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Attenti a quegli altri due

Creato il 16 agosto 2010 da Ilgrandemarziano
Attenti a quegli altri dueSe in un'America contemporanea, magari del sud, quella che vive alla giornata, sporca e disillusa, fatta di città e di periferie, di serpenti e di magia, di crimini e di soprusi, di boschi e di paludi, di razzismo crudele e di amori difficili, un bianco-etero-democratico incontra un nero-gay-repubblicano, è facile intuire che possano succederne di tutti i colori. Se poi i due compari in questione sono anche amici per la pelle, hanno il leggero difetto di menare le mani, la tendenza del tutto involontaria a finire nei guai fino al collo, e la predilezione a farsi giustizia da soli, la miscela può risultare esplosiva. Se infine dietro alla tastiera c'è uno scrittore di razza del calibro di Joe R. Lansdale, la speranza di divertirsi un po' è più che ben riposta.
Dunque in questi giorni post-ferragostani, ma non solo, può valere la pena dedicarsi a un buon romanzo di genere, in questo caso il noir, ovvero parte di quella cosiddetta narrativa di intrattenimento (del resto la narrativa in generale non dovrebbe sempre "intrattenere"?) così bistrattata dalla "cultura" italiana, ma la cui importanza letteraria è ormai sdoganata e riconosciuta a livello internazionale, tranne che in Italia, succubi della sindrome da cultura "alta" di manzoniana e dantesca memoria. Ma questa è un'altra triste e annosa faccenda. Dicevo, dei romanzi di Lansdale.
Attenti a quegli altri dueLa serie di Hap & Leonard conta ormai sette libri, usciti nell'arco di una quindicina d'anni, ovvero (nell'ordine):
  1. Una stagione selvaggia
  2. Mucho Mojo
  3. Il mambo degli orsi
  4. Bad Chili
  5. Rumble Tumble
  6. Capitani oltraggiosi
  7. Sotto un cielo cremisi
e sono ben rappresentativi dello stile unico e della concezione del mondo dello scrittore texano, una visione che coniuga il cinismo con la poesia, la durezza con l'amore, la violenza con l'ironia, un po' come la sua letteratura prende corpo da un misto di generi che spaziano dal noir all'horror, dalla fantascienza al western, dal giallo al romanzo di formazione, non di rado molti di questi insieme. Insomma, per comprendere l'unicità di Joe R. Lansdale bisogna leggerselo, anche nei suoi altri romanzi come In fondo alla palude o La sottile linea scura.
Attenti a quegli altri dueTornando dunque al ciclo di Hap & Leonard, i romanzi hanno una sorta di cronologia interna per alcune vicende dei protagonisti che segue l'ordine di pubblicazione, ma le trame sono autoconclusive, per cui non si perde troppo se non li si legge in sequenza. Personalmente ne ho letti quattro (2, 3, 4, 5) dei quali la mia preferenza va senza dubbio a Mucho Mojo e a Il mambo degli orsi (che sarebbe comunque meglio leggere in quest'ordine, il perché non ve lo dico). Ma se vi capita in mano un Lansdale qualunque, e se il genere incontra il vostro gusto, buttateci un occhio, difficilmente vi deluderà. Insomma, la penna è appuntita. Ci si diverte parecchio e spesso ci si ritrova anche a ridere. Chiedere di più a un libro a ferragosto è un delitto.
I due incipit:
"Era luglio e faceva caldo e io stavo interrando piantine e l’idea dell’omicidio manco mi passava per l’anticamera del cervello.
Tutti i lavori da roseto sono brutti, tipo fare innesti, o scavare, ma interrare è un lavoro buono per i peccatori all’inferno.
È nel pieno dell’estate che bisogna farlo. Funziona così: ti danno questa manciata di piantine e tu le prendi e sospiri e ti giri a guardare tutto il roseto, che va da dove ti trovi tu a un qualche posto a est della Cina, e ti rimbocchi le maniche, e ti chini, e infili le piantine nei filari, un po’ distanziate. Non ti tiri più su se proprio non ci sei costretto, perché altrimenti non finirai mai. Tieni la schiena piegata e continui a interrare, seguendo il filare polveroso, sperando che prima o poi riuscirai a dare un taglio alla tortura, anche se pare che non succeda mai, e ovviamente il sole del Texas dell’Est, che alle dieci e mezzo di mattina è come una piaga infetta che lascia colare pus fuso, non migliora le cose."
(Mucho Mojo)
"Quando arrivai da Leonard, la sera della vigilia di Natale, sullo stereo di casa sua c’erano i Kentucky Headhunters a tutto volume che cantavano the Ballad of Davy Crockett, e Leonard, come per una sorta di celebrazione natalizia, stava appiccando il fuoco ancora una volta alla casa accanto.
Mi auguravo che avesse smesso di farlo. La prima volta l’avevo aiutato, la seconda volta l’aveva fatto per conto suo, e ora eccomi presente alla terza, in macchina. Il tutto avrebbe avuto un’aria dannatamente sospetta, quando fossero arrivati gli sbirri. Qualcuno aveva già telefonato. Molto probabilmente erano stati gli stronzi da dentro la casa. Lo sapevo perché potevo sentire le sirene in lontananza.
Il ragazzo di Leonard, Raul, era sulla veranda, con le mani conficcate nelle tasche dell’impermeabile, a osservare l’incendio e il pestaggio che avvenivano poco distante; era agitatissimo, come un predicatore metodista in visita che si e appena reso conto che il capofamiglia si è pappato l’ultima coscia di pollo fritto."
(Il mambo degli orsi)
Mucho Mojo e Il mambo degli orsi, di Joe R. Lansdale (Einaudi Stile Libero)

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