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Ashita no Jō (Tomorrow's Joe)

Creato il 16 novembre 2011 da Makoto @makotoster

Ashita no Jō (Tomorrow's Joe)Ashita no Jō (あしたのジョー, Tomorrow's Joe). Regia: Sori Fumihiko. Soggetto:tratto dal manga di: Takamori Asao (Kajiwara Ikki) e Chiba Tetsuya. Sceneggiatura:Shinozaki Eriko. Riprese e Fotografia: Hashimoto Keiji. Musica: KitazatoReiji, Takahashi Tetsuya. Luci: Ishida Kenji. Effetti Speciali:Matsuno Tadao. Interpreti: Yamashita Tomohisa, Iseya Yusuke, Karina,Kagawa Teruyuki, Katsuya, Moro Morooka, Nishida Naomi, Sugimoto Tetta, BaishoMitsuko, Tsugawa Masahiko; Produzione: TBS R&C, Oxybot, SedicInternational; Produttori: Hamana Kazuya, Iyoda Idenori, Ohara Masato,Watanabe Keisuke, Yoshida Koji, Yoshihara Yumiko. Durata:131’. Link: Sito ufficiale - Trailer (Youtube) - Stefano Locati (Asia Express) - Russel Edwards (Variety) - Maggie Lee (Hollywood Reporter)Punteggio ★★   
Nella degradata e fatiscenteperiferia della Tokyo del dopoguerra vive Yabuki Joe, giovane sbandatocresciuto per strada e fuggito, anni prima, da un orfanotrofio. Piccoli criminali e delinquenti, oltre alla yakuza, dettano legge in queiquartieri, dove però vivono anche molte persone volenterose e speranzose di unfuturo migliore.Il vecchio Danpei, ex pugile ormai relegato a una vita da vero e proprioclochard, dedito all’alcool e privo di ogni fiducia nella vita non sache, di lì a breve, imboccherà un percorso di speranza e soddisfazioni. Durante una delle sue tragicomiche apparizioni  alla locanda del quartiereper poter ottenere da bere senza pagare, incontra infatti Joe, che si sta rimpinzando diottimi cibi (anche lui senza poter saldare il conto). Scoppia una rissa tra Joe e gli scagnozzi di uno yakuza locale e nel vecchio Danpei si accende una scintilla: Joe riesce adavere la meglio su tutti i criminali, con un notevole sfoggio di tecnica,potenza e velocità. Danpei propone al giovanedi provare ad allenarsi con lui per diventare un pugile professionista. La rissa costerà però il carcere a Joe, che verrà inizialmente indottrinato daDanpei sui principi fondamentali della boxe anche da recluso, attraverso lettere contenenti spiegazioni per i primi movimenti da eseguire. L’arrivo di Joe ha per il vecchio un vero effetto benefico: oltre a smettere dibere, decide di dedicarsi alla costruzione di una palestra, dove potrà allenareil ragazzo, una volta tornato in libertà. Nel periodo di prigionia temporanea a Tokyo, Joe conoscerà Nishi, con il qualeverrà trasferito nel vero e proprio carcere dove dovrà scontare la sua pena.Inizialmente il carattere irruento e irrazionale  del protagonista ostacolerà la suapreparazione sportiva ma dopo aver conosciuto il pugile professionistaRikiishi, anch’egli rinchiuso nella stessa prigione, questi sembra trovarenella boxe una via per incanalare tutto il suo disprezzo per la società e leregole che la costituiscono. La fortissima rivalità che nasce tra i due liporterà ad incrociare i guantoni sia in carcere che fuori, nelloscontro finale della storia, dove anche il futuro dello stesso quartiereverrà messo in gioco.Yōko Shiraki, infatti, (la giovane figlia di un industriale,proprietario del centro sportivo professionale dove si allena Rikiishi) èintenzionata a radere al suolo l’area suburbana di baracche dove i nostriprotagonisti vivono e si allenano, per farne un moderno centro sportivo.