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Arvedi e polveri sottili a Trieste come nelle città lombarde

Creato il 19 maggio 2015 da Cremonademocratica @paolozignani

Anche Trieste ha già raggiunto e superato la soglia dei 35 sforamenti giornalieri annuali delle polveri sottili pm10 e ormai è arrivata a 47. L'Unione europea ha posto un limite severo: il dato delle pm10 non deve superare la soglia d'allerta di 50 milionesimi di grammo al metro cubo per oltre 35 giorni all'anno, altrimenti scattano provvedimenti amministrativi antismog, per la tutela della salute. Le pm10 infatti sino pericolose per la salute: in Europa la soglia infatti è più bassa che in altri continenti, dove la libertà di inquinare è più tutelata. Quindi fondere metalli e produrre ad esempio acciaio costa meno.
Trieste è sotto esame da anni a causa dell'attività della cokeria, di proprietà del gruppo Arvedi che controlla la storica Ferriera tramite la società siderurgica Triestina.
La situazione di Trieste e Servola, però, non è diversa dalle città della pianura padana, come Cremona Pavia Lodi e Milano, anch'esse da tempo oltre i 47 sforamenti annui.
Allarmismo allora, quello del Fatto quotidiano nella pagina qui sotto linkata? Resta la contraddizione, ancora tenuta viva, fra lavoro e salute, industria e ambiente.
Finché questo conflitto sarà così forte, forse il partito del lavoro e dell'industria avrà gioco facile. Già in Europa i liberisti, per chiamarli così, premono per ridurre i vincoli ambientali e renderli concorrenziali con la Cina. E tra i primi c'è l'arvediano Salini. La linea di Massimiliano Salini, purtroppo per gli ecologisti, non è peregrina. Arvedi ha però inevitabilmente promesso impegno per inquinare decisamente meno, dopo le esperienze di un secolo abbondante di attività della Ferriera di Servola.
Da una parte senza industria non ci può essere un futuro, senza ridursi al ruolo di Paese dei musei e dei ristoranti. La visita della presidente della Camera Laura Boldrini all'acciaieria di Cremona ha questo senso: un omaggio a un luogo simbolico e strategico del lavoro e all'industria che resiste, non una sottomissione al privato. Un omaggio agli operai, non un baciamano al presunto "feudatario".
A Trieste però la sostenibilità sociale dell'inquinamento si fa difficile. Il Fatto quotidiano fa notare che sono state presentate denunce a ripetizione negli ultimi tempi.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/19/ferriera-di-trieste-gia-sforate-le-soglie-di-inquinamento-nuovo-progetto-carente/1693356/

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