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Astensionismo elettorale: una pericolosa mina vagante

Creato il 04 maggio 2014 da Nino Caliendo

Come sempre, all’approssimarsi di eventi elettorali, tutti i pagnottisti politici pseudo detentori del “Verbo” (nessuno escluso) ostentano la loro vittoria con improbabili previsioni di percentuali altisonanti, provenienti dal sondaggio effettuato da questo o da quello.

Nessuno di costoro, però, fa mai i conti con l’astensionismo. Nessuno di costoro si pone mai la domanda sul perché ben il 50% degli aventi diritto al voto non si reca alle urne e niente fa per attrarli e convincerli, addebitando ipocritamente il fenomeno a festività, voglia di mare, tempo libero e passeggiate domenicali.

Errore madornale: tali scuse possono applicarsi, al massimo, al 10% di coloro che si astengono. E gli altri? E l’altro 40% (e, forse, questa volta anche di più)?

Un partito o un movimento politico che, nella catastrofica situazione di consensi come quella attuale, per assurdo e per fede nell’impossibile, riuscisse a conquistare il 50% di preferenze tra i votanti, nella realtà matematica e statistica, rappresenterebbe al massimo il 25% degli italiani.

Proviamo ad immaginare, quindi, cosa e chi  possono rappresentare quei galli urlatori sulle colline dell’immondizia che valgono (dalle urne) il 30, il 25, il 15, il 10, il 5%, dopo l’evidente vittoria del partito dell’astensione (che non costa nulla al contribuente), nella realtà unico e vero mattatore politico del Terzo Millennio!

Eppure, dopo il 25 maggio, sentiremo gli ipocriti della pagnotta politica cantare (stonando e stordendo) la loro vittoria: lungi da loro affrontare la cruda realtà! Lungi da loro preoccuparsi seriamente di quel 50% e più di italiani che, non andando a votare, ha comunicato che, non identificandosi tra il pollame, non condivide e non apprezza nessuno di costoro.

Grillo e grillini in testa (singolari ed improbabili antagonisti politici, però parlamentari con congrui appannaggi: i legittimi antagonisti extra-parlamentari del passato, che non erano servi di poteri forti ed economici e non pagnottavano, ormai sono solo un ricordo della Storia), ma con buona compagnia al seguito di falsa destra e falsa sinistra, per non parlare del microscopico centro dai decimali impronunciabili per l’alto numero di zeri!

Purtroppo, ai nostri giorni, statisti e grandi stature politiche non esistono più: sono morti tutti per sopravvenuti limiti di età nell’aspettativa di vita. Loro sì che si sarebbero preoccupati e attivati per il recupero di chi protesta e dimostra il proprio dissenso non votando. Per ora, solo non votando!

Ma le mezze calzette rubacchione di oggi, oltre alla presunzione e all’assoluta mancanza di aplomb, non hanno neuroni a sufficienza per arrivarci mentalmente. Devono cozzarci contro con le loro protuberanze capresche e spezzarsele.

Intanto, nessuno pensa alla realtà vera che la rivoluzione inizia con il non-voto e che siamo ormai seduti su una santabarbara che può esplodere da un momento all’altro.

Segnali labili ci sono già. Ma qualcuno è convinto che si possano sedare con i manganelli e, talvolta, anche con le pistole di criminali poliziotti/rambo esagitati dall’immeritata immatura autorità loro concessa. Qualcuno ritiene sufficiente il terrorismo di stato per sedare gli animi e si sente tranquillo così.

E se coloro che protestano diventassero poi più numerosi dei manganelli e dei proiettili? Che facciano? Usiamo i carri armati e le armi di distruzione di massa, come in Ucraina? O li teniamo buoni con gli “80 euro” per la bolletta del gas?

Nino Caliendo

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