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Asteroidi: se li conosci, li eviti

Creato il 12 febbraio 2016 da Media Inaf
In questa illustrazione: il micro-lander della missione ESA Asteroid Impact Mission appoggiato sul corpo minore (170 metri di diametro) dell’asteroide binario Didymos. Sullo sfondo si scorge il corpo principale, grande circa 800 metri. Crediti: ESA - ScienceOffice.org

In questa illustrazione, il micro-lander della missione ESA Asteroid Impact Mission appoggiato sul corpo minore (170 metri di diametro) dell’asteroide binario Didymos. Sullo sfondo si scorge il corpo principale, grande circa 800 metri. Crediti: ESA – ScienceOffice.org

Immaginatevi una valigetta da viaggio lasciata sulla Piramide di Cheope a Giza: avrete un’idea sulle dimensioni sia del micro-lander che dell’asteroide su cui vorrebbe farlo posare l’ESA, l’Agenzia spaziale europea. Il trolley spaziale sarebbe appunto una piccola sonda da mettere nella stiva della Asteroid Impact Mission (AIM) per poi farla atterrare – o asteroidare, se preferite – sul più piccolo dei due corpi che compongono il sistema binario Didymos, target sia della missione AIM che del “proiettile” statunitense DART della NASA: un’impresa racchiusa nell’etichetta comune Asteroid Impact and Deflection Assessment (AIDA) (spiegata in questo video di Media INAF).

Il lander, denominato MASCOT-2 (Mobile Asteroid Surface Scout-2), è attualmente in fase di studio al Centro aerospaziale tedesco DLR, in attesa del definitivo via libera per la missione AIM. Una decisione che verrà presa a fine 2016, con eventuale lancio nel 2020 e arrivo a Didymos nel 2022. Nel frattempo, il suo fratellino MASCOT-1 sta già viaggiando a bordo della sonda giapponese Hayabusa 2, partita il 3 dicembre 2014 per incontrare il suo spasimato asteroide 162173 Ryugu nel 2018 (vedi il relativo video di Media INAF).

Come il suo predecessore, MASCOT-2 porterà a bordo una fotocamera grandangolare e un radiometro per un esame ravvicinato della superficie. In aggiunta, sarà equipaggiato anche con un accelerometro e un radar a bassa frequenza per studiare l’interno dell’asteroide. I pannelli solari dovrebbero poi fornire a MASCOT-2 una vita operativa di almeno tre mesi, ben più lunga delle 12 ore concesse dalle batterie di MASCOT-1.

Uno degli scopi principali della missione congiunta AIDA è quello di mettere alla prova delle tecnologie utili a deviare un asteroide in rotta di collisione verso la Terra. In questo ambito, l’ESA collabora all’organizzazione dello Asteroid Day, che quest’anno vedrà la sua seconda edizione il 30 giugno. Si tratta di un’iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica verso una maggiore conoscenza degli asteroidi, in particolare di quelli che rappresentano una potenziale minaccia per il nostro pianeta.

A questo proposito, e per tornare all’attualità, abbiamo chiesto a Giovanni Valsecchi, ricercatore dell’INAF presso l’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali di Roma, esperto di meccanica celeste, se l’asteroide 2013 TX68, previsto passare vicino alla Terra il 5 marzo 2016, rappresenti una minaccia o meno.

«Non può colpire la Terra, perché le due orbite in questo momento non sono sufficientemente vicine – rassicura il ricercatore. Permane una grossa incertezza sulla posizione lungo l’orbita, ma l’incertezza in direzione trasversale è invece piccolissima; quindi, qualunque sia la posizione lungo l’orbita, 2013 TX68 “mancherà la Terra” il prossimo 5 marzo. Magari di poco, ma la mancherà».

Fonte: Media INAF | Scritto da Stefano Parisini


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