Magazine Diario personale

Bambino 44

Da Gloutchov
Bambino 44 Incuriosito dal titolo di questo romanzo, mi sono immerso in un mondo davvero estraneo e interessante. La Russia di Lenin, un modo di vivere pieno di sospetti, uno stile di vita che per noi occidentali sarebbe... incomprensibile e inaccettabile.
Bambino 44 narra le vicende di un agente del Ministero della Sicurezza sovietico (l'MGB... il precursore del KGB). Siamo nel 1953. All'interno dell'MGB Leo Demidov gode di un'ottima reputazione, ma c'è chi trama contro di lui per rubargli il successo... e in un mondo che vive di sospetti, è sufficiente davvero poco per far cadere qualcuno dal proprio piedistallo. Così Leo viene condannato di collaborazionismo, perché incapace di denunciare la propria moglie di spionaggio. Caduto in disgrazia, l'ex agente riesce comunque ad evitare i gulag, e a mandare avanti una indagine che gli pesava intimamente, ovvero la risoluzione di un presunto omicidio di bambini...
La parte bella di questo romanzo è che spiazza in continuazione. In primis c'è il modus operandi degli agenti dell'MGB. Basta una soffiata per diventare colpevoli. E una volta tacciati di colpevolezza, non c'è modo di dimostrare la propria innocenza perché ciò significherebbe che "lo stato ha sbagliato", e lo stato non può sbagliare, mai! E' sconvolgente il rapporto tra Leo e Raisa, sua moglie. Lui è veramente innamorato di lei... [spoiler] lei invece lo ha sposato perché temeva di essere condannata per qualche "fantasioso motivo" se avesse rifiutato la proposta di matrimonio [fine spoiler]. E' inquietante pensare che, per vivere sereni, è meglio non ricordare i nomi delle persone che si frequentano. E' inquietante la continua regola del sospetto, che ti impedisce di avere fiducia del proprio fratello, dei propri genitori, dei propri colleghi di lavoro, delle persone che si frequentano. L'aria che si tocca con questo romanzo è davvero ricca di ansia personale. A tutto ciò si aggiunge una storia fuori dal comune, in un mondo fuori dal comune. Gli omicidi non esistono nel comunismo. Specie quelli seriali. Gli omicidi sono frutto dell'eccesso di liberalismo occidentale. Per cui... Leo è un nemico del paese perché sostiene che siano accaduti ben 44 omicidi di bambini, tutti eseguiti dalla medesima persona... questa è blasfemia.
Il libro è ben scritto. Ti incolla alle pagine e non lo si vuole mai mollare... per quanto ogni tanto ci sia bisogno di prendere una boccata di ossigeno per superare lo stato ansiogeno che viene proposto tra le sue pagine. I personaggi sono ben costruiti, ritratti con precisione e profondità. L'antagonista è odioso. Ma anche Leo non è un eroe senza macchia. Raisa induce cinicamente al sospetto. Forse solo i genitori di Leo appaiono in maniera totalmente positiva. Ma anche loro hanno degli scheletri... e che scheletri... nell'armadio.

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