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Articolo Deaglio

Creato il 08 febbraio 2012 da Alesan
E' piacevole segnalare che nell'Italia dei bamboccioni, degli sfigati che a 27 anni ancora studiano e magari si mantengono da McDonald's con dei cappellini idioti in testa che non possono rifiutarsi di portare, nell'Italia che si illude coi posti fissi, i diritti e le certezze vi siano esempi come quello di Silvia Deaglio, una ragazza come tante, una che con l'impegno ha dimostrato di poter arrivare in alto senza tanto piangere sul precariato e sul lavoro vicino a casa di mamma e papà che tanto con la media salari dei precari un affitto chi non riesce a pagarlo? Al massimo si fa un turno in più a vendere patate fritte. Classe 1974, Deaglio è una mente brillante e nessuno ne mette in discussione le capacità professionali. Laureata a 24 anni in medicina e specializzatasi a 28 in oncologia, a 32 ottiene un master ad Harvard. Oggi ha un posto fisso all'Università di Tornio (dove insegnano il padre e la madre, che non vuol dire nulla, per carità...) come associata di Genetica medica (associata, si badi bene, sei anni prima della media di quegli sfigati che hanno il suo stesso percorso lavorativo) e continua a fare ricerche con fondi privati. E non è la prima volta, visto che per un certo periodo tra occupazione e borse di studio lavorava su tre fronti e su diverse latitudini. E' facile fare demagogia pensando alle ricerche svolte con la fondazione legata a Impresa Sanpaolo, quella fondazione di cui la mamma, all'epoca, era vicepresidente. Ci si chiede però, ovviamente, se questa sia la meritocrazia che intende l'attuale governo ogni giorno che insulta giovani, precari, lavoratori e disoccupati. Perché pur volendo pensare che la Dottoressa Deaglio è davvero brava, e non pensiamo certo il contrario, il dubbio su come si siano aperte facilmente le porte per lei un po' ci coglie. E troviamo inspiegabile che gli "amici" di famiglia facciano anche sarcasmo su quei pari età che provengono da radici familiari un po' più disagiate. O non hanno parenti importanti. Ci consoliamo col fatto che l'Articolo 18 in tutto questo è fuori discussione: chi cazzo la licenzia una così? Non sua mamma che di mestiere, precario, fa il ministro del Welfare. Tra le altre cose ovviamente. Facessero i politici, di tanto in tanto...

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