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Attività Didattica: ho un Problema Con Chi Ne Parlo

Creato il 04 novembre 2010 da Maestrarosalba

Le età di passaggioE' proprio vero, ci sono età che segnano quasi il passaggio del cambiamento durante la crescita. Nel caso dei bambini di classe terza  Primaria da un'età ancora bambina ad un età delle prime consapevolezze. Lo si capisce dalle frasi, dai commenti, dal modo di parlare più saggio dei bambini.
I loro primi tentativi di affermare i principi, di trovare soluzioni, di trovare il  giusto equilibrio. Sono belli proprio per questo  loro vedersi ora davvero, proiettati nel futuro, farsi le loro idee. A volte si capisce da come parlano che tentano di applicare le idee della mamma o del papà. A volte sono ispirati dai principi che avete cercato loro di dare. In questi anni con i mie alunni mi rendo conto di aver passato tanto tempo a parlare con loro, di libertà individuali, di crescita umana e personale, di stare bene con gli altri e con se stessi. E non ci sono ricette se non parlare col cuore.
Saper parlare dei propri problemiMi sono chiesta  se dovessero avere un dubbio, un problema, sono abituati a pensare, che i problemi si devono esplicitare per poter essere risolti?Non è una domanda posta sull'onda emotiva e contingente. E' una domanda che ogni educatore dovrebbe porsi di fronte ai bambini o ragazzi che gli vengono affidati. Di fronte ad un problema i bambini sanno chiedere aiuto, sanno raccontare ciò che da loro fastidio o li mette in ansia?
In realtà la domanda vera come educatori è: abbiamo abituato i bambini ad esprimere i dubbi, li abbiamo incoraggiati in questo? O non abbiamo magari minimizzato o a volte addirittura deriso dicendo che non si trattava di problemi veri?
Un compito per cominciare a parlare delle proprie preoccupazioni
Ho comiciato con questo spirito ad invitare gli alunni a parlare sempre dei loro problemi, dei dubbi, delle ansie con gli adulti del quali si fidano.Con questa traccia:Ho una preoccupazione ne parlo con .............  Perchè?
Ho chiesto agli alunni di inserire al posto dei puntini la persona con cui ne parlano, e spiegare perchè scelgono la mamma o il papà, oppure la maestra. La maggior parte dei bambini ha messo al posto dei punti uno dei genitori o entrambi.
Due elaborati significativi:

Io quando ho una preoccupazione ne parlo con i genitori. Perchè loro mi aiutano a risolvere il problema che ho, mi possono aiutare, fare coraggio, e anche perchè io devo avere fiducia in loro. A me un giorno è capitato che la maestra mi ha sgridato. Io quando sono arrivata a casa ho riferito tutto ai miei genitori, loro mi hanno detto che a volte capita e che non mi dovevo proeccupare. In quel momento io mi sono sentita più tranquilla. (Chiara)

 

Attività Didattica: Ho un Problema Con Chi Ne ParloIo un giorno avevo un problema. Ne ho parlato con i miei genitori, quando lo dico a loro mi sento sicura che mi ascoltano e che mi aiutano a risolverlo. Una volta la maestra mi ha minacciato che mi metteva la nota se continuavo a chiaccherare. Io mi sono un po' offesa e l'ho detto ai miei genitori "Mamma, papà, oggi la maestra mi ha minacciato di mettermi la nota!" I miei genitori mi hanno detto: "Perchè?" Io ho risposto: "Perchè stavo chiaccherando!" I miei genitori hanno detto: "Allora la maestra ha ragione!" Allora io ho capito che i miei genitori avevano ragione. E anche la maestra. (Sofia)


A questa età le preoccupazioni sono principalmente quelle della scuola, delle amicizie, la famiglia specie se divisa. Dubbi, perplessità che inevitabilmente possono anche influenzare il rendimento scolastico. Senza fare ipotesi catastrofiche occorre predisporsi all'ascolto e cogliere i segnali che i bambini mandano. Essere ascoltati e accolti nell'esprimere le piccole e grandi preoccupazioni è un diritto dei bambini che va esercitato anche a scuola.
L'italiano occasione per parlare ed esprimere emozioni e sentimenti.
Ad esempio proprio con attività di questo tipo dove all'italiano si unisce il parlare di se stessi, dei rapporti con gli altri, riconoscere le persone affidabili che possono aiutarci ad esprimere le emozioni. Ciò non è estraneo alle attività didattiche, anzi queste ne beneficiano in termini di valore aggiunto proprio per la possibilità che offrono di aprire canali comunicativi privilegiati dove il bambino si sente sicuro  di poter esprimere qualsiasi dubbio e di trovare altrettanta risposta.
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