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Babel (Bellinzona) /Letteratura made in Africa (x...l'Africa) /Ne hanno discusso giovani autori africani

Creato il 24 settembre 2013 da Marianna06

 

  

Bloody17

 

Dal Festival di letteratura e traduzione di Bellinzona (Babel), che ha avuto luogo giorni fa nella ridente cittadina italo-svizzera, è emerso nel corso del dibattito allargato tra giovani autori africani  (tutti appartenenti all’area francofona) ma poco conosciuti in Europa e nel mondo e che, comunque,  pubblicano nei loro rispettivi Paesi, l’ impellenza di riuscire a poter scrivere molto di più di quanto già essi non facciano, e di farlo per la propria gente.

E trovare poi una editoria locale disponibile, successivamente, a pubblicarli.

Il discorso è serio in quanto la maggior parte degli autori africani, quelli che noi leggiamo, oggi, a casa nostra, sono consapevoli di rivolgersi al mercato estero e ad un pubblico di lettori,che non è certo quello africano.

E questa è già una comunicazione,che rimanda a stereotipi cercati dal lettore. Cioè non originale in toto e che guarda in prevalenza al mercato. E , quindi, al profitto dei grandi editori.

Di contro un’Africa molto giovane, figlia delle indipendenze, acculturata per avere frequentato scuole e università come tutti, che pure esiste, domanda, e anche in fretta, stimoli culturali in proprio (leggi :  una letteratura autenticamente africana).

Ed è importante che queste letterature siano lo specchio riflettente delle culture d’origine, proprio quelle che il colonialismo occidentale aveva, con astuzia da padrone, provato a cancellare.

Solo in questo modo le giovani generazioni del continente nero potranno iniziare a costruirsi un sistema valoriale  tutto proprio, che poi si tradurrà  in un “politico” e in un “sociale”, esenti da scopiazzature esterne.

Quello che attualmente ostacola e con i quali fare i conti,  è indubbiamente il fattore economico (economie modestissime in Africa) e, pertanto, scarsi investimenti nell’editoria. E, purtroppo, in alcune particolari realtà, pure il muro della censura, molto difficile o, addirittura, impossibile da abbattere.

Resta, tuttavia, che le cose dovranno, prima o poi, di necessità, cambiare laggiù in quanto i giovani (e lo dimostra anche la vivacità dei protagonisti  dell’incontro di Bellinzona) non staranno più, e ancora a lungo, alla finestra a guardare e molti, pur apprezzando quel molto o poco di positivo che giunge dall’esterno,  vorranno essenzialmente lavorare a casa propria e per casa propria.

Costruirsi e costruire il loro futuro.

Tra i tanti scrittori partecipanti, Dorcy Rugabamba, ruandese, nel racconto “Marketplace”, pubblicato in Italia nell’Antologia di scrittori africani contemporanei (Cascio-Lugano), così stigmatizza,ad esempio, con sottile ironia, il profitto dei neocolonizzatori del “consumismo a oltranza”,gli attuali padroni del mondo, e di coloro che pedissequamente li seguono.

“Per tutto il giorno- scrive Dorcy – masse in crisi di astinenza affollano i supermercati dove luci al neon sfocate coccolano come neonati beni di consumo sempre eccezionali e sensazionali sempre in promozione… siamo condannati a un assillo senza fine che ogni giorno ci fa incappare nell’affare del secolo e vivere eternamente in uno stato di esaltazione beata… tra gli Omega 3 che promettono la gioventù eterna e forse a livello subliminale anche la gloria e la celebrità i prodotti con il bollino blu che giurano di rispettare l’ambiente i prodotti bio che giurano di rispettare l’organismo e al consumatore vengono le vertigini e si ritrova stordito di fronte a tante nobili cause e non sa più di quale yogurt sostenere la causa”.

E’ da notare l’assenza di una punteggiatura come la useremmo noi.

Nessuna meraviglia.

Me lo faceva presente anche  un amico  che, a Dakar, ha il pallino di dare la caccia a romanzi  di autori africani,  in francese ma anche nelle ligue locali, tra le bancarelle del mercato grande.

La letteratura africana privilegia il parlato  ed ecco che esso irrompe, naturalmente, anche nella scrittura.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 ndr.) Nella foto in alto lo scrittore ruandese Dorcy Rugabamba


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