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Banche dei poveri e microcredito: geniale idea di Muhammad Yunus (Quarta e ultima parte)

Da Mrinvest
Le banche dei poveri sono particolari Istituti di credito dislocati in tutto il mondo che si adoperano per prestare piccole somme senza rilascio di garanzie.

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Spesso si parla di banche dei poveri e di microcredito. Ma cosa sono? E come funzionano?
Per banca dei poveri si intende il modello di Istituto ideato dall’economista e banchiere bengalese Muhammad Yunus, il quale fondò, nel 1976 in Bangladesh, la prima banca dei poveri, la Grameen Bank (in bengalese “banca del villaggio”). Anche per questo motivo Yunus ha vinto il premio Nobel per la pace nel 2006.

Le banche dei poveri non agiscono come gli istituti di credito tradizionali, ma soddisfano sul mercato quella domanda, ignorata dal circuito creditizio, costituita da persone che richiedono somme modeste per avviare piccole attività imprenditoriali o per affrontare spese quotidiane di sopravvivenza. La finalità è quella di potere uscire dalla povertà. Tecnicamente, dunque, si tratta di operazioni di microcredito.
Le somme sono prestate sulla fiducia, senza rilascio di garanzie, perchè non potrebbero essere fornite trattandosi di soggetti poveri. I rapporti non sono burocratici né formali e sono immediati, diretti e snelli, ed inoltre i costi sono molto contenuti.

Le banche dei poveri erogano normalmente i piccoli prestiti ad un gruppo di persone, che risultano quindi debitori in solido, anche se a beneficiarne è una soltanto. Questo, per incentivare il debitore principale a restituire la somma e gli interessi (relativamente bassi), in quanto sarebbero altrimenti i vicini del villaggio a rimanere esposti per il residuo non pagato.
Al momento della scadenza sarà un incaricato della banca a recarsi nel villaggio per occuparsi della riscossione, avendo cura generalmente di colloquiare con il gruppo delle persone coindebitate.
L’effetto stigma sembra funzionare, nel senso che il debitore, pur di non creare disagi ai vicini e amici del villaggio, quasi sempre restituisce il prestito e gli interessi. Le cifre parlano chiaro: il tasso di restituzione è del 99%, da fare invidia anche alla più efficiente banca di tipo tradizionale.
Con gli utili maturati, le banche dei poveri alimentano altri prestiti in aree molto povere del pianeta, non solo spezzando il circuito tra assenza di piccoli capitali e povertà ma anche eliminando alla radice il ricorso all’usura, vera piaga di molte zone del Terzo Mondo.

L’esempio di queste banche è stato recentemente trasferito anche nei Paesi sviluppati per aiutare i “nuovi poveri”. In Italia un esempio è dato dal Fondo di aiuto sociale fiorentino “Essere”, finanziato da associazioni e imprenditori e supportato da una banca locale.
Il modello banca dei poveri conta oggi milioni di clienti in tutto il mondo e l’obiettivo è raggiungere almeno 200 milioni di famiglie povere nel pianeta.


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