Magazine Società

Avere pietà del prossimo e di sè stessi è più profondo di riconciliarsi

Creato il 24 settembre 2012 da Tnepd

Avere pietà del prossimo e di sè stessi è più profondo di riconciliarsi

Avere pietà del prossimo e di sè stessi è più profondo di riconciliarsi

Ciao a tutti, come va?

Vorrei riuscire a scrivere un articolo di quelli brevi in cui siano le persone ad immaginarsi tutto senza bisogno di spiegargli niente.

In molte culture si spinge molto sulla riconciliazione e la pace e  non ci trovo nulla in contrario. Ma c’è un sentimento più profondo che viene un po’ boicottato, la pietà.

Si parla di pietà quasi solo quando un guerriero molto più forte potrebbe  uccidere il rivale. Lo sconfitto chiede pietà e se gli viene concessa deve sottomettersi al vincitore.

Alcuni quando soffrono molto chiedono pietà a Dio e pregano qualche santo di intercedere per loro.

Basta, la pietà non ha quasi nessun altro utilizzo. Alcuni cercano di far provare pietà per i cuccioli di foca uccisi a bastonate. Qualcuno a volte si dice a sè stesso “faccio pietà”, e qualcuno raramente dice di un altro “fa pietà”, soprattutto nel caso di qualche artista pietoso.  Alcune prostitute   provano pietà per i loro clienti ed i loro magnacci. E anche alcune donne per i loro mariti e fidanzati.

C’era un programma televisivo, la Corrida che cercava di spingere gli spettatori a provare pietà per i concorrenti.

Ed ecco che uno si accorge che provando pietà ci si sente subito meglio, viene un po’ da ridere, ci si rilassa, ci si riconcilia all’istante, si smette di provare odio, ci si sente meglio.

Allora ecco la riflessione profonda. Nella ricerca del perfezionismo, nel tentativo di approfittarsene degli altri, di salvarsi la pelle, di realizzare un progetto, non si guarda in faccia a nessuno e si diventa egoisti e menefreghisti al punto di uccidere, distruggere, infierire.

E’ un po’ la chiave di lettura della società moderna. Si può dire che sia una società di egoisti, o al contrario senza pietà.

I buddisti usano molto il termine compassione, è quasi la stessa cosa, non mi metto a discutere la sottile differenza causata anche da problemi di traduzione e interpretazione.

La pietà è più profonda perchè  è un atto con cui si vorrebbe salvare la vita e l’anima del malcapitato. Mentre la compassione è più superficiale, un po’ come immedesimarsi nelle sofferenze altrui  rendendosi conto che tutto sommato sono tutti dei poveracci che soffrono e hanno bisogno di aiuto.

E quindi il buddismo intraprende il cammino della liberazione dalla sofferenza in quanto Budda ha provato compassione per gli uomini e cerca di insegnargli la strada per guarire dalla sofferenza.

La differenza in genere è che con la compassione si soffre reciprocamente e il più saggio cerca di aiutare l’altro, con la pietà viene anche un po’ da ridere.

Il cristianesimo pecca un po’ di mancanza di pietà. Ne viene chiesta molta a Dio, ma ne viene concessa poca, anche se alcuni cristiani, preti e santi che comunque sono arrivati a questo livello di meditazione, non mancano mai di buon umore nonostante si occupino sempre di gravi sofferenze.

Anche alcuni medici provano pietà per i loro pazienti che vedono un po’ come dei malcapitati.

La pietà quindi richiede non solo la salvezza del corpo ma anche dell’anima, anche se è un compito in ultima analisi riservato a Dio, a  cui bisogna rimettersi concedendo il proprio corpo e la propria anima, semmai con l’intercessione di qualche protettore celeste. E quindi anche nel caso  di persone per cui si vuole intercedere chiedendo pietà.

La pietà richiede la consapevolezza dei limiti del genere umano, della scarsità dei suoi mezzi, della poca comprensione delle problematiche, delle immense sofferenza determinate dalla sua ignoranza. Capita che  persone che provano pietà diano un nomignolo ironico affettuoso agli amici, anche se purtroppo a volte può offendere e quindi non si usa più.

Io che capisco qualcosina in più  sui problemi umani rispetto alla media delle persone assolutamente non so niente di niente dei misteri della vita e del disegno divino e degli uomini stessi.

Facciamo pietà ve lo confermo proprio, forse io un po’ meno degli altri, e per questo me ne accorgo molto vedendo gli altri. Ma invecchiando comunque farò sempre di più pietà anch’io e se penso all’immensità delle problematiche celesti faccio proprio schifo, pietà al 99,9999998 rispetto alla media degli altri che fanno pietà al 99,9999999.

In Musulmania il concetto di “Allah è grande” rimanda per contrario alla comprensione che noi umani facciamo pietà. Però non viene  molto approfondito, si medita sulla grandezza di Dio e poco sulla miseria del genere umano fino ad arrivare a provare pietà per sè stessi e per il prossimo.

“Mal comune è mezzo gaudio ” è il tipico proverbio che esprime il concetto di compassione e a volte pietà reciproca.

Ho già detto troppo.

La superbia uno dei vizi capitali può essere interpretata come mancanza di pietà, o anche di compassione.

La carità, l’altruismo, l’aiuto al prossimo, il volontariato, e perchè no anche il voler  bene al prossimo, lo svolgere lavori utili, e l’amore, passano sicuramente dalla compassione, ma nel momento che si prova pietà sono d’obbligo. Anche se è difficile accettare che sia così, perchè si prova vergogna di aver pietà: sembra come di degradare sè stessi e il prossimo offendendoli.

Non mi spingo oltre, sicuramente se guardo ai potenti del mondo assolutamente privi di compassione e quindi di pietà, capisco facilmente l’origine di tutti i problemi. Non è possibile governare il mondo in maniera saggia senza compassione e quindi pietà. E se qualcuno ha delle idee su come governare il mondo, per prima cosa bisogna vedere se prova pietà per i potenti, altrimenti potrebbe trattarsi di un pazzo che vuole prendere il posto di altri pazzi.

Però se penso anche ai gentiori con i propri figli, alle coppie, agli amici, nelle aziende, senza pietà non è possibile che ci sia affetto, amore e buon umore.

Un mondo senza pietà è triste, invece con la pietà si sta bene, si è rilassati, consapevoli di se stessi e degli altri, del proprio destino e si ride  in maniera non superficiale.

A un uomo che prova pietà sorride la vita, arriva  subito dal cielo qualche Santo a proteggerlo.

Mi ricordo che a 7 anni circa, in tanti bambini si stavano accanendo  su un bambino non so per quale motivo, io mi avvicinai e provai pietà per quel bambino e subito dal cielo scese un angelo a vedere cosa stesse accadendo.

Nel momento che si prova pietà succede qualcosa ancora di più profondo di quando ci si riconcilia e si fa la pace.

Anche quando si prova pietà per sè stessi.

Spesso nel momento che finalmente si prova pietà per sè stessi e il prossimo, finalmente anche Dio comincia ad avere pietà di noi.

Grazie dell’attenzione

Domenico.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :