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At the crossroads

Creato il 20 novembre 2012 da Chiamateismaele @ChiamateIsmaele

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Si avanza o si ritorna, si chiedeva un mio amico tempo fa. È proprio questo il tema delle primarie democratiche del 25 Novembre 2012. Domenica prossima non saremo chiamati ad eleggere un leader politico – chi deciderà di farlo naturalmente – ma una direzione politica. Si sa, in Italia amiamo rischiare. Sì, chi vince prende tutto. Dove per tutto, si intende la possibilità di gestire il futuro politico del primo partito riformista in Italia e del suo programma di coalizione.

Non dovrebbe essere così, dovremmo scegliere semplicemente un rappresentante politico dopo avere coscienza esatta dei programmi di governo. Ma eccoci sui binari, abbiamo la possibilità di trasformare un errore programmatico in una grande opportunità. Se volete rimanere in Italia davvero e non solo sperare che le cose cambino, è questo il momento più indicato per uscire di casa e mettervi in fila. Solo così è possibile quantificare la tenuta democratica di questo paese, non basta essere connessi on-line.

È vero, gli organi consultivi del PD hanno fatto di tutto perché ai giochi partecipassero il meno possibile i non tesserati. Ritardi sulle regole, comunicazione sulle modalità di voto poco chiare, e per finire pure la donazione monetaria. Molti studenti fuori sede, non riusciranno a votare forse, se verranno prese alla lettera le regole riportate sul portale. Vi sembra un abominio un ulteriore finanziamento al sistema dei partiti, ma è questa la vera occasione per dimostrare il vostro interesse affinché le cose cambino.

Votare Renzi, significa premiare il modello personalistico di fare politica. Una vittoria del sindaco di Firenze, significa un rapporto di continuità con il modello neo-liberista proposto dal professore Mario Monti ed i vari choosy di turno. Una sua vittoria potrebbe essere la fine definitiva del centro-sinistra e della Sinistra italiana così come i padri fondatori della Costituzione l’hanno concepita. Bisogna riconoscere al candidato più giovane, il coraggio per avere messo in discussione il potere imperante della corrente “D’Alema”, ma quale ricetta di politica economica ha in mente lo staff di Renzi? La scelta non è sull’uomo, ma sulle politiche. Si può amministrare un Comune, forse, senza essere influenzati dai gruppi di pressione. Ma uno Stato? Quanto tempo passerebbe, dopo la sua elezione, prima che gli ultimi luoghi pubblici vengano estinti (Sanità , Educazione, Università, e Ricerca).

La potenza comunicativa non basta per essere liberi, non è sufficiente avere alle spalle un prodigioso collettivo editoriale come Baricco e Gori. Che influenza possono avere i colossi della finanza che supportano Renzi, nelle sue scelte di politiche sociali?

Andiamo avanti.

Bersani, un uomo abilissimo a prendere i duri colpi che il centro-sinistra ha ricevuto negli ultimi anni. Un uomo che ha tenuto insieme il carrozzone. Un applauso alla sua capacità di non distruggere tutto, anche dopo l’appoggio ad un governo tecnico che ha veramente pochissimi valori condivisibili. La sua vittoria sarebbe una conferma dell’incertezza politica che ci attende. Adesso che l’area di Centro si fa più appetibile ed il Pdl sembra prendere consensi. È proprio il caso che a dirigere una coalizione di centro-sinistra sia un politico che vorrebbe essere progressista, ma ha un piede nelle sabbie mobili del Vaticano?

L’unica vera alternativa è Nichi Vendola. Un’alternativa calata dall’alto ma un messaggio di discontinuità per l’Europa dei tecnocrati e per le lobby finanziarie ed energetiche, che aspettano dietro l’angolo una vittoria di Renzi o Casini.

Tormentato da vicende giudiziarie inconsistenti, Nichi Vendola ha saputo mantenere una posizione netta in questi anni sui grandi temi del lavoro, dell’ambiente e della cultura. L’unico che propone una patrimoniale progressiva per i ceti alti – che darebbe una spinta in senso contrario alla stagnazione economica che ci viene preventivata. Ma non bisogna votare l’uomo Vendola, ma la storia ed i valori che rappresenta.

Se esiste una società civile in Italia, è il momento che venga fuori davvero. Il riferimento è al M5S; dopo tutto lo stesso Beppe Grillo aveva provato a candidarsi alle primarie del PD nel 2009. Adesso più di sempre è necessario uscire dagli schemi piramidali. Abbandonate la visione Noi e Loro per un momento, una visione che vi impedisce di avere una direzione politica. È questo il momento di esprimervi chiaramente sulla vostra idea di governo. Volete essere diversi dal letame che ci è piovuto contro. Lo capisco. Ma SE proprio voi dite di essere concreti, allora concretamente, che politica economica preferite? Che visione della società avete? Con chi volete interloquire?

Votare Vendola alle primarie del PD, è l’occasione di costruire un nuovo soggetto politico, che cambi in meglio anche solo di un millimetro la situazione attuale, invece che peggiorarla.

Mi fischiano le orecchie, sento voci che dicono – non vorrai sostenere che Vendola ha rivoluzionato le cose in Puglia, che l’ILVA abbia smesso di provocare danni irreparabili e tutti i giovani pugliesi in fuga siano finalmente ritornati nella loro terra?No, la riflessione non è nel merito specifico. Anche se è bene ricordare che i cambiamenti ci sono stati. In poche parole, Vendola ha tracciato la strada perché la Puglia possa cambiare, adesso devono essere le nuove generazioni a continuare.

Non basta un leader politico, servi tu.

I cambiamenti hanno bisogno di un raggio medio-lungo, otto anni sono pochi in fondo, considerate le condizioni di partenza. E poi, per governare bisogna fare compromessi. Tutti li fanno, compresi i più audaci cyber-attivisti.L’attenzione però non deve cadere sul caso, né sui numeri. La grande opportunità non è parlare di statistica oppure di varianza. L’opportunità è il cambiamento.

Il cambiamento parte da noi, e l’unico modo per realizzarlo è portare avanti le nostre istanze attraverso gli strumenti migliori. Le primarie sono lo strumento che abbiamo ora, nell’immediato.

Usiamolo.



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