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Attraversando il Perù – 4 – Paracas-Nazca

Creato il 28 ottobre 2015 da Nictrecinque42 @LositoNicola

Lunedì 31 Agosto 2015, Paracas.

Non c’è niente da fare: anche oggi sveglia antelucana perché, a detta della nuova guida locale, il programma della giornata è intensissimo. Non ci resta che abbozzare e, giusto per potere scattare qualche foto ricordo della location hollywoodiana dell’hotel che ci ha ospitato per una notte, ci alziamo persino qualche minuto prima dell’orario stabilito. Con le foto e il filmato a mo’ di prova inconfutabile, potremo sempre raccontare agli amici che in quell’albergo ci abbiamo passato diversi giorni conducendo una vita da nababbi…

La prima meta della mattina è il porto di Paracas dove, insieme ad altri gruppi di turisti, prenderemo un battello veloce che ci porterà alle Isole Ballestas, una famosa riserva naturale di diverse specie di uccelli (pellicani bruni, sule variegate, cormorani peruviani, cormorani dalle zampe rosse, sterne) e di fauna marina (otarie, pinguini, leoni marini) che qui convivono senza darsi fastidio l’un l’altro e dove non è permesso ai turisti di mettere piede. C’è cibo per tutti nel mare e a farne le spese sono soprattutto i pesci piccoli. Non essendoci spiagge ma solo scogliere rocciose gli uccelli devono sostare sulla terraferma per cui il suolo è ricoperto dei loro escrementi che arricchendosi di azoto vanno a formare il guano, un fertilizzante molto potente che viene raccolto ogni dieci anni ed esportato in tutto il mondo, rappresentando così una notevole fonte naturale di reddito per il Perù.

Da segnalare e fotografare, prima di arrivare alle isole Ballestas, sulla penisola di Paracas, il notissimo candelabro, un geroglifico di origine sconosciuta:

Candelabro_de_Paracas

Sul suo significato intrinseco ho letto varie interpretazioni che però sono solo ipotesi: a) faro per i naviganti, b) sagoma di cactus, c) costellazione della croce del Sud. Essendo inciso in un terreno sabbioso sorge spontanea la domanda: come mai nel tempo non si è mai ricoperto, scomparendo così alla vista? Il candelabro, a detta della guida, sfruttando gli agenti atmosferici del luogo, si auto-pulisce e perciò, da secoli, rimane inciso nel terreno. Per la stessa ragione non scompaiono le altrettanto famose Linee di Nazca, create dall’uomo (forse) nell’antichità e che vedremo nel corso della giornata. La spiegazione scientifica più accreditata è questa: essendoci una notevole escursione termica tra il giorno e la notte, all’interno dei solchi tracciati e induriti la pressione atmosferica produce un mulinello d’aria che asporta l’eventuale polvere sabbiosa che si è depositata lì durante il giorno.

In mezz’ora di navigazione con un mare non proprio calmissimo e un vento pungente, arriviamo alle Isole Ballestas e subito le macchine fotografiche e le videocamere di noi turisti entrano in funzione tutte in contemporanea: in effetti ciò che appare davanti a noi è uno spettacolo decisamente fuori del comune. Ogni punto di queste isole rocciose è un soggetto degno di essere immortalato: anch’io cerco di darmi da fare più che posso anche se il mare è agitato e il battello ondeggia parecchio. Mentre la guida spiega in più lingue ciò che stiamo vedendo, tutti cercano di inquadrare gli uccelli sia fermi che in volo, il piccolo pinguino in cima a una collina, le otarie nere in acqua ma marroni quando dormono sulle rocce, il poderoso leone marino, un gruppo di cormorani in volo radente in perfetta formazione: insomma questo luogo è il paradiso agognato da fotografi sia dilettanti sia professionisti dove scattare centinaia di foto da far vedere agli amici o da vendere a riviste specializzate.

