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Attenzione! questo post contiene mammismi

Da Maxdejavu

ATTENZIONE! QUESTO POST CONTIENE MAMMISMIDopo un periodaccio di clausura dovuta a febbre e/o brutto tempo stiamo finalmente uscendo (in tutti i sensi) con l’avvicinarsi della primavera. In realtà non lo voglio manco dire che poi mi porto male da sola. Comunque un po’ di aggiornamenti sulla casa Dejavu son necessari, un po’ per voi, un po’ per me che non c’ho gli occhi per piangere né il tempo di scrivere da qualche parte la magia (!?) di ‘sto periodo:

  1.  La fascia che ho acquistato in rete si è rivelata assai utile. La schiena te la spezzi solo se percorri una distanza di circa 3 km, che è giusto quella per arrivare al parchetto, ma vabbè… A Nano Puzzolone piace essere portato in giro (non avevamo dubbi), ma una volta al parco vuole essere liberato. Nana fa la brava e mi tiene la mano. Se non fosse per qualche vecchio rincoglionito over 70 che, invece di starsene a casa a bere il semolino, imperversa per le strade investendo i passanti sulle strisce. No dico, se c’hai le cataratte… che ca@@o guidi ancora??? E ti deve anche venir da piangere che hai quasi sterminato ¾ di famiglia!? Ma viene da piangere a me, che mi son finalmente decisa a uscire e il primo giorno vado a beccare il cieco di Sorrento proprio io? Mi son pure convinta che fosse un segno del destino che è meglio se me ne sto a casa, che ogni volta che usciamo tentano di investirci! E mi son fatta violenza a non chiedere alle rune di che morte dobbiamo morire! Amen! Ormai pure mia figlia c’ha il terrore delle macchine. Traumatizzata a vita!
  2.  Ieri sera ho provato a fare altri biscotti (stavolta avevo preso gli ingredienti delle macine o biscotti vattelappesca ma siccome avevo le gocce di cioccolato mi son detta… cambiamo va! Tanto le macine sono meglio in versione taralli!). Ho fatto l’errore di chiedere al Dejavu di rompermi le uova (nel paniere) nell’impasto – un po’ come faceva mia madre che mi stressava in continuazione con la scusa che aveva le mani impastricciate e io le dicevo parafrasandola Iun u ten e uold u ammanden (e come lo traduco mo? Il senso sarebbe… lo devi fare tu o lo devo fare io? Amici pugliesi aiutatemi con la vostra interpretazione!). Dicevo dunque… in seguito all’aiuto di Max ho trovato nell’impasto man mano che davo forma ai biscotti (ma proprio fino all’ultimo eh!) tracce di guscio d’uovo… che poi, la colpa è mia che non li ho visti quando li ha versati! Eccerto! Vabbè, comunque non sono venuti male stavolta, soprattutto perché avevo tutti gli ingredienti! A parte il guscio d’uovo, che dà quella croccantezza in più.
  3.  Nano puzzolone, quello che tutti dicono essere un tranquillone, un lollone, un tenerone… etc. si sta rivelando essere degno fratello di Nana. Insomma i geni quelli sono! Da quando gattona, sta in piedi e tenta passetti… non c’è più pace in casa Dejavu (non è che prima ce ne fosse, ma almeno di lui mi fidavo, ecco!):
  • Ho messo una barricata davanti al camino con passeggino, sedie, ciclomotori, divano… lui riesce a superare la trincea e a trionfare con le mani in pasta nel carbone e cenere che manco quando avevamo la gatta Zip avevo di ‘ste preoccupazioni.
  •  E’ riuscito a scucire buona parte dei miei lavoretti di pannolenci con le sue manine così precise che non sbagliano un colpo.
  •  Quando cade su quelle chiappette non fa una piega e si rialza, gli cadono i tavolini addosso, i carrellini della spesa, ma se lui ha scoperto qualcosa di nuovo, neanche si scompone e continua a giocare, magari con la fronte arrossata dalla botta.
  •  Il salotto sembra un campo di battaglia, direi che è normale, peccato che sia la prima cosa che vedi quando entri. (Ah, beate case di una volta che avevano l’ingresso, luogo che tante volte ho ritenuto un inutile spreco di spazio vitale.)
  •  Il pomeriggio non dorme più, mentre Nana ancora sì, e sempre con l’ausilio del mio neo da accarezzare (mannaggia a me e a quando le ho concesso questa cosa con la scusa che poverina, ho smesso di allattarla!) . Per cui ormai l’ho finita seduta al suo capezzale, mentre Nano devasta la cameretta (e ancora non so come faccia ad addormentarsi quell’altra… ), poi non contento esce dalla stanza e mi fa capolino dal corridoio, va in bagno e torna con le papere del bagnetto, sorridendomi. Perché è lì che sta la cornutaggine: il sorriso. Lui ti risponde col sorriso ogni volta che gli dici NO! Ogni volta che lo scopri a fare pasticci. Oppure piange in maniera spropositata se gli togli qualcosa di mano. La pediatra me lo diceva… signora vedrà, il maschio la intorterà come e quando vorrà. Sì? E la femmina ci mangia gli spaghetti in testa. Stiamo a posto direi. Anzi, alla frutta.

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