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Ballarò: sugli scazzi Landini – Gasparri e Cazzullo – Annunziata (la metalmeccanica dell’informazione). E su Matteo Renzi Premier-operativo con “riserva”.

Creato il 17 febbraio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

Matteo_Renzi_crop_newdi Rina Brundu. Scintille a Ballarò tra Aldo Cazzullo e Lucia Annunziata. Secondo Aldo Cazzullo, Renzi, pur gravato da peccato originario è un cavallo energetico e vincente che verrà giudicato non per come è andato al governo ma per come avrà governato. Lucia Annunziata non ci stà: il problema dell’Italia sarebbe infatti proprio quello insito nel ragionamento di Cazzullo, ovvero la tendenza ad adeguarsi sempre ad una sorta di relativismo-etico in politica. Il problema di Renzi invece sarà il suo fallimento. Tra i due litiganti Gasparri (anche lui in studio), se l’è presa con un’incauta giornalista teutonica scandalizzata perché il pregiudicato Berlusconi si è presentato da Napolitano (che l’ha ricevuto), e ha rintuzzato Maurizio Landini che ha cominciato il suo intervento contra-signore-di-Arcore.

“Stia zitto, Gasparri! Stia zitto!” ha tuonato il segretario generale della FIOM per tutta risposta, “Se lei è contento di avere un capo che è un delinquente sarà contento lei”. Prima che venissero alle mani il navigato Floris interviene: “Landini, ma non ha ancora capito che Gasparri sta solo aspettando che lei gli dica stia zitto?”. Seduta tra i due contendenti, l’Annunziata ora zittita portava il viso sofferente di una madonna addolorata finita suo malgrado in croce tra due interlocutori indegni. E’ stato solo nel nuovo “giro” di consultazioni florisiane che la direttrice dell’Huffington Post punto it, ci ha tenuto a togliersi l’ennesimo sassolino dalle scarpe. Ignorando la nuova domanda del conduttore, si è rivolta direttamente a Matteo Richetti (PD) per confutare la sua accusa alla Stampa di morire di intellettualismo. “Io non sono un intellettuale, Richetti” ha precisato la Lucia nazionale (c’erano forse dei dubbi?), “preferisco definirmi una “metalmeccanica dell’informazione”. È giù fiumi di parole a perorare la causa dello sfascismo a prescindere, dello sfascismo-mediatico-giustificato ante-governo-formato (ma una lettura sulla concisione aforistica di Oscar Wilde, no?).

Dodici ore dopo questi straordinari scambi televisivi, e con Matteo Renzi che ha accettato l’incarico di Premier con “riserva”, non possiamo fare altro che interrogarci. Preoccupati. Interrogarci preoccupati sul destino ultimo del Paese. Chiunque abbia a cuore il suo futuro, infatti, non può non augurarsi che il sindaco di Firenze riesca nell’intento. A far sperare bene sono il metodo gestionale molto operativo (abc del Management-for-dummies), la sua indubbia furbizia (vedi l’accettazione dell’incarico “con riserva”), l’atteggiamento scanzonato e un onesto desiderio di fare bene. Di riuscire. Di riuscire, per immortalare il suo mito non quello dell’Italia. Ottimo! Non manca insomma alcun elemento precipuamente machiavelliano perché il Principe si assicuri l’ownership del suo principato.

Inoltre, come da datato manule, non mancano i nemici. A consigliare prudenza è solo l’eccessivo numero delle pericolose “comparse” che circondano Renzi. Niente di nuovo sotto il sole, naturalmente: come insegnerebbe l’altro grande-segretario fiorentino, i vecchi peccati gettano lunghe ombre e i peccati commessi da nuovo Premier in questi giorni sono indubbiamente tanti. Non verranno dimenticati. Mai!

E per noi? Per noi la quasi sicura possibilità del danno oltre la beffa con l’intellettualismo da salotto (o da metalmeccanici-di-ritorno) che  ci seppellirà!

Featured image, Matteo Renzi.


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