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Atleti olimpici: ognuno è il miglior Sport Coach di se stesso!

Creato il 28 agosto 2012 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Il tuo Sport Coach sei tu!Durante queste vacanze ho avuto modo di guardarmi tutte le olimpiadi e di sentire diverse interviste di atleti italiani nelle diverse discipline.

Quello che si evince dal punto di vista mentale è che il primo sport coach di ogni atleta è se stesso, poi tutto lo staff lavora con strumenti diversi allo stesso obiettivo ma senza una grandissima volontà dell'atleta sarebbe tutto vano.

Vorrei farti alcuni esempi per farti capire cosa intendo:

Josefa Idem a 47 anni e alla sua ottava olimpiade è arrivata in semifinale e poi a 3 decimi dal bronzo nella finale del K1 500 metri. Nella sua intervista prima della finale ha detto questo: "Sono andata oltre ogni limite personale. Mi sono lasciata trasportare dall'entusiasmo della folla. Venivo da due anni schifosi e avevo tanti brutti pensieri. Poi mi sono detta, sono tutte menate, ho letto che Jessica Rossi prima dell'oro aveva dormito sonni tranquilli e ho pensato: se ci riesce una ragazzina perché non posso farlo io che ho 48 anni? Così in acqua la mia canoa filava leggera, ho provato la stessa sensazione di quando avevo 15 anni".

Credo che lei sia un vero esempio dello sport italiano, una donna che ha lavorato con un impegno straordinario e che a 47 anni ha ancora l'entusiasmo di una 15enne.

Il tuo Sport Coach sei tu!
Daniele Molmenti, vince la gara di canoa nel giorno del suo 28 compleanno nell'intervista dice "Il segreto è quello di non aver mai mollato, di essermi allenato in qualunque condizione atmosferica, da solo, puntando proprio sul carattere, sullo spirito di sacrificio. Poi mi sono affidato a un grande tecnico come Pierpaolo Ferrazzi, uno che di medaglie olimpiche se ne intende, avendone vinte due, una d'oro a Barcellona e una di bronzo a Sydney". Mi è piaciuta la sua intervista, sembra un ragazzo semplice, che ha scelto un allenatore qualificato e poi ci ha messo il resto. In queste poche righe traspare quanto sia importante non arrendersi, nonostante le sconfitte o nonostante le difficoltà.

Queste sono solo due interviste che mi piace riportare ma ascoltando tutte quelle degli atleti italiani alle olimpiadi si trovano esempi perfetti di quello che fa uno Sport Coach con gli atleti, di quali siano gli approcci di chi ha una mentalità vincente e si è allenato non solo fisicamente ma anche mentalmente per arrivare all'appuntamento più importante sapendo di vincere.

Parlo sia degli atleti che hanno vinto una medaglia come Molmenti ma anche di atleti che non hanno vinto come Tania Cagnotto che alle olimpiadi ottiene sempre il 4° posto, nelle sue parole traspare tutto l'impegno e gli sforzi per arrivare li e la delusione per non aver raggiunto l'obiettivo.

Il tuo Sport Coach sei tu!
Come ci sono esempi in cui questo messaggio passa molto forte ci sono anche esempi completamente all'opposto come quello dell'intervista post gara di Federica Pellegrini che in questo pezzo subito dopo la brutta prestazione nei 400 stile libero dice, oltre a quello che si può sentire, semplicemente "c'est la vie" per commentare la brutta prestazione:

Certamente non posso sapere come o quanto Federica Pellegrini si stesse allenando ma dalle interviste degli atleti, anche di sport meno seguiti, se evince chiaramente che per essere sul podio occorrono gradi sacrifici e tanta dedizione, probabilmente la visibilità mediatica dell'ultimo anno non ha consentito alla Pellegrini di allenarsi come un tempo e forse il risultato dipende anche da questo, rimane pur sempre un'atleta da olimpiadi, ma chi è salito sul podio e forse anche qualcuno che è rimasto appena sotto ha dato qual qualcosa in più per meritarlo. Stiamo parlando di atleti ai massimi livelli mondiali nella loro disciplina ed è raro vedere una supremazia assoluta, piuttosto in queste circostanze emergono i dettagli che fanno la differenza. Soprattutto quando a separare un atleta dal podio sono alcuni decimi di secondo, qualche centimetro o un punteggio penalizzato da un errore o una penalità.

Il tuo Sport Coach sei tu!
Per ultimo, il caso di cui si è più parlato, ossia quello di Alex Schwazer che ovviamente è un esempio negativo per lo sport. Non c'è bisogno di commentare cosa significhi per uno sportivo decidere di fare uso di doping, credo però che valga la pena di soffermarsi ancora una volta su quelle che possono essere le implicazioni mentali di un gesto di questo tipo. Probabilmente le pressioni, le aspettative, gli sforzi ad un certo punto sono stati insopportabili, poteva essere un italiano alle olimpiadi che non termina una gara e invece ha deciso di compiere un gesto senza ritorno ma questo esempio è solo per dire che le pressioni, le rinunce, le fatiche di uno sportivo di quel livello sono davvero importanti ed essere li significa anche quello, significa misurarsi ogni giorno con se stessi e avvicinarsi sempre più al proprio limite per ambire al podio.

L'insieme di questi esempi rappresenta parte del lavoro dello Sport Coach per migliorare gli aspetti che non sono innati o punti di forza per farli diventare un'arma a proprio vantaggio.

La concentrazione, la forza, la dedizione, i sacrifici, le scelte di vita, la scelta dello staff e degli allenatori, la gestione degli stati d'animo prima e durante la gara sono tutti aspetti controllabili o allenabili e tutti insieme diventano importanti per il risultato finale.

Ti consiglio, se non lo hai fatto, di guardare un po' di interviste degli atleti italiani, anche di discipline meno note, molti di loro mi hanno trasmesso una grande passione. Se stai iniziando qualcosa potrebbero darti qualche spunto interessante. Per ottenere grandi risultati, occorre una grande dedizione!!!

Buona lettura e a presto.

Sara Gatti
Di Sara Gatti


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