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Autorità e autoritarismo. spegnere la rete, controllarla, regolarla ?

Creato il 29 marzo 2013 da Giorgiofontana
Autorità e autoritarismo. spegnere la rete, controllarla, regolarla ?Autoritarismo e rete, qualche anno fa, questi due concetti, erano antitetici, internet era nato per far circolare nel modo più autonomo possibile i pacchetti dati, la stessa architettura acentralizzata era il design perfetto per u paradigma bastato sulla libertà di circolazione dei dati. Un deputato inglese, George Galloway, fondatore di RESPECT ( Respect, Equality, Socialism, Peace, Environmentalism, Community e Trade Unionism) e noto anche per alcune discutibili performance radical chic razziste, lancia l’idea di fare pressing su Twitter per potere utilizzare questo canale come strumento di indagini di polizia.
Questo fino a boicottare la piattaformam in UK, qualora continuasse a non collabarare con la polizia in nome del ‘rispetto’ della libertà dei suoi iscritti.
In Italia il M5S sta toccando con mano le contraddizioni tra i propositi utopisti della ‘democrazia diretta’ e la sua attuazione pratica, inattuazione che sta virando verso un evidente svolta autoritaria da parte della testa pensante del movimento politico, il duo Grillo e Casaleggio, una deriva autoritaria che smentisce le premesse fondanti del movimento.
nche qui, Non mi soffermo su questo ultimo punto che è stato trattato in altre sedi, oltre che qui, con raffinate e documentate analisi da molti commentatori, come Michele Di Salvo, ad esempio, ma lo uso come ancoraggio per definire il termine di una tendenza in atto da alcuni anni attorno alla rete, al suo uso, al suo futuro, alla sua specificità. La riflessione è se i New media possono diventare strumenti al servizio dell’ordine sociale e dell’autorità.
Se la libera circolazione delle persone virtuali devo sottostare al controllo della stessa.

Che cos’è l’Autorità e che cos’è l’individuo?

Lutopia del web, perchè ormai dovremmo chiamarla in questo modo, prevedeva che la sua forma dovesse essere anche la sua modalità e anche, di concerto, il suo contenuto.
La forma del web è simmetrica a quella dell’architettura Tcp/IP, non gerarchica, nodale, ridondante e limitata solo dai suoi limiti fisici (il numero di connessioni possibili, il numero limite di attribuzioni numeriche, il volume della banda, ecc. ).
Un processo che non era più sequenziale e chiuso, ma distribuito, aperto e replicabile, chi conosceva un indirizzo a cui era associato un nodo, un disposistivo, poteva chiedere di collegarsi, in modo semplice, standardizzato e senza crittografia-
L’inizio dell’avventura, è vero, aveva inizio tra pari, pari esigenze, pari mentalità, pari cultura, tutte circostanze che non potevano che determinare un imprinting ben preciso.
La rete era la rete della conoscenza, accademica, della ricerca e della curiosità, dell’innovazione e dell’avventura.
Un romantico Buon Selvaggio, certamente.
Quando però il rich si è espanso e è entrata in questo spazio la seconda ondata, i nerd, gli appassionati di informatica, hardware, software, architetture ed elettronica, essere invece che avere, il senso del discorso è cambiato. Come gli architetti ci hanno imposto la casa come loro EGO e non come nostro LUOGO, gli informatici hanno imposto la cosa in se come obiettivo della rete, mentre la rete non era necessariamente una connessione di cavi e differenze di potenziale elettrico tra un capo all’altro del pianeta, clock e velocità di calcolo, compressione di dati e onde elettromagnetiche.
La rete era finalmente il sogno di far comunicare tra loro tante più persone fosse possibile, il mezzo era secondario, veramente secondario,
Le rete era la possibilità di creare l’uomo nuovo, la madre di tutte le utopie. e come tutte le utopie ha fallito. Per troppa libertà. Se la rete fosse un diritto naturale, non dovrebbe essere oggetto di speculazione commerciale.  Non dovrebbe essere un oggetto di cui vagheggia di uso politico e di potere. Se fosse di tutti, formalmente e sostanzialmente, nessuno, e non tutti, dovrebbe governarla.
Se la rete fosse veramente un nuovo luogo apparso improvvisamente dsal nulla, nuovo perchè senza spazio , senza i limiti dello spazio di conquista, senza la necessità di possedere ettari, città, montagne e fortezze militari, con nulla in cui si debba coltivare. distruggere risorsze, tracciare strade e rovinare il paesaggio, addirittura senza un Dio che debba evitare le guerre, le carestie e le ingiustizie, se la rete fosse quelle che effettivamente è, allora non c’è bisogno di Autorità, resta la ncessità di popolarla di individui, consapevoli di tutto questo.

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