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Bambini all’aria aperta? Si anche quando fa Freddo!! E si ammalano meno!!

Da Lefashionmama @lefashionmama
Bambini all'aria aperta by LeFashionmamaBambini all’aria aperta by LeFashionmama

Volete che il vostro bambino non si ammali? Fatelo giocare all’aria aperta, anche quando fa freddo!

Chissà quante volte, nel vedere fuori brutto tempo e, in particolar modo, le temperature molto basse, avete evitato di uscire all’aria aperta con i vostri figli per timore di farli ammalare.

In questi casi, infatti, meglio tenerli al calduccio no? Lontani da minacce esterne e da quel freddo micidiale che rischia di far venire un malanno a chiunque, specie ai bambini. Meglio “proteggerli” e lasciarli al calduccio.

Eh no, invece no. Nulla di più errato. Ovviamente non vi stiamo dicendo di fare l’esatto contrario in qualunque caso, ma sappiate che i bambini, all’aria aperta, corrono molti meno rischi infettivi di quando si trovano, invece, in locali chiusi. Inoltre respirano un’aria di sicuro migliore dell’aria che vi è negli ambienti chiusi!

A sostenerlo è Susanna Esposito, direttore della UOC Pediatria 1 Clinica dellaFondazione Policlinico di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP), che nasce dalla volontà di un gruppo di medici esperti  in infettivologia pediatrica con l’intento di perseguire e allargare gli interessi della Società Italiana di Pediatria (SIP) in quest’ambito.

Se i bambini vengono ben coperti e portati fuori all’aria aperta, infatti, hanno minori possibilità di essere esposti agli agenti infettivi rispetto a luoghi chiusi, come per esempio le scuole o quant’altro, dove gli agenti infettivi di quanti ne hanno restano più a lungo.

Dice infatti l’esperta:

“Con l’arrivo delle temperature fredde, i genitori hanno paura di lasciare i figli all’aria aperta, perché temono per la loro salute. In realtà, se ben coperti e portati fuori nelle ore centrali della giornata, hanno minori possibilità di essere esposti agli agenti infettivi di quante ne hanno se rimangono a lungo in luoghi poco areati. Infatti, i contatti ravvicinati con altri bambini o, più in generale, con i soggetti malati, sono una delle principali modalità di trasmissione delle malattie infettive…”

Il miglior modo di proteggere il bambino, dunque, non è quello di tenerlo in casa o in qualche luogo chiuso al calduccio, ma quello di farlo uscire a patto che sia vestito adeguatamente: mai dimenticare il cappello, una sciarpa e dei guanti se le temperature sono davvero molto molto basse.

Questo è molto importante perchè coprire orecchie e gola può prevenire l’insorgere di otiti e bronchioliti, molto frequenti in questa stagione.

Per il resto, i bambini hanno solo bisogno di essere solo un po’ più coperti di quanto si veste, invece, una persona adulta. Questo perchè duranti i primi anni di vita, i bambini hanno una minore capacità di termoregolazione.

Volendo prestare attenzione seguendo altri piccoli accorgimenti, il consiglio è quello di arieggiare le stanze della vostra casa almeno una o due volta al giorno.

Inoltre bisogna evitare il contatto con soggetti malati, inclusi parenti anche di età adulta con sintomi respiratori modesti.

Ci si ammala non tanto perchè fuori fa freddo, più perchè a causa del freddo ci barrichiamo in casa o in ambienti chiusi, magari accendendo pure i riscaldamenti che, già da soli, possono irritare le mucose respiratorie.

Pensiamo dunque alla scuola per esempio: trenta bambini che respirano in un’unica classe chiusa, magari con i riscaldamenti accesi, rappresentano una vera e propria bomba infettiva.
Un errore comune è quello di considerare il bambino “malato” solo quando ha la febbre. La febbre, infatti, è solo un sintomo e non una malattia, e non è affatto vero che con la febbre non si possa uscire fuori di casa. La febbre, infatti, febbre non è un’emergenza e non si abbassa con gli antibiotici, ma somministrando un antipiretico.

Quando il bambino ha la febbre, al massimo, non deve andare a scuola, ma è sbagliato dire che non può uscire. Inoltre, il bambino non dovrebbe andare a scuola anche le sue condizioni generali, al di là della febbre, non sono ottimali: ovviamente sta al genitore capire se sia il caso di mandarlo a scuola o meno.

La febbre non è una malattia, ma un “sintomo” che deve fare il suo corso

Quando il vostro bambino ha la febbre, dovete lasciare che questa faccia il suo corso. La febbre, infatti, è un processo biologico naturale e non deve essere vista come una “malattia” da guarire nell’immediato.

La febbre è uno stato patologico temporaneo che comporta un’alterazione del sistema di termoregolazione ipotalamica e una conseguente elevazione della temperatura corporea al di sopra del valore considerato normale (circa 37 gradi Celsius per gli esseri umani in condizioni basali).

L’aumento della temperatura corporea viene causato da sostanze che si liberano durante la produzione delle difese naturali ed è esso stesso uno dei meccanismi attraverso il quale l’organismo del bambino si difende quando viene aggredito dall’esterno da un virus o da un batterio, che prediligono una temperatura più bassa: il corpo, con l’innalzamento della temperatura, viene infatti reso più svantaggioso per gli organismi invasori.

Bene, tradotto in termini ancora più semplici, la febbre è un’ottima difesa per l’attacco da parte di virus e batteri, una “cura” del tutto naturale che deve fare il suo corso per poter difendere il nostro organismo.

Ergo, quando il vostro bambino ha la febbre non fate scattare subito il campanello d’allarme e non imbottitelo di farmaci. Piuttosto, consultate il medico se la febbre prolungata e se è associata, per esempio, a tosse e dolore toracico.


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