Magazine Cultura

Autori e web: intervista a Francesco Artibani

Creato il 19 novembre 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Internet e fumetti: gli autori nell’era social era un articolo che cercava di analizzare il rapporto che scrittori e disegnatori di fumetti hanno instaurato con la Rete, sotto il profilo della comunicazione e del rapporto con i propri lettori.
Abbiamo deciso di proseguire quel discorso interpellando i diretti interessati, in una serie di interviste volte a riflettere sui diversi utilizzi del web da parte degli addetti ai lavori del mondo del fumetto. 

Francesco Artibani nasce a Roma nel 1968. Inizia a collaborare con la Disney nel 1991, sceneggiando numerose storie per “Topolino”, PKNA, PK2, MM, “X-Mickey”, “Witch”, “Kylion” e “Monster Allergy”.
Fuor di Disney ha scritto storie per “Lupo Alberto” e due miniserie per la Marvel. Ha inoltre collaborato in qualità di sceneggiatore, supervisore e story editor con alcuni cartoni animati italiani quali “Lupo Alberto”, “Sopra i tetti di Venezia”, “Tommy & Oscar” e il recente “Le straordinarie avventure di Jules Verne”.
Dopo una pausa dal fumetto Disney di alcuni anni, dal 2011 è tornato su “Topolino”, creando storie di rilievo come Moby Dick (disegni di Paolo Mottura), “Zio Paperone e l’ultima avventura” (disegni di Alessandro Perina), “Topolino e la promessa del gatto” (disegni di Giorgio Cavazzano) e, a luglio 2014, Potere e potenza, la storia che segna il ritorno di PK nelle edicole italiane.

 

Perché “esistere sul web” è una cosa utile e/o importante per un autore di fumetti del 2014? E come va sfruttata la potenzialità della Rete perché sia fruttuosa?

Autori e web: intervista a Francesco Artibani   web Topolino PK Francesco Artibani
Autori e web: intervista a Francesco Artibani   web Topolino PK Francesco Artibani
Esistere sul web è importante a condizione che si esista anche nel mondo reale. La rete è certamente un’ottima vetrina utile più alla promozione e all’accrescimento del proprio ego e dell’autostima che non alla vendita reale del proprio lavoro. Ci si fa conoscere, ci si può creare un pubblico ma di fatto i fumetti – quando si vendono – sono ancora fatti di carta. Ci troviamo senz’altro in un momento di passaggio importante in cui probabilmente si definirà la sorte del fumetto per i prossimi anni ma questo momento di passaggio si sta rivelando un po’ lento, probabilmente perché il fumetto e il suo linguaggio non hanno ancora trovato la loro definizione e la loro specificità in una nuova realtà governata da regole diverse. Secondo me nessun autore nato nel ventesimo secolo ha ancora scoperto le reali potenzialità della Rete. Le notizie, gli eventi e a volte i fatti passano ancora dai cari, vecchi uffici stampa e il fatto che le comunicazioni viaggino via posta elettronica non rende il tutto automaticamente più moderno. Viviamo in un intermezzo interessante, questo è indubbio, ma chiamarlo “futuro” mi pare eccessivo.

Autori e web: intervista a Francesco Artibani   web Topolino PK Francesco Artibani
Autori e web: intervista a Francesco Artibani   web Topolino PK Francesco Artibani
In occasione del ritorno di PK sulle pagine di Topolino nello scorso mese di luglio, hai utilizzato il web come cassa di risonanza mediatica, condividendo su Facebook ogni contenuto relativo alla tua storia apparisse sul web e rispondendo a tutti quelli che ti scrivevano.
Come sei uscito da quel mese così impegnativo sotto il profilo delle “pubbliche relazioni online”? Quest’esperienza “intensiva” ti ha insegnato qualcosa di nuovo sulle dinamiche relazionali del web 2.0?
È stato solo volantinaggio 2.0, un’alternativa tecnologica ai depliant infilati nella buca delle lettere o sotto i tergicristalli delle auto in sosta. Mi sono divertito molto a diffondere ogni possibile notizia attraverso il mio profilo Facebook e ne sono uscito un po’ stanchino ma soddisfatto. Allo stesso tempo, in questo caso preciso, non credo di aver appreso qualcosa di realmente nuovo sulle dinamiche relazionali 2.0. Ho potuto sperimentare la portata considerevole del passaparola sulla Rete – ma con un progetto come PK si partiva avvantaggiati perché esisteva già un pubblico e l’attesa era grande (e c’era un gadget di grande richiamo).

