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Azerbaigian. Colpi artiglieria armena su festa matrimonio. Baku, ‘come Khojaly’

Creato il 02 settembre 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

azerbaigian_flagdi Giacomo Dolzani

Tre persone, due donne ed un bambino, sono rimaste ferite a causa di un colpo di artiglieria, sparato dalle forze armene del Nagorno-Karabakh contro una festa di matrimonio che si stava svolgendo nel villaggio di Gapanli, situato nel distretto di Tartar, nell’Azerbaigian centro-occidentale, vicino al fronte di guerra.
Armenia ed Azerbaigian sono in lotta da oltre vent’anni per il controllo dell’altopiano del Karabakh, occupato dalle forze armene insieme ad altri sette distretti azeri circostanti in un conflitto che, scoppiato nel 1992, durò due anni e portò alla morte di 5.000 armeni ed oltre 35.000 azeri, obbligando centinaia di migliaia di cittadini azerbaigiani a lasciare le loro case e vivere come profughi interni in Azerbaigian.
L’episodio rischia di provocare l’ennesima escalation di tensione tra i due paesi, già alta a causa dei recenti scontri tra i sue eserciti nei pressi della città fantasma di Agdam, dove entrambi gli schieramenti hanno subito perdite, benché le versioni ufficiali riportate dai due governi siano discordi sui numeri.
Il ministro degli Esteri di Baku, tramite il suo portavoce Hikmet Hajiyev, ha infatti lanciato una durissima condanna nei confronti delle forze armene, parlando di violazione dei diritti umani e paragonando il gesto al massacro di Khojaly, un atto di genocidio compiuto dalle truppe di Erevan nel febbraio del 1992, durante il quale persero la vita centinaia di azerbaigiani.
Gli scontri tra i due schieramenti continuano, con più o meno intensità, da oltre vent’anni, ossia dal 1994, anno dal quale le posizioni sono rimaste praticamente congelate.
Nel novembre 2014 è stato abbattuto dalle forze azere, mente volava nei pressi del fronte, un elicottero militare dell’autoproclamata Repubblica del Nagorno-Karabakh; anche in quel caso si ebbe un degenerare della situazione che rischiò di sfociare in uno scontro armato tra i due paesi, seguito poi da una scia di vittime dovuta alle successive frequenti schermaglie.
Dopo oltre due decenni di trattative non si è ancora giunti ad una soluzione che possa riportare la pace tra i due paesi: le forze di Erevan occupano infatti una regione abitata quasi esclusivamente da armeni ma che rappresenta il 20% del territorio dell’Azerbaigian e, nonostante quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (n. 822, 853, 874 e 884 del 1993) richiedano ad Erevan di liberare l’area e consentire ai profughi azeri, scacciati negli anni del conflitto, di ritornare alle loro case, ancora non sono state implementate.
A complicare la situazione si è inoltre aggiunto l’ingresso, quasi obbligato a causa del proprio isolamento nella regione, dell’Armenia nell’Unione Economica Eurasiatica, fatto che indirettamente implica un legame a Mosca, il quale può garantire ad Erevan la protezione necessaria contro la crescente forza economica e militare azera.
Il muro contro muro ha quindi generato una situazione che sembra quasi inestricabile, con entrambe le parti arroccate irremovibilmente sulle proprie posizioni e gli sforzi dei mediatori internazionali che si sono sempre rivelati vani.

da Notizie Geopolitiche



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