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Autostrade, Legambiente smaschera gli sconti di Lupi “ai pendolari”

Creato il 30 gennaio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

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No, non sono sconti ai pendolari, come ha dichiarato il Ministro dei trasporti Maurizio Lupi. Una notizia passata in breve, come un flash, anche su radiocor, e presa per buona.
Dario Balotta di Legambiente svela che cosa Lupi non ha fatto sapere. Ecco il suo intervento.

Una lunga serie di incontri per dare solo briciole ai pendolari dell’automobile, con il rischio di ridurre il numero di chi lavora ai caselli e favorire ulteriormente i gestori delle autostrade, anche i meno efficienti. La trattativa si è svolta fra il Ministero dei trasporti e l’Aiscat, Associazione italiana concessionari di autostrade e trafori. L’iniquo risultato di tanto impegno è che innanzitutto per aver diritto a uno sconto, per quanto risicato e difficile da ottenere, bisogna per forza essere dotati di telepass. Effetto di questa scelta è la riduzione di posti di lavoro ai caselli.
Per aver accesso allo sconto bisognerà percorrere in un mese almeno 40 tratte, tra andata e ritorno e al massimo per 50 km. Per chi viaggia meno di 50 km il bonus diminuisce dal 20% al 10%. La soglia minima per poter pagare un ticket più basso è 10 viaggi, cioè 20 tratte, così si avrà diritto allo sconto minimo sulla tariffa autostradale.
Il marchingegno studiato per individuare gli aventi diritto al beneficio limita scientificamente, guarda caso, la possibilità di accedere alla riduzione del pedaggio.
E’ come se un pendolare del treno dovesse per forza fare 20 tratte al mese per ottenere l’abbonamento. Come è noto invece se sta a casa un giorno l’abbonamento vale lo stesso e non si riduce l’efficacia dello sconto.
Dunque in quanti avranno diritto a un biglietto più basso, una volta arrivato di fronte alla sbarra del casello autostradale?
Una prima stima fa pensare a una platea dello 0,005 per mille del totale dei veicoli. E’ solo una stima anche perché i dati di traffico non sono noti, proprio come gli investimenti, anche se i 24 gestori hanno una concessione pubblica.
Un Ministro serio avrebbe differenziato gli sconti tratta per tratta a seconda dei ritardi maggiori o minori nella esecuzione delle opere. Chi ha barato di più, lavorando male, dovrebbe restituire di più all’utente: questa dovrebbe essere la regola. Se fosse stata applicata avremmo anche saputo quali sono i concessionari di autostrade più inadempienti, tanto da meritare la minaccia del ritiro della concessione.
Questo meccanismo che chiediamo venga analizzato dal parlamento, renderà ai pendolari le briciole, lasciando intatti i privilegi dei gestori, che vengono esclusi con questa operazione da forme di verifica e controllo. Il Ministro Lupi non può pensare di cavarsela così lasciando tariffe opache con incrementi automatici che le fanno somigliare all’ultima scala mobile italiana.

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