Magazine Diario personale

Autunno

Da Selena
Ho voglia dell'autunno.
Quello dei miei ricordi friulani, un autunno che iniziava con il poco sole rimasto che scaldava poco, con i colori caldi delle foglie, con il cielo rannuvolato, le piogge, il fresco, i maglioncini, gli ombrelli. Quell'autunno delle vendemmie, e dei cibi caldi, della polenta (ok, la mangiavo tutto l'anno volendo, ma in autunno sembrava piú buona dopo il caldo estivo). Ho voglia di un autunno che nella mia mente ormai si é trasformato in una scenetta da film, quegli autunni perfetti con le foglie gialle e rosse, quei profumi caldi, che magari non ho mai vissuto o  sentito. Perché davvero non ricordo com'erano gli autunni friulani, forse, e di sicuro mi lamentavo per la troppa pioggia che dovevo sempre sopportare, per l'umiditá, e per quei sempre troppo pochi bei giorni da sole tiepido.
Com'era l'autunno?
Qui siamo ancora in maniche corte, a parte la sera che rinfresca, ma siccome io son una güiri, ossia, straniera, ho le scalmane, i calori, ma forse é ancora un effetto post gravidanza, sí, insomma, ho un caldo allucinante, che neanche Buddha che suda anche a Natale ce l'ha. Il che mi fa pensare quando in casa io gli dico di aprire la finestra e lui mi dice che ha freddo. Lui che suda anche solo respirando, in estate. Comunque, ho caldo. Il che significa che ancora giro in maniche corte, in canottiera, in pantaloncini ed infradito il 1º di ottobre. Che invidia, vero?
Invece nó! Io voglio il freddo!
Tutti mi prendono per scema, visto che il sogno generale é vivere al caldo tutto l'anno. Ma purtroppo, almeno per me, questo non é un sogno, ma un incubo. Abituata alle stagioni che cambiano, ogni anno arrivo a questa data e mi ritrovo a pensare con nostalgia al freddo. Il mio corpo ne ha bisogno. Poi magari a marzo supplicheró il caldo, ma solo perché qui il riscaldamento é un opcional nelle case, no un'abitudine.
Quando la sera me ne vado a letto e non mi addormento subito, cosa strana, ma succede anche che soffro d'insonnia, che fortunella, i miei ritmi vitali son uno schifo ormai, ecco, in quelle ore ad occhi aperti al buio ripenso al passato e mi dico che Gabi non vivrá le mie stesse esperienze. Non avrá piovosi autunni, né freddi inverni con la possibilitá di vedere la neve. Chissá a che etá vedrá la neve per la prima volta. Chissá se avrá mai l'idea di cosa sia l'autunno e il cambio dei colori della natura.
Perché per lui sará normale ció che vivo ora qui, una lunga e torrida estate, e le altre stagioni appena differenti. Ma  non di molto.
Un giorno allora dovró spiegare a Gabi cos'è l'autunno, che sapore ha, che colori ha, e forse lui mi guarderá negli occhi, ascoltandomi, come suo padre, ma senza capire il vero senso di ció che gli sto raccontando...
Ed io continueró a sentirmi il pesce fuor d'acqua!

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