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Aspi e Lucci – Prima Parte

Da Pietroinvernizzi
Aspi Adda

Doppio Aspio per l’Anonima!

L’inverno non è mai sembrato così seducente fino a quando non hai deciso che dovrai prendere Aspi e Lucci.

Presa questa saggia decisione si tratta di scegliere di volta in volta il luogo da scoprire o da riscoprire, pensare ad attrezzatura e tecnica, quindi chiamare gli amici pescatori per organizzare la battuta!

L'acqua dell'Adda

L’acqua dell’Adda

Parlando di lucci, pur consapevoli del potenziale di rogge, cave e fiumi, di solito ci piace cercarli in lago, laghi grandi o laghi piccoli non mancano in Nord Italia e le ultime volte ci siamo mossi tra Pusiano e Viverone, anche se i grandi laghi fanno sognare sempre taglie più generose…

Parlando del “bell’alloctono”, l’argentato e fulgido aspio, facendo tesoro di qualche esperienza diretta ma soprattutto dei consigli di amici “veterani” nella pesca dei grandi fiumi, andiamo a cercarlo nel basso tratto dell’Adda oppure nel Po tra Pavia, Piacenza e Cremona.

Il primo giorno di questa due giorni di caccia all’Aspio pre-natalizia siamo in quattro alla partenza: Francis, Jacopo ed io, ovvero ¾  dell’Anonima Cucchiaino e Frank Napoleone, il nuovo arrivato tra i nostri adepti e discepoli.

La macchina è carica di entusiasmo ed attrezzatura da pesca per metà, per l’altra metà da una cornucopia di cibarie e bevande, una cesta epocale di focacce farcite, panini e bocce di vino!

Usciamo da Milano tracotanti e festosi, siamo convinti che gli aspi non mancheranno l’appuntamento… i livelli dell’acqua dovrebbero essere ancora un po’ alti ma abbastanza buoni, il primo freddo, seppur non eccessivo, comincia a farsi avanti…

Il sole si è già alzato da ore,  ma le nuvole basse ed il clima uggioso mantengono saldo in noi il convincimento di essere intrepidi pescatori di lande remote della bassa padana. Siamo così convinti di essere dei duri pazzeschi che non esitiamo un istante a fermarci in un paesino abbandonato alla nebbia  per fare una pausa cornetto e caffè.

caffè al baretto

caffè al baretto

La fauna umana è eccellente, specie protette di autentici anziani parlanti dialetto,  alcuni alloctoni ben integrati con berretti e tuta dai colori sgargianti quanto le loro esclamazioni e vecchie signore coi capelli dall’immancabile tinta rossiccia con ricrescita bianca alla base. Qui c’è calore umano, ogni scusa è buona per attaccare bottone e commentare il mondo dallo stesso punto di vista, il punto di vista del bar di provincia italiano alla mattina nel weekend.

La sociologia può attendere, i pesci no. Torniamo in macchina ancora più tonici, invece del consueto rock facciamo partire una improponibile traccia di musica elettro dal ritornello incalzante… come giovanotti che arrivano alla discoteca così arriviamo allo spot sull’argine alto. Le antennine  fluorescenti che Frank mi ha messo in testa sono un po’ natalizie un po’ da rave party, come questa uscita di pesca! Parcheggiamo e ci scherziamo a vicenda mentre in quattro e quattr’otto canne armate e stivaloni addosso stiamo già scendendo al fiume!

L’acqua è velata il giusto, forse solo un po’ troppo alta per riuscire a lanciare sul filo della corrente centrale. Ci schieriamo senza più dire una parola come un equipaggio navigato sulla rotta dell’aspio, a dieci metri l’uno dall’altro, alternando lipless, ondulanti e palettati, colori sgargianti ed argentati recuperati per lo più velocemente, con sporadici recuperi lenti e colori più naturali. Trecciati tra le 15 e le 30 libbre a seconda dei gusti e finali in fluorocarbon tra lo 0,25 e lo 0,35.

Dopo un’oretta decido di spostarmi più a monte dove qualche settimana prima in un’esplorazione solitaria avevo trovato un branco di piccoli aspi. Lascio i tre compari alle spalle e raggiungo il punto desiderato a valle di un piccolissimo pennello fatto di terra e di un albero caduto, lì si crea un rigiro, una linea di demarcazione tra la corrente principale del fiume e un’acqua più lenta che offre riparo per diversi metri alle spalle dell’ostacolo. Monto un ondulante piccolo ma pesante 12 grammi, su cui ho messo un’ancoretta owner con un piccolo grub in coda.

Lancio, conto fino a 4 e inzio un recupero a media velocità e costante. Bam! L’inequivocabile furia della mangiata dell’aspio mi piega la canna!

Aspietto Adda

Il primo aspietto di giornata!

E’ piccolo, lo sento subito. Recupero felice ed in breve è a portata di foto. Mi volto verso i compagni lontani una cinquantina di metri più a valle e mostro raggiante la cattura, “raggiungetemi” – penso – qui ho trovato il branco.

Francis non esita e velocemente sale sulla sponda e cammina a grandi passi verso di me, gli avevo promesso il suo primo aspio e lo sta venendo a prendere! Gli altri due generosamente decidono di non sovraffollare lo spot ed insistono dove sono.

Quando arriva gli suggerisco di cambiare esca e montare un classico ondulante argentato, per mostrargli la direzione lancio io stesso, recupero, recupero e BAAAAM! Una furia si è avventata sull’esca ed ha preso frizione!

<Questo è grosso!> dico a Francis, <Lo forzo un po’, non voglio scenda verso valle>, appoggio la mano sulla bobina e fermo la sua corsa, lo vediamo affiorare e dare testate, sembra un piccolo tarpoon, si gira e viene verso di noi intraversato alla corrente, accelero il recupero ed è spiaggiato!

Aspio Record Aspio Gigante Pietro Invernizzi

Big Aspio per Pietro!

70 cm di argentea meraviglia! Mentre lo sto slamando Francis ha prontamente lanciato e Ba-Bam, lo ha incannato anche lui <Ce l’ho! Ce L’ho!> Tengo la mia cattura in acqua ed aspetto che arrivi il suo… E’ bello! 62 centimetri che ci regalano un indimenticabile scatto di “double strike”!

Aspio record Francis Needham

Aspione per Francis!

 

Gli altri due a questo punto ci affiancano e tempestano l’acqua di lanci, ma ormai non si vede più una pinna.

Ci sfondiamo di panini e chiacchiere sul prato e decidiamo di provare altri posti nel pomeriggio.

Panini importanti!!!

Panini importanti! #lunch_on_the_grass

In uno di questi posti, nel basso Adda, un pesce insegue la mia esca proprio sotto riva… è piccolo, direi 35 centimetri, ma quello che trovo sorprendente è che sembra proprio un luccetto! Un luccetto in Adda basso? Mi risultano quasi scomparsi… Chissà. Lo racconto agli amici anche loro incuriositi e perplessi, magari era un perca ed ho visto male. Chissà.

Il pomeriggio dura poco in inverno ed i nostri sogni di gloria fatti di mille aspi tramontano con il sole.

Ci congediamo dal fiume felici ed entusiasti di questa prima giornata di “caccia all’aspio” progettando già la battuta seguente… ignari che la seconda giornata di pesca ci avrebbe davvero sorpreso!

Una grossa sorpresa che vi racconteremo presto… Teaser Luccio...

Rock ‘n’ Rod

See You Spoon

 

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