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Barcelona - Manchester United. Si torna a parlare di "calcio totale" alla viglilia della finale di Champion's League.

Creato il 28 maggio 2011 da Emozionecalcio
Intro:
La rivincita che si ripropone. A due anni di distanza tornano a sfidarsi per la supremazia europea, Barcelona e Manchester United.
Due squadre che hanno mostrato il miglior calcio della stagione. In modi diversi, ma con risultati eccelsi. Un gioco "totale" per entrambe le squadre.
Gli spagnoli, giocando un calcio basato prettamente su un possesso palla Straordinario (massimo due tocchi), a basso ritmo, avvicinandosi alla porta grazie alle corsie esterne o agli uno due creati al limite dell' area. Pressing "totale" e difesa alta, quando la palla è avversaria.
Il Manchester tende a giocare a ritmi piu' alti e con più fisicità sia. Grande pressing in fase di non possesso e con piu' verticalizzazioni, col pallone fra i piedi, verso gli attaccanti che danno, profondità all' azione. Grande la fase difensiva che prevede una squadra "alta" ma con dieci uomini dietro la linea della palla.
Alla viglia di questa grande sfida, si torna a parlare di calcio totale, e della magica squadra che all' inizio degli anni settanta, incantò il mondo con una calcio straordinario, che in molti hanno cercato di replicare in seguito, ma in pochi sono riusciti ad imitarlo.
In italia solo il milan di Sacchi e il Torino di Radice hanno avuto successo con questo tipo di calcio, che prevede grande tecnica, duttilità e tattica in ogni singolo giocatore, ma soprattuto qualità atletiche e fische straordinarie.
Di Franco Rossi
L’ignoranza, specialmente quella degli italiani, è stata la causa di molti (troppi) delitti calcistici commessi in nome dell’Ajax.All’inizio degli anni Settanta la squadra di Amsterdam, fondata da emigranti greci (da qui il nome in memoria di Ajace), incantò il mondo con un calcio assolutamente nuovo, straordinario e bellissimo persino da un punto di vista estetico.Difensori in grado di giocare con entrambi i piedi in ogni settore, centrocampisti capaci di contrare, costruire e concludere, attaccanti che segnano, rientrano e ripartono.Tutti i singoli dotati di grandissima tecnica individuale messa al servizio di una squadra tatticamente straordinaria. Fuorigioco sistematico, pressing dappertutto e gli avversari non semplicemente battuti, ma stracciati e annichiliti. I successi europei di quell’Ajax convinsero molti allenatori a intraprendere la strada del “gioco all’olandese” senza accorgersi che quella strada poteva essere seguita, ma a patto di disporre di atleti straordinari bravissimi “anche” e sopratutto a giocare al calcio.Di gente simile in precedenza se ne era vista poca.In Italia c’erano stati Ferrari negli anni Trenta e Valentino Mazzola nel decennio successivo che avevano impersonificato il calciatore capace di fare tutto e farlo bene.Nel mondo l’argentino Di Stefano, l’ungherese Boszik, il brasiliano Pelè e l’inglese Bobby Charlton erano riusciti a mostrare una bravura tecnica, una duttilità tattica e una potenza atletica simile a quella degli olandesi.Ma non se ne erano mai visti tanti assieme come in quell’Ajax. Johann Cruijff era un fuoriclasse assoluto, Krol e Sourbier difensori in gradi di dettare precisi passaggi di quaranta metri come se avessero un telemetro nei piedi, Haan era in grado di fare il regista, il cursore, l’incontrista e l’attaccante con la stessa naturalezza.E così via.L’Ajax vinceva tutto e la nazionale olandese niente.PerchŠ? La domanda se la ponevano in pochi, non se la ponevano di sicuro quegli allenatori che in ogni parte del mondo (e purtroppo anche in Italia) decisero di imitare quel modo di interpretare il calcio.L’Ajax vinceva perchè aveva dei campioni che altre squadre di club non avevano. Non vinceva “solo” per il modulo.L’Olanda perdeva i campionati del mondo per un motivo molto semplice: la Germania nel 1974 e l’Argentina nel 1978 disponevano di squadre che sul piano individuale erano superiori.A parità di bravura (e anche quando il gap era minimo) vincevano gli olandesi perchè sul piano tattico erano superiori.Quando anche le individualità degli avversari erano superiori l’Olanda perdeva.Non solo per inferiorità, ma anche perchè il suo modo di giocare era a senso unico e non prevedeva variazioni tattiche. Illuminante la finale del Mondiale 74′ con la Germania.In vantaggio per uno a zero dopo un minuto (rigore di Cruijff) l’Olanda continua a giocare in attacco senza pensare a difendersi e sui contropiedi micialiali è riuscita a perdere un titolo che con un minimo di saggezza mai e poi mai avrebbe perso.In Italia le squadre che meglio hanno saputo imitare l’Ajax sono state il Torino di Radice, che in Europa non ha vinto niente perchè i suoi giocatori erano “solo” i migliori degli italiani (le frontiere erano chiuse) e il Milan di Sacchi che ha vinto ovunque, perchè con Gullit, Rijkaard, Van Basten, Baresi, Maldini,Donadoni ecc, sarebbe stato difficile anche pareggiare.Senza tener conto che non c’erano le inglesi che negli otto anni precedenti la squalifica avevano visto sette coppe campionai: quattro con il Liverpool, due con il Nottingham e una con l’Aston Villa.Franco Rossi.com

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