Magazine Cultura
Di recente, mi è capitato infatti di assistere e partecipare a una discussione su Facebook riguardante l'alimentazione vegan.
Per quel che mi riguarda, non mi sono mai permessa di insultare né di perseguitare chi non la pensa come me riguardo al consumo di carne - tant'è che ho molti amici e amiche onnivori.
Certo, non nascondo che mi piacerebbe che tutti, a questo mondo, diventassero vegani o vegetariani; ma non credo che la strada migliore per perseguire il cambiamento sia lastricata di offese e di atteggiamenti aggressivi e persecutori.
Perciò mi irrito sempre molto quando apro l'home page di Facebook e la trovo costellata di insulti e provocazioni nei confronti dei veg*.
Se qualcuno scrivesse che tutte le donne sono oche e svampite verrebbe subito assalito da commenti e recriminazioni e sarebbe accusato pubblicamente di misoginia. Al contrario, chiunque può tranquillamente rivolgere ai vegan le peggiori parolacce - e noi dobbiamo pure tacere, per non fare la figura degli integralisti. Scusate, ma c'è qualcosa che non mi torna...
Così, domenica, quando apro Facebook e vedo sulla bacheca di un avvocato casalese (sic!) la scritta "Vegani di 'sto c***o" mi permetto di intervenire nel dibattito, facendo presente che non è questo il modo di relazionarsi con le persone - quali che siano le loro scelte di vita.
Il mio interlocutore, anziché comprendere (e vergognarsi un po'), rincara la dose, censura e cancella i commenti (pacatissimi) di una mia amica veg e passa ad insultarmi direttamente, definendomi come appartenente al «gotha radical merd animal chic» e insinuando (pur senza conoscermi [*]) che io ami riempirmi la bocca con parole importanti, senza fare nulla di concreto per aiutare gli animali. E' consolante saperlo, dopo le manifestazioni e le azioni contro la caccia, contro Montichiari..., dopo tutte le ore trascorse al gattile, a prendermi cura di animali che sono "figli di un dio minore" e di cui a nessuno (oltre che a noi volontarie) sembra importare...
Ora, che Facebook pulluli di gentaglia non è un segreto per nessuno e non è questo il motivo per cui ho scritto questo post. Ciò che più mi lascia perplessa è che questa persona asserisce di aver manifestato in passato per i diritti degli animali (che confusione!) e di essere un democratico.
Di nuovo i conti non tornano: se chi si definisce "di sinistra" conduce le proprie conversazioni a suon di insulti, parolacce, offese e censure e si sente infastidito da una determinata categoria (i vegan, in questo caso) solo in virtù della loro esistenza... cosa mai dovremmo aspettarci dalla destra?
Viene il sospetto che certe persone si definiscano "di sinistra" solo perché non hanno il coraggio di dichiarare come la pensano realmente (non è da tutti avere il coraggio delle proprie opinioni) o non possiedono le possibilità economiche per assurgere al gotha (mi si conceda il sarcasmo) della destra borghesotta e facile alla censura.
Comunque la mettiate, c'è di che guardarsi le spalle.
[*] In realtà, il poveretto in questione non ricorda neppure di aver cenato una volta insieme a me e al mio compagno, durante una tavolata in compagnia: eravamo seduti di fronte; lui ordinò una bistecca e noi un piatto veg - e nessuno di quelli che lui definisce sulla sua pagina "integralisti e fondamentalisti" si lasciò scappare un commento su ciò che aveva nel piatto.
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