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BAMBINI SOLDATO E DONNE STUPRATE: IIL RUANDA è SEMPRE SENZA FUTURO

Creato il 17 agosto 2010 da Madyur
BAMBINI SOLDATO E DONNE STUPRATE: IIL  RUANDA è SEMPRE SENZA  FUTURO

Capita a volte di arrivare in un paese , in cui sembra di vivere giornate primordiali , e di età che sono scomparse. Uno di Questi Paesi è la Repubblica Democratica del Congo , l’ex Zaire , un mattatoio vasto come l’Europa.

Il direttore del Centro di recupero per bambini soldato, Murhabazi Namegabe anticipa quello che avremo visto “ Siamo alla preistoria qui”. Subito viene agalla con un adolescente smilzo che comincia a raccontare la sua storia e capisci che la mente umana è capace di qualsiasi cosa.

Ci troviamo a Bukavu , nella provincia Sud del Lago Kivu, al confine con la Ruanda.

“I bambini hanno tutti imparato a uccidere, stuprare, mutilare. Sono dei selvaggi quando arrivano. Provengono da diversi gruppi in guerra tra loro. All’inizio , si scontrano anche qui. Dobbiamo faticare per renderli umani” dice il direttore .

Byabey ha 16 anni. A 11 anni è stato catturato , portato nella foresta, e iniziato alla guerra.

La sua educazione prevedeva che rimanesse steso nell’acqua per un’ora , o in ginocchio per tre. Gli chiedevano di cucinare e se non era buono lo rinchiudevano in una cella. Gli dicevano che tutto serviva a difendere il suo Paese , e a non sentire pietà per il suo nemico. Le regole erano chiare. Loro erano congolesi e i nemici erano ruandesi.

Tra i molti comandi a cui doveva obbedire , ne colpisce uno “Il generale ci ordinò di mangiare i nemici”.

“La carne era saporita , di più delle altre che ho provato, più buona del vitello , o dell’agnello. Ne ho mangiato più di dieci di ruandesi” racconta con naturalezza.

“C’era chi si mangiava anche la testa , l’ho provata, una volta , era buona. L’unica cosa che era vietato mangiare era il cuore” continua. “Las prima cosa da fare al nemico era strappargli il cuore, per farci le medicine. LO facevamo a pezzettini , lo condivamo con delle piante e ci facevamo una crema che ci spalmavamo sul corpo prima della battaglia. Era il nostro segreto”

“La crema ci rendeva invincibili. L?abbiamo usata tanto. Con la crema , diventavamo immuni ai proiettili. I nemici ci scappavano. Avevano paura” conclude.

Se era natoin Europa era uno studente, è nato in Congo è diventato cannibale.

E’ nato vicino al Parco nazionale Kahuzi-Biega, in luogo in cui tutto ebbe inizio. Nel 1994 gli hutu avevano massacrato 800 mila tutsi. Il dittatore Mobutu aveva sostenuto gli hutu. Quando i tutsi presero il potere a Kigali , la capitale ruandese, Mobutu aprì le porte ai fautori del genocidio. Vicino al Parco nacquero cinque campi profughi.

Gli hutu furono inseguiti per la vendetta. Le truppe ruandesi invasero e cacciarono Mobutu e si diedero allo sterminio dei loro sterminatori. Ce l’avevano soprattutto con Fdlr (Forze democratiche di liberazione del Ruanda).

E’ passato del tempo ma una cosa è rimasta : i tutsi del Ruanda continuano a svernare in Congo per uccidere gli hutu( e depredare miniere). Il risultato è la più silente ecatombe dai tempi della seconda guerra mondiale : 5,4 milioni di morti.

In questo paese muoiono 62 congolesi ogni ora , uno al minuto, 1500 al giorno , 45 mila al mese.

“E chi non muore , giorno dopo giorno impazzisce” dice un’attivista locale.

All’interno del paese esiste l’Ospedale Panzi: l’ospedale delle donne violate. Da anni il numero delle vittime è immutato “Riceviamo almeno dieci pazienti al giorno” ci racconta il direttore.Dal ’99 il centro ha curato 41 mila donne , mentre il totale nazionale supera le 500 mila. La popolazione dell’intera Basilicata , violentata. “L’habitat naturale degli stupratori è il Parco Kahuzi-Biega”.

“L’85% degli stupri è commesso dai ribelli ruandesi” dice il direttore “Stuprano la donna in dieci, a volte la seviziano con i fucili , a volta con bottiglie rotte. Sembrano animati dal desiderio di distruggere il nostro popolo”.

Molte donne sono ricoverate con una fistola , un foro causato dal trauma, nella parete che divide la vagina dalle vie urinarie e dal tubo digerente. Molte sono incontinenti di urine e di feci , e lo rimarranno per sempre.

Una donna di 40 anniprova a raccontare “ Arrivarono una sera, all’imbrunire. Erano in tanti,più di una dozzina. Indossavano uniformi e avevano fucili. Uno di loro chiese “Sai chi sono gli assassini? Gli assassini siamo noi”. Mi portò nell’altra stanza. Mi sbatté per terra , una gamba da una parte, una gamba dall’altra”. Piange. “nella stanza accanto , con i machete, gli altri facevano a pezzi 26 persone. Sono sopravvissuta io sola, assieme a un bimbo di nove mesi , che hanno lasciato sul letto. Mia cugina era incinta, le hanno aperto la pancia, ho visto il feto sul pavimento. Sono scappata nella foresta, ho dormito lì una notte , poi sono tornata , e ho visto che gli altri del villaggi erano tornati, e che gli assassini se ne erano andati, allora abbiamo cominciato a piangere davanti a tutti quei cadaveri”.

I ruandesi sono in tutte queste storie. Sia in donne sopravvissute che in bambini soldato. Il nemico numero uno sono i ribelli ruandesi del Fdlr.

In una prigione del Congo ci sono sia uomini del Fdlr che civili normali. Non sarebbe molto logico averli nella stessa prigione. Ma il problema di questa prigione e di altre sono altri “Non abbiamo di che sfamarli” racconta il direttore. I bambini soldato del gruppo armato sono emaciati: non mangiano da cinque giorni.

Ma neanche militi mangiano.

I carcerieri hanno una pallottola in copro da raccontare. Ma L’Armée Congolaise non paga i medici , e dunque loro devono pagare da soli le operazioni. Se non paghi , muori. I militi non ricevono da quattro mesi lo stipendio di 42 dollari al mese. Si chiede come sopravvivono “Ci arrangiamo”. È la risposta.

Il mondo è presente nel Paese con missioni Onu: 20 mila caschi blu a un costo di 1,4 miliardi di dollari all’anno .

Ma quando non c’è il salario chiunque diventa bandito. Non c’è legge se hai fame.

Il popolo sa che non è cambiato nulla. Le truppe sono per combattere i ribellie per proteggere la gente . Invece rubano nei campi e attaccano le donne. Niente è cambiato.

madyur

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