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"Avventure della ragazza cattiva" di M. Vargas Llosa

Creato il 16 maggio 2011 da Bens
Era proprio necessario far finire così questo libro?
 Eddai Mario, sei un premio Nobel, avresti potuto azzardare qualcosa di meno mieloso, far mantenere il punto alla nina mala, lasciarla giovane e indomita, irrisolta e feroce.
La ciecità di Rochester, la follia di Fantine, l'epilogo di Sorel e il tallone di Achille, sono i difetti che hanno conferito eterna gloria alle loro cronache. La storia di una ragazza cattiva che gioca a rimpiattino con un cuore infinitamente innamorato, andava mantenuto con bastarda ortodossia, quando invece ci si è lasciati prendere dalla sindrome di Cenerentola. Le rock stars vengono seppellite a 25 anni o rimangono patologicamente catastrofiche come Keith Richards. Mario, hai equivocato una nina mala per una prostituta, il trito e ritrito desiderio di riscatto lo hai trasformato in un banale e rozzo senso di famelica cupidigia. Come ha fatto una potenziale donna libera a cedere il passo alla caricatura di una stronza arrampicatrice sociale? 
E vogliamo parlare, invece, dell'indisponente dolcezza di Ricardito? Tradito ed abbandonato troppe volte dalla nina mala , per lasciarci credere a questo amore. Posso capire l'infatuazione iniziale, ma come si può coltivare un amore per una donna tanto manchevole? Trent'anni di abbandoni, io, li chiamerei sadismo masochista piuttosto che amore malato. Ricardito è l'innamorato meno credibile mai narrato, un insensato mediocre, semplicemente inconsistente. E' capace di un amore invisibile, racconta le sofferenze per ogni muto addio della sua ragazza cattiva, ma sono parole magrissime. Racconta dei suoi tentativi di vivere una vita senza il suo grande ed unico amore blablabla, ma è solo un'attesa mascherata. Jane Austen nella sua banale linearità ha reso Lizzie Bennet più mala della nostra nina mala. Non esiste nessun reflusso femminile nelle gesta della protagonista, è solo una vagina vagante, senza civettuole malizie, nessuna conturbante tecnica seduttiva, nemmeno lo spessore mentale della donna che si fa scudo della propria ambiguità emotiva. 
Paradossalmente l'unico punto a favore di questo romanzo è il contorno, ricco e dettagliato, attento e vivace, elemento che ritrovo con piacere dopo le ultime letture striminzite (vedi post precedenti). In conclusione, "Avventure della ragazza cattiva" è una storiella passibile, senza infamia e senza lode che affonda in uno zuccheroso abisso nell'ultimo capitolo, quando anche Ricardito inciampa in un evitabilissimo cliché.
E' chiaro che io avrei scritto un libro completamente diverso? B.
PS.  è un periodo nero per le mie scelte letterarie.

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