Autori e web: intervista a Francesco Artibani   web Topolino PK Francesco Artibani
Autori e web: intervista a Francesco Artibani   web Topolino PK Francesco Artibani

Sempre per quanto riguarda l’evento pikappico, parte di esso consisteva nel sondaggio presente sul sito di Topolino per decidere il destino della Ducklair Tower. In più occasioni hai rivelato che l’idea è tua e di Lorenzo Pastrovicchio, per sfruttare la Rete come mezzo di coinvolgimento dei lettori. A cose fatte, possiamo tirare le fila per capire se il popolo del web ha risposto bene all’operazione? Le reazioni e i loro toni sono quelli che ti aspettavi di ottenere?
Autori e web: intervista a Francesco Artibani   web Topolino PK Francesco Artibani
Autori e web: intervista a Francesco Artibani   web Topolino PK Francesco Artibani
I lettori che hanno partecipato all’iniziativa, votando per la salvezza o la distruzione della Ducklair Tower, nella stragrande maggioranza hanno compreso lo spirito dell’operazione e hanno partecipato al gioco dando il proprio contributo e decidendo uno sviluppo del racconto. Poi, inevitabilmente, non è mancato chi (pochi, per fortuna) l’ha presa sul personale, sospettando brogli e altre manovre oscure per pilotare la votazione. Del resto gli stupidi esistono da sempre, non li ha inventati internet, gli ha solo dato un po’ di voce in più.

Da qualche tempo hai scelto di non partecipare più attivamente ai forum tematici relativi al fumetto Disney, di cui sei autore, e sulla tua pagina Facebook a volte critichi alcune tendenze che si creano nelle discussioni da forum.
Qual è il ruolo di queste realtà del web, dunque? Sono uno strumento utile per tastare gli umori del pubblico oppure sono solo un luogo di chiacchiericcio?

Autori e web: intervista a Francesco Artibani   web Topolino PK Francesco Artibani
Autori e web: intervista a Francesco Artibani   web Topolino PK Francesco Artibani
I forum sono uno spazio interessante e quelli dedicati al fumetto disneyano non fanno eccezione; dietro i pittoreschi nickname si incrociano veri esperti, conoscitori appassionati, persone simpatiche e curiose. Poi, come nella vita reale, anche qui c’è l’inevitabile quota fissa di imbecilli composta da ragazzini arroganti educati approssimativamente, di sapientoni ottusi, di personaggi frustrati livorosi e invidiosi o di vestali della tradizione per i quali il mondo del fumetto è finito nel 1983. Il chiacchiericcio che questi producono finisce per diventare un rumore di fondo fastidioso e allora, per quello che mi riguarda, preferisco evitare (rinunciando a malincuore a scambi anche interessanti con gli utenti normali dei forum). Inoltre sono arrivato alla conclusione che non sia corretto partecipare a discussioni riguardanti il proprio lavoro e sia giusto lasciare ai lettori la libertà di commentare senza condizionamenti di alcun tipo. Non puoi essere osservatore e oggetto dell’osservazione nello stesso tempo e quindi è sano farsi da parte. I forum sono l’equivalente del bar dello sport, dell’ora d’aria: non rappresentano nulla se non quello che mettono in scena nel momento in cui li si frequenta: non rappresentano né il mercato, né i lettori e dunque, per rispondere all’ultima domanda, vanno presi per quello che valgono.

Intervista rilasciata via mail il 7 settembre 2014.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :