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BaLuba a chi? I Luba del Congo (6)

Creato il 22 agosto 2013 da Davide

L’ascesa al trono e il funerale del mulopwe (il re), dei suoi dignitari e del kilumbu sono occasioni per celebrare grandi cerimonie. Il pubblico annunico della prima gravidanza di una donna, la nascita, il matrimonio, il funerale e la fine del periodo di lutto erano tutti considerati importanti passi all’interno del ciclo rituale individuale. In passato, il primo dentino di un bimbo, la circoncisione dei ragazzi, l’iniziazione delle ragazze, il primo raccolto di una coltura agricola e le grandi cacce alla fine della stagione secca erano occasioni per riti collettivi.
Molti specialisti comunicano con gli spiriti; il capo della casa guida il culto degli antenati famigliari, prega di fronte alle loro piccole capanne nel suo cortile quando c’è un problema oppure alla luna nuova, che è il giorno degli spiriti. Tra i lignaggi che possiedono qualche lago o della terra un prete kitobo  ha l’incarico di offrire della birra agli spiriti del territorio quando sparisce la selvaggina o il pesce. Medium professionisti, sia uomini che donne, sono posseduti da spiriti potenti. Quando vanno in trance, gli spiriti parlano per bocca loro ed essi fanno divinazione e hanno il compito di scovare gli stregoni e i loro incantesimi.
Ogni malattia ha un’origine spirituale per cui è necessario un processo di divinazione per individuare questa origine. Il malato può rivolgersi agli spiriti responsabili della sua disgrazia e poi sottoporsi a obblighi rituali che sono in realzione con questi spiriti oppure si può far fare un talismano per proteggersi dal male che deriva dagli stregoni. Fino agli anni 1950 i bambini dovevano sottoporsi a un complesso rituale di iniziazione della durata di parecchi mesi, che non aveva alcuno scopo di insegnamento utilitario in senso stretto, ma solo ideologico. La circoncisione maschile (detta mukanda nell’ovest del paese e disao nell’est) era un rito collettivo di tutti i ragazzi che avevano raggiunto una certa età e seguito da una lunga reclusione in un campo fuori dal villaggio; oggi l’operazione è praticata individualmente e a caso sui ragazzi. L’iniziazione delle ragazze (butanda) era individuale e aveva luogo molto prima della pubertà dentro il villaggio; negli anni successivi la ragazza era tatuata e praticava delle manipolazioni genitali, anche con l’aiuto di speciali erbe, e sotto la supervisione di un’anziana parente (in genere la zia paterna), che avevano lo scopo di allungare le piccole labbra e di allargare la vagina. Queste manipolazioni genitali sono ancora una pratica usuale, non solo tra i Luba, ma presso una fascia di popolazioni che vanno dal Benin allo Zambia al Sudafrica.
Prima di assumere la sua funzione un capo potenziale (mulopwe) si sottopone a un test per dimostrare che gli spiriti tutelari del regno lo accettano. Il punto critico del procedimento di ascesa al trono è una reclusione di quattro giorni, durante i quali il re ha rapporti sessuali incestuosi con una parente (la madre o la sorella) e ottiene una nuova identità spirituale tramite stretto contatto con le reliquie di qualche antenato. Un tempo il nuovo re doveva essere cosparso di sangue umano per poter ottenere la,pienezza del suo status. Un capo doveva sottomettersi a molte proibizioni (tabù), per esempio non poteva toccare un lago, oppure vedere un cadavere, nè condividere il pasto con nessuno. In modo mistico, egli è responsabile del benessere dei suoi sudditi, che sono i suoi ‘figli’. Egli è un re sacro e in passato era ucciso non appena era mutilato in guerra o aveva una cattiva salute.
Alcune persone, anche se socievoli e gradevoli in vita, diventano malvage dopo la morte, per cui sono necessari riti di espulsione. In passato, la società segreta Tusanji era responsabile della neutralizzazione degli spiriti maligni, dissotterrando i loro corpi e mangiandoli ritualmente. Di solito, però, gli spiriti dei morti sono benevoli e proteggono i membri della loro famiglia che sono ancora vivi. I morti che non hanno legami con i vivi e che non danno il loro nome ai nuovi nati affondano in un aldilà più profondo e oscuro di quelli che hanno parenti, che nell’altro mondo continuano a condurre una vita simile a quella che facevano da vivi.