È nota la difficoltà del cinema giapponese di realizzare in maniera soddisfacenti trasposizioni di manga o anime di successo. Complici,probabilmente, le molte aspettative che di volta in volta si formano, c'è comunque un’effettiva difficoltà nel rendere originale e convincente unastoria già conosciuta ed apprezzata dal pubblico. Peraltro va tenuto conto dell’articolatoevolversi di queste storie in modo capillare sia nell’arco di numerose puntatedi serie animate che nei tanti albi che possono andare a comporre l’ossatura diuna storia di un fumetto giapponese. Non sempre gli esperimenti sono falliti,basti citare Ichi the Killer o i due Crows Zero di Miike Takashi, ma quandola storia e i suoi protagonisti sono vere e proprie "istituzioni" della cultura di massa giapponese, la questione si complica parecchio per chi deve realizzarne unadattamento. Molti esempi di film poco soddisfacenti per pubblico e critica,tratti da celebri anime o manga, possono essere citati: DevilMan di Nasu Hiroyuki, Dororo (del pur ottimo, sino ad allora, Shiota Akihiko) Yattermandi Miike Takashi (molto fedele alla caratterizzazione dei personaggi, matotalmente assente dal punto di vista della sceneggiatura e quindi, da un puntodi vista filmico, assai debole), oltre ai numerosi tentativi espressi conl’hero-mono Ultraman, al quale nemmeno son bastati promettenti registi (KanekoShusuke) per arrivare ad un risultato sufficiente.Sori Fumihiko, noto inprecedenza per aver diretto sia un buon anime quale Vexille, che alcuni filmtra cui Ping Pong ed il meno riuscito Ichi (trasposizione al femminile dellearcinote avventure di Zatoichi, lo spadaccino cieco), si cimenta questa volta nell’arduocompito di trasporre in pellicola uno degli anime (realizzato da Dezaki Osamu) piùconosciuti ed apprezzati della storia giapponese, tratto a sua volta da unmanga quasi leggendario di Takamori Asao e Chiba Tetsuya. Il risultato finale nonè però, anche in questo caso, pienamente soddisfacente. Sebbene il lavoro diricostruzione delle ambientazioni sia certosino e sfiori la perfezione (il budgeta disposizione di Sori era evidentemente cospicuo), la caratterizzazione deipersonaggi ottima ed accurata (quasi ogni personaggio è perfettamentesomigliante alla sua versione cartacea o animata), i gesti, le inquadratureche ricordano proprio determinate vignette siano fedelissime, c’è qualcosa checomunque non funziona. Per primo il protagonista Tomohisa Yamashita, seppurabbigliato in modo perfetto e anche bravo a muoversi proprio come ilprotagonista della finzione era solito fare, risulta forse troppo lontano,esteticamente, ai canoni del ragazzo orfano cresciuto in strada che Joe deverappresentare. Il giovane Yamashita, semmai, potrebbe essere accostatofisicamente più agli stereotipi tipici dei j-pop idol, ruolo che effettivamenteinterpreta da più tempo come prima professione.Evidentemente troppopoco coraggioso si è mostrato chi ha optato per una tale scelta e si è lasciatoallettare, probabilmente,  più dallasperanza di attirare orde di giovani adolescenti al botteghino che dalrisultato finale.Tomorrow’s Joe, a primavista, seduce certamente ma manca di appeal e non provoca empatia. Non ci si emozionadavvero praticamente mai (sicuramente l’anime aveva regalato momenti molto piùalti). Complice anche un accompagnamento sonoro che, se nella versione delmondo fatiscente di Dezaki, completava alla perfezione il piano visivo, inquesto caso sembra messa forzatamente solo per puro spirito di emulazionedell’opera animata. Forse è proprio il volerad ogni costo ricalcare gesti, inquadrature, movimenti e musiche di qualcosache non è reale a rendere poco credibile il tutto. Una drammatizzazione ancora maggiore,in alcuni momenti del film, avrebbe forse giovato al risultato finale. In conclusione un ottimolavoro di ricostruzione scenografica, una ricerca molto soddisfacente dellecaratterizzazioni dei personaggi, ma un’anima comunicativa abbastanza vuota epriva di sostanza, come se ci si trovasse di fronte ad una parodia, piuttostoche a un’opera cinematografica. [Fabio Rainelli]

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