHERE

Come finisse una commedia durata anni fatta di maschere, mi vedo finalmente per quello che sono stato spesso per una vita: un adolescente viziato, egoista, incapace di amare, di provare compassione, incapace di stare in un gruppo, un giudice severo degli altri e di sé

NON HO AVUTO LA FORZA DI RIMANERE

Il gruppo si stringe ancora intorno a me, ma io comprendo che devo andare a cercarmi, ormai so che non ho scelto quella vita, che me la sono imposta, che mi mancano le basi, che sono scappato prima e sto scappando ancora

Voglio scoprire la mia identità, ne ho una sete avida, pagandone da solo le eventuali conseguenze, sbagliando senza coinvolgere altri, senza farmi tutelare, ho bisogno di prendere decisioni da solo e di imparare a stare al mondo da persona adulta quale sono. 

Solo dopo aver fatto questo potrò scegliere quale sarà il mio tempo di vivere.

Agli amici che mi seguono da tempo chiedo scusa, ma ho bisogno di assentarmi un periodo dallo scrivere per stare su di me in maniera più consapevole e attenta... la prossima volta che scriverò qualcosa voglio farlo in maniera autentica, come ho fatto al 100% in questo scritto.

Non so cosa farò con questo blog, ma sarà una delle tante scelte che nel prossimo futuro vaglierò e affronterò.

Arrivederci a tutti. 

                Scritto da Andrea Cusati lunedì, 21 settembre, 2015


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