Al cuore del sistema religioso Luba ci sono tre categorie di spiriti: il primo sono gli antenati, che si incontrano più comunemente nel sogno di un parente, che giungono come favore per annunciare a un uomo o a sua moglie che la moglie è incinta. Quindi ci si aspetta che l’antenato protegga il feto, come ‘padrino’ del nascituro. Gli spiriti territoriali, spesso chiamati mikishi (singolare mukishi) sono responsabili dell’abbondanza di selvaggina e di pesce. Il terzo tipo di spiriti, i bavidye (singolare vidye) sono spiriti potenti in grado di possedere esseri umani. Alcune tradizioni includono un Grande Vidye, il creatore di ogni cosa, ma non riceve alcuna venerazione. La stregoneria è particolarmente temuta e condannata duramente.
Il rapporto dell’Essere Supremo con l’umanità è quella di un padre con il figlio, di un protettore con il suo protetto, cioè un rapporto di dipendenza. Per la maggior parte dei gruppi Luba Dio si rapporta con i membri di un particolare gruppo collettivamente attraverso i loro antenati. Alcuni, tra cui i Luba del Katanga, affermano un rapporto diretto individuale con Dio. Tutti i gruppi Luba vedono il rispetto della legge, l’amore per i loro compagni tribali e la solidarietà familiare come prescrizioni divine. Di regola, le richieste di Dio e quelle degli antenati coincidono, ed entrambi mirano a mantenere l’unità e la solidarietà familiare e tribale.
Gli antenati proteggono il podere di un uomo dalle minacce, comprese le calamità naturali. Gli altari per i sacrifici agli antenanti si trovano presso la casa della moglie più anziana. Gli altri poteri spirituali protettivi del marito sono anch’essi posti presso la casa della moglie più anziana: la sua casa ha il ruolo di una fortezza spirituale. Tradizionalmente nei villaggi Luba la casa della moglie più anziana fronteggia il sud, in direzione opposta al movimento dei fiumi che portano le pestilenze. L’orientamento della casa e il suo potenziamento spirituale la mettono in grado di individuare le forze pericolose e di deviarle dalla proprietà del capo di casa, proteggendo così i membri della famiglia dalle calamità.
Sia uomini che donne possono diventare Bilumbu o veggenti, anche se si dice che le donne veggenti superassero gli uomini in passato e, in effetti, avessero grande reputazione ed immensa influenza, ma oggi, per via dell’influenza dei missionari cattolici e della colonizzazione belga, il numero dei Bilumbu maschi supera quello delle donne. Le Bilumbu femminili erano possedute da famosi eroi del passato, portavano in giro asce e lance e agivano nel modo più mascolino possibile, dato che il loro corpo era abitato da eroi guerrieri. I Luba in genere considerano le donne più adatte alla possessione spiritica degli uomini.
Fin dall’inizio del regno Luba, le donne hanno giocato un ruolo chiave. Il re è sposato a parecchie donne e la madre del re e la prima moglie hanno delle posizioni speciali a corte, in quanto importanti consiglieri del re e sono trattate come sovrane. Il titolo della madre del re o di un capo importante è ‘la nascosta’, che indica il suo ruolo segreto come il principale consigliere del re. Possiede una residenza fuori della corte e in passato non poteva mai essere vista in pubblico. Quando si spostava era coperta da una stoffa e trasportata dai nobili del re. Chiunque cerchi un posto di funzionario o un altro vantaggioso privilegio fa dei doni alla madre del re, perché è la più vicina a lui. La prima moglie è più visibile e, oltre ad avere la responsabilità di fornire eredi, spesso agisce da sovrano in sua vece quando lui è assente. Ella appare in tutte le cerimonie pubbliche e saluta gli ospiti nella residenza reale. I visitatori le mostrano rispetto inginocchiandosi a terra e strofinadonsi della polvere sulla fronte. La più importante funzione della prima moglie è quella di preparare il pasto del re, secondo delle regole severissime. Sia l’acqua che il fuoco per cuocere il cibo sono sacri e molto pericolosi da maneggiare per via del loro potere magico, solo lei può maneggiarli con sicurezza.
