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Austin 2013: ottava vittoria consecutiva del cannibale vettel

Da Postpopuli @PostPopuli

a cura della Redazione

Ultimi scampoli di un mondiale 2013 di Formula 1 già deciso dal cannibale Sebastian Vettel, confermatosi campione del mondo. E ad Austin, in Texas, la musica non cambia: tedesco ancora una volta vincitore, per l’ottava volta consecutiva. Per Seb continua la caccia al record di primi posti in successione (9), detenuto da un mito come Alberto Ascari, ma intanto quello di Michael Schumacher nel 2004 (13 vittorie in stagione) è agguantato.

vettel austin 2013 AUSTIN 2013: OTTAVA VITTORIA CONSECUTIVA DEL CANNIBALE VETTEL

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PROVE. Che la sinfonia Red Bull fosse ancora una volta nell’aria si era già capito dalle prove, con il tempo mostruoso del pluricampione, strappato in extremis al compagno Webber. Dopo l’australiano, terzo posto per Grosjean davanti ad un sempre più sorprendente Hulkenberg, quindi Hamilton e Fernando Alonso. Un sesto posto incoraggiante per lo spagnolo, vista la carestia recente di piazzamenti e il colpo alla schiena rimediato ad Abu Dhabi, ma soprattutto per dare la caccia al secondo posto nel mondiale costruttori, distante 11 lunghezze (dalla Mercedes). Difficile pensare ad un supporto brasiliano in gara, visto il 15° tempo di Felipe Massa, trasformatosi in 13° per le retrocessioni del duo McLaren. Per il sostituto di Raikkonen (operatosi alla schiena) Kovalainen, un ottavo posto.

GARA. Vettel vola in testa, mentre Webber perde due posizioni a favore di Grosjean e Hamilton. Alonso si mantiene settimo, preceduto da Perez. Neanche un giro e Sutil va fuori pista: subito safety car in pista. Si riparte al giro 5. La Red Bull scappa via e l’unico a tenere un buon ritmo è Grosjean. Dietro è lotta tra Webber ed Hamilton, con il primo che rompe gli indugi alla tornata 13, conquistando la terza posizione con un bel sorpasso all’esterno.

Alonso non riesce a girare bene, perdendo terreno da Perez, che però si ferma per il primo pit al 23° giro, dopo le soste di Kovalainen, Massa e Button, tra i primi a fermarsi. Il degrado gomme sembra più alto del previsto, con le temperature drasticamente rialzate dopo il freddo dei primi giorni, ed inizia così la girandola generale dei box.

Il leader cambia le gomme quando il vantaggio su Grosjean è oltre i sette secondi. Rientra in pista ed è subito giro record, con posizioni invariate a seguire: Grosjean, Webber, Hamilton, Hulkenberg e Alonso.

Un gran premio avaro di emozioni, che regala poco spettacolo causa la difficoltà di effettuare sorpassi sui lunghi curvoni che caratterizzano la pista americana. Se Vettel continua a mantenere un vantaggio consistente, è il secondo posto a diventare l’obiettivo umanamente più raggiungibile: se lo contendono Grosjean e Webber, con l’australiano in rimonta. La Ferrari spagnola è l’unica a garantire qualche sussulto, come al giro 45, quando Alonso sorprende Hulkenberg sulla salita in fondo al rettilineo, portandosi quinto. L’asturiano tenta la caccia anche ad Hamilton, arrivandogli sotto, ma senza riuscire a passare.

Sulla bandiera a scacchi finisce così, col solito dominio di Vettel. “Che barba, che noia!” direbbe Sandra Mondaini, mai annoiato pare invece Vettel che cancella ogni record, recuperando come sempre nel finale anche il giro veloce strappatogli momentaneamente da Grosjean. Dietro al Merckx “cannibale” della F1 la gara dei terrestri premia il pilota Lotus, in costante ascesa, davanti a Webber. Quarto Hamilton, quinto Alonso che nelle curve finalI è costretto a difendersi dagli attacchi di Hulkenberg. Davvero briciole per Maranello, vista anche la debacle di Massa.

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