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Atto Senza Parole e altri testi

Creato il 17 aprile 2011 da Sabato83

Atto Senza Parole e altri testi

Nel cercare di mettere in scena il concetto filosofico dell’assurdità dell’esistenza, il teatro dell’assurdo vede spettacoli teatrali che il più delle volte sono incomprensibili. Di questo filone fa parte lo spettacolo messo in scena al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli a cui ieri sera ho assistito. “ATTO SENZA PAROLE e altri testi”, di Samuel Becket, con la regia di Pierpaolo Sepe. Atto senza parole, un testo che già di suo è difficile da comprendere se non con una preparazione anticipata, diventa ancora più incomprensibile in questa rivisitazione. La visione del regista, va ad accentuare l’assurdità che già accompagna questo testo, con testi aggiunti che in fondo non hanno testa ne coda, anche se interpretati in modo esemplare dai quattro attori che si alternano sul palco. Questo viene messo in evidenza in modo particolare dai personaggi stessi, che dopo aver messo in scena il loro sketch, vengono immediatamente smontati. L’artista che vive nell’assurdità dell’esistenza e nel continuo fallimento. Ecco il concetto principale di tutto questo spettacolo.
Molto interessante l’utilizzo della scenografia e dello spazio del palco scenico con i movimenti di una grossa parete che viene spostata da destra a sinistra, e che nella sua semplicità, riesce a riempire lo spazio con l’ausilio delle luci che sopra di essa vengono proiettate.
Uno spettacolo che nella sua totalità può essere interessante, o almeno lo sarebbe a chi questo genere lo segue. Penso però che se accompagnato da un buon programma di sala, diventerebbe più comprensibile e profondo. Senza un’anticipata preparazione, è assolutamente “assurdo”.

PRESENTAZIONE La lezione di Beckett Fallire senza paura. L’irrappresentabilità dei colori dell’anima porta ad un inevitabile fallire. Anche quando, come in Beckett, l’irrappresentabile viene raggiunto e percorso. Tutto quanto viene escogitato per evitare o nascondere il fallire, è il male, ciò da cui bisogna difendersi. La convenzione, il canone, il sentire comune, il condivisibile, l’aggregante, altro non sono che allontanamenti, compromessi, paura di restare soli. Questa è la regola, questo è per me avvicinarsi a Beckett. Questi i presupposti di ATTO SENZA PAROLE; spettacolo che mi accingo a costruire insieme a quattro interpreti, capaci di restituire il disordine della disperazione ed il ridicolo che ne consegue. Personaggi senza speranza e senza redenzione, privati della retorica del dolore, armati di cattiveria e rancore, colti nell’attimo che precede la risposta, ancora nell’atto di inseguire una possibilità di dignitosa sopravvivenza, un ordine, un senso misterioso. Mortificati pagliacci, traditi da un’incomprensibile esistenza, camminano in cerchio. Come figure della pittura di Bram Van Velde, capace di fallire in modo così prodigioso, mute ad un ascolto fiaccato dai nostri giorni grigi, nascondono il loro risplendere dietro contorni apparentemente confusi; ma un cuore più attento, nel suo generoso protendersi, può arrivare ad ascoltare il canto feroce della dannazione, a scorgere le domande che non riusciamo a formulare e una luce lontana. Pierpaolo Sepe

DI Samuel Beckett | TRADUZIONI Carlo Fruttero, Franco Lucentini, Camillo Penati | REGIA Pierpaolo Sepe | ATTORI Tommaso Bianco, Benedetto Casillo, Gigi De Luca, Franco Javarone | SCENE Francesco Ghisu | COSTUMI Annapaola Brancia D’Apricena | MUSICHE Francesco Forni | DISEGNO LUCI Luigi Biondi | DRAMMATURGA Francesca Manieri | DIRETTORE DI SCENA Clelio Alfinito | MACCHINISTA Mario Febbraio | FONICO Carmine Pierri | SARTA DI SCENA Maica Rotondo | DATA 16 aprile 2011 | TEATRO Nuovo Teatro Nuovo


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