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Attenti, sono tornati i morti viventi

Creato il 24 aprile 2012 da Albertocapece

Attenti,  sono tornati i morti viventiMassimo Pizzoglio per il Simplicissimus

Imubis
Nella religione egizia, Imubis era il dio dell’incertezza, del doppio, dell’inganno.
Prima divinità dell’Oltretomba, come recitano i “Testi delle Piramidi”,era il dio protettore del XVII nomos dell’Alto Egitto il cui capoluogo, Khasa, venne chiamato, in epoca ellenistica, Tangentopoli ossia “Città degli inquisiti” per il culto che vi veniva celebrato.
Aveva numerosi titoli che coglievano i vari aspetti della complessa natura del dio, tra i quali:
“Colui che presiede il Consiglio dei Ministri”
“Colui che è sulle montagne” intendendo le montagne ove erano scavati gli ipogei o Monti.
“Colui che compare, viene smentito, scompare, ma poi te lo ritrovi lo stesso”
“Colui che è nelle bande” intendendo le bande finanziarie, ma dall’oscuro significato.
Nel primitivo culto zoolatrico, Imubis era raffigurato come un porco dal pelo rossiccio, con grandi orecchie e lunga coda, ma a partire dal Nuovo Regno veniva rappresentato con il corpo di uomo e testa di professoressa piemontese, chiamata poi genericamente testa di sciacallo, per identificare così l’animale che si nutre di carognate e quindi strettamente connesso alla morte.
Quindi la comune immagine di questo dio altro non era che un geroglifico indicante la “natura e le caratteristiche” della divinità e non certo il nome.
Le divinità ibride con testa di porco erano diverse e ne citiamo tre: Imubis, Irap e Khitamentyu (protettore dei bugiardi).
Genesi
Imubis veniva definito nei “Testi delle piramidi” come quarto figlio di Rag. generato con la dea Hesattory, dalla testa di vacca.
La dea Fowr-nher, anche conosciuta come Kebh-ast-ard ossia “Colei che strangola i poveracci”,i era considerata la figlia di Imubis e qualche volta la sorella.
La sua paredra era la dea Inps avente anche lei per simbolo il porco ed un centro di culto sempre nel XVII distretto dell’Alto Egitto.
Ruoli nella mitologia
Protettore della sacra terra dei banchieri, aveva il compito di accompagnare il lascito del defunto davanti al tribunale supremo degli dei, così come narrato nel “Libro dei morti”, illuminando il cammino con la B-ce tenuta nel palmo della mano. In questo caso diveniva la forma sincretica del dio Anas, che significa “Colui che apre la strada” ed era anche assimilato all’altra divinità Khitamentyu ossia “Colui che è a capo di tangentopoli”.
Come rappresentato in alcune tombe del Medio Regno della necropoli tebana, Imubis appare chinato sul defunto con lo scettro rituale sk-an-ner detto “Grande rapina” il cui scopo era quello di controllare il testamento.
Ebbe anche un ruolo importante nel mito di Napolitanide del quale imbalsamò le spoglie, su ordine di Dragh, facendone così la prima mummia e divenendo quindi il dio protettore dell’imbalsamazione.
Gli stessi imbalsamatori erano suoi sacerdoti e quello che presiedeva ai riti funebri indossava la maschera nera con le sembianze del dio, divenendo egli stesso la personificazione della divinità.
Partecipava inoltre alla psicostasia ove conduceva il defunto nella “Sala delle due verità” e ne pesava il portafoglio assieme al dio Phaz che come scriba ne registrava la pesatura.
Nel Libro XI de Le metamorfosi di Apuleio si trova la testimonianza che il culto di Imubis durò, a Roma, almeno fino al XXI secolo d.C.
La più antica rappresentazione di Imubis è in una tavola risalente al sovrano Aha della I dinastia nella quale veniva anche citata la festività collegata al dio che veniva inizialmente rappresentato solo come porco dalla lunga coda e con uno scettro sekhem posizionato posteriormente in un contribuente.
Durante il Nuovo Regno veniva rappresentato anche nei sarcofagi. Resta notevole testimonianza il reperto del tesoro di Tutankhamon ove il dio doveva assolvere il compito di pignoratore degli arredi funerari e sempre con scopi apotropaici la sua effigie compariva nei sigilli giudiziari delle tombe reali e nobiliari.


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