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Islas_Ballestas_Paracas_Peru

Le macchie bianche sulle rocce visualizzano molto bene la produzione di guano…

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Dopo un recente terremoto, l’isolotto sulla destra è ciò che resta della roccia che lo univa alla sporgenza sulla sinistra formando il cosiddetto “castello” visibile in una vecchia foto scaricata da Internet:

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Sul versante di sinistra della collina quella macchia nera altro non è che un colonia di cormorani a riposo!

Cormorani in formazione

Ecco un gruppo di cormorani in uno spettacolare volo radente sincronizzato!

Tornati a riva, un po’ congelati ma molto soddisfatti, riprendiamo il pulmino e ci dirigiamo verso Nazca. Durante il percorso, di tanto in tanto, incontriamo degli agglomerati di casupole, unico segnale di vita nel deserto, e poi una cittadina che si chiama Ica:

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Qui vediamo per la prima volta dei curiosi taxi a tre ruote variamente colorati:

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Non lontano da questa cittadina si trova l’Oasi di Huacachina che compare al viaggiatore alla stregua di un miraggio nel bel mezzo di un deserto:

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Oasi Huacachina

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Salire su queste colline sabbiose è faticosissimo: a ogni passo fatto il piede affonda e scivola indietro. Quindi 200 passi in salita equivalgono a quasi il doppio, oltretutto percorsi in pieno sole… Per un turista grassottello e sedentario come me arrivare in cima a una collina di quel tipo è un’impresa memorabile accolta con applausi da buona parte (magra) del gruppo che era già lì da un pezzo!

A termine dell’escursione pranziamo in un buon ristorante dell’oasi e subito dopo riprendiamo il viaggio in pulmino. A pochi chilometri da Nazca ci fermiamo a un belvedere (Torre Mirador, una piattaforma metallica alta una decina di metri) nel deserto dove è possibile ammirare un paio delle famose Linee di Nazca tracciate tra il 500 a.c. al 500 d.c. dagli antichi abitanti della zona. Nella foto che segue ci sono le mani (a destra) e l’albero (a sinistra).

Linee Nazca2

La foto aerea non rende bene l’effetto grafico di queste famose linee, ma nel filmato allegato le potrete osservare meglio.

Dopo questa breve sosta siamo di nuovo in movimento diretti verso la meta finale della giornata: Nazca in una foto d’archivio aerea.

PanoramaNazca

E’ quasi sera quando arriviamo in città e così, avendo ancora un po’ di tempo, la guida ci porta a visitare il Museo Didattico Antonini costituito da un italiano e che adesso è anche sede del Centro Italiano di Ricerche Archeologiche Precolombiane:

 

Museo Antonini

Qui vediamo diverse tombe e mummie oltre a oggetti di uso comune prima che Colombo scoprisse l’America:

Museo Antonini_Mummia

Museo Antonini_Mummia1

Museo Antonini_Tazza1

e un antico e ancora funzionante acquedotto (Acquedotto di Bisambra):

Museo Antonini_Acquedotto

Dopo quest’ultima interessante visita, finalmente raggiungiamo l’hotel Nazca Lines:

Hotel Nazca Lines

dove mangeremo e andremo subito a dormire, per nulla attratti dalle splendide e curate piscine che abbiamo intravisto dalle finestre delle nostre camere. Oggi abbiamo visitato luoghi e guardato cose memorabili macinando più di 200 chilometri: l’allegro gruppo, sebbene affaticato, non può certo lamentarsi…

Chi desidera approfondire la conoscenza di questa parte del nostro viaggio in Perù, può cliccare sull’immagine seguente che porta al filmato del giorno:

Mappa Paracas-Nazca

Arrivederci alla prossima puntata!

Nicola

Crediti: alcune foto aeree le ho scaricate da Internet, ma la maggior parte sono state scattate da mia moglie o da me. Il filmato, come sempre, è un condensato di lunghe riprese realizzate con una buona videocamera Canon. La parte di video relativa alle Isole Ballestas risulta un po’ mossa non perché mi tremava la mano, ma perché eravamo su un battello e il mare non era molto calmo…

Occhiolino


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