Le sorelle e le figlie del re giocano un ruolo chiave nell’incoronazione e sono inviate come diplomatici nei regni vicini. Formano delle alleanze, talvolta sposando re e capi importanti. Dopo la loro morte queste donne sono ricordate e spesso raffigurate in effige scolpite negli scettri reali e nei troni sostenuti da cariatidi femminili. parecchie di queste antenate sono diventate leader importanti anche in prima persona. Nella religione Luba i medium erano e sono quasi tutte donne. Come profetesse, risanatrici e custodi di luoghi sacri segreti esse votano le loro vite ai grandi spiriti della devozione Luba. Se uno spirito accetta una donna come suo medium, allora lei diventa per tutta la vita la guardiana dei particolari diritti e regole di quello spirito e della foresta sacra, lago, caverna, montagna, o fonte termale che abita. Poiché gli spiriti Luba appaiono spesso come gemelli (ricordando i primi giorni del regno di Nkongolo, il Re Arcobaleno, quando tutti gli esseri umani erano gemelli) le medium spesso vivono a coppie. Nell’arte le medium sono spesso viste schiena contro schiena o a braccetto come gemelli su scettri, troni e poggiatesta.
I più importanti medium femminili erano chiamate Mwadi ed erano l’incarnazione dei re Luba. Fino a poco tempo fa si credeva che quando un re Luba moriva, il suo spirito prendeva possesso del corpo di una donna. Questa donna viveva allora nella residenza del defunto re e si prendeva cura degli emblemi reali: il suo scettro, i poggia archi, le figure ancestrali, ecc. Il nuovo re stabiliva la sua residenza reale altrove, ma offriva doni alla Mwadi per onorare il re defunto nel vecchio villaggio, ora chiamato una capitale fantasma. In questo modo, la memoria di ogni re era focalizzata in un particolare luogo del paesaggio. Una Mwadi ereditava tutti i nobili del re defunto e ci si riferiva a lei come re. Quando lei moriva, un’altra donna del suo lignaggio la sostituiva, così il suo titolo era trasmesso attraverso le generazioni. Le Mwadi possedevano un grande potere politico. I Belgi trovavano molto difficile capire come queste donne spirituali potessero essere leader. Questa pratica è sopravvissuta fino agli anni 1980, quando l’ultima Mwadi è morta, e non è stata sostituita a quanto ne sanno i Roberts (pag. 42).
Le donne giocano ancora un ruolo chiave nella vita politica e sociale Luba. In ogni distretto le donne hanno posizioni cerimoniali e amministrative come consigliere, e medium. Nelle città congolesi e all’estero, le donne Luba sono commercianti e donne d’affari di successo. Frequentano l’università, perseguono carriere professionali, occupano cariche istituzionali, e giocano ruoli importanti nella maggior parte della vita contemporanea.
Secondo le credenze Luba una persona non nasce bella, ma lo diventa durante la vita. Una donna si fa bella con cosmetici, gioielli e altri modi che i Luba considerano attraenti e spiritualmente piacevoli. Ottenere la perfezione fisica rispecchia l’ideale di perfezione morale nella società Luba. Il concetto Luba di bellezza e potere si può vedere illustrato dalle sculture della loro madrepatria, che mostrano immagini femminili. I Luba credono che, in quanto capaci di partorire, solo le donne sono forti abbastanza da portare dentro di sé e nutrire potenti spiriti e la conoscenza segreta loro associata. Una donna non nasce con la capacità di contenere uno spirito, però. Il suo corpo deve essere preparato per questo compito attraverso la scarificazione e pettinature eleganti. Una donna o una scultura femminile in questo modo può attrarre uno spirito a prendere dimora dentro di lei. La scarificazione è un tipo di operazione con cui vengono praticati dei tagli sulla pelle e della cenere è strofinata sulla ferita. I Luba trovano i disegni formati dalle cicatrici che ne risultano piacevoli al tatto e alla vista. I vari disegni e schemi danno informazioni sulla storia della donna, famiglia, luogo d’origine, status sociale ecc. (segue, bibliografia alla fine).


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