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AVATAR (USA, 2009) di James Cameron

Da Kelvin
AVATAR (USA, 2009) di James Cameron
Ricordo bene che nel 1998 la rivista "Cineforum" (della quale sono fedele abbonato) dedicò l'intero numero di gennaio a Titanic, il kolossal di James Cameron che stava stracciando ogni record d'incasso: e ricordo bene che il servizio principale, l'articolo di fondo di quel numero, si chiamava "La tecnica e il cuore", riferito ovviamente alla capacità del regista di aver saputo unire (con ottimi risultati) tecnologia e sentimento. Insomma, Titanic funzionava non solo per i mirabilanti effetti speciali dell'epoca, ma soprattutto per la storia che raccontava: una storia semplice, assoluta, universale, che scaldava i cuori e riempiva i fazzoletti ad ogni latitudine... si potrebbe stare ore a disquisire se tutto questo fosse più o meno "kitsch", ma una cosa è certa: Titanic ebbe quel successo clamoroso perchè "scaldò"i cuori romantici di milioni di spettatori, che si ritrovarono inconsapevolmente sul ponte di quella nave insieme a Jack e Rose...Dodici anni dopo la storia (sembra) ripetersi. Cameron è un regista "smisurato", che trova la sua dimensione autentica nei film "bigger then life", un megalomane dalla faccia simpatica che pare essere rimasto ormai l'ultimo epigono dell'epopea degli "esagerati", un DeMille o un Von Stroheim dei giorni nostri, tanto per capirci.
E anche Avatar, come Titanic, è un film immenso, smisurato. Lo è in tutto: nella costruzione, nella realizzazione, nella direzione, nella promozione... una colossale operazione di marketing che lo ha già portato (dati alla mano) ad essere, contemporaneamente, il film più costoso e remunerativo della storia del cinema: si parla di oltre due milardi di euro incassati in ogni angolo della Terra, a fronte dei 400 milioni spesi per girarlo. E siamo appena all'inizio...Di fronte a numeri come questi, ci si sente piccini piccini a parlare "solo" di cinema, a scrivere semplicemente una recensione: Avatar è una ciclopica operazione commerciale, pensato, programmato e realizzato per fare tanti soldi nel modo più veloce possibile. Tutto il resto passa in secondo piano, è quasi inutile parlare del film perchè, paradossalmente, il giudizio del pubblico è quello che meno importa: si va al cinema a vedere Avatar perchè TUTTI lo vanno a vedere, per non essere tagliati fuori da spunti di discussione o socializzazione, perchè è il fenomeno del momento, come un vestito alla moda o un genere musicale... un po' come quando fanno vedere in tv la "prima" della Scala, dove il 90% degli spettatori è lì solo perchè "bisogna esserci", indipendentemente da quello che c'è sul palco.
Ma Avatar è un bel film? Assolutamente no. Nel modo più assoluto. E badate bene, non lo dico per snobismo o per partito preso: chi scrive ha amato alla follia altre opere faraoniche e iper-tecnologiche, come ad esempio "Il Signore degli Anelli", che univano al loro gigantismo anche uno straordinario coinvolgimento emotivo e intellettuale. Lo dico perchè alla resa dei fatti, dopo 160 minuti di straordinari e fantasiosi effetti speciali in 3D, quello che resta è davvero troppo poco... insomma, a fronte di tanta "tecnica", di "cuore" ce n'è pochino pochino. Avatar non emoziona mai, non scalda i cuori, non fa riempire i fazzoletti e, nel contempo, ti fa fare pure qualche sbadiglio: troppo didascalico nella prima parte (dove ti viene spiegato proprio tutto, cosa gravissima perchè azzera quel poco di pathos e sorpresa che avrebbe potuto esserci) e davvero banale nel proseguimento della storia: una trama scontata, trita e già rivista. Sembra di assistere ad una via di mezzo tra "Balla coi lupi" e "Pochaontas", dove si sa già tutto prima di arrivare alla fine. Una sceneggiatura (scritta dallo stesso Cameron) talmente patta da sembrare uno scopiazzamento di almeno una decina di pellicole (vedi post sotto), e che non coinvolge mai lo spettatore poichè questo sa già cosa lo aspetta... per non parlare poi dei messaggi "alti e nobili" che questo film vorrebbe lanciare (il rifiuto dei totalitarismi, la morale ecologista, la tolleranza e convivenza tra i popoli) ma che vengono banalizzati da una retorica buonista per certi versi stucchevole.
Ma, come dicevo prima, chi se ne importa? La gente si riversa a fiumi nelle sale, inforca gli occhialetti rossi e blu, sgranocchia pocorn e si diverte con le scorribande in 3D di Jake e della bella Neytiri. Piace? Non piace? Boh, tanto non è questo l'importante... a testimonianza che il pubblico ha ormai perso ogni capacità di giudizio critico e personale (e tra il pubblico, per non essere snob, mi ci metto anche io che sono comunque corso a vederlo). E' la dimostrazione di un assioma ormai consolidato: la gente va a vedere quello che gli si dice di vedere, bombardata dal marketing e dalla pubblicità. Ed è pure contenta. Questo è un dato di fatto.E, per dirla alla Pappalardo, tutto il resto è noia.VOTO: * *

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