Magazine Cultura

BARE WIRES @ PLASTIC (London Loves) - Milano

Da Kallo

Sono diventato caporale di America's Army proprio due giorni fa. Tuttavia era da mesi che aspettavo i Bare Wires a Milano e quindi ho spento il computer e ho lasciato il comando del plotone a una manciata di utenti dai nickname poco raccomandabili come "Lt.Bormann" e "Berghof_Holiday_44".
A tutto questo aggiungiamoci il fatto che esco dalla mia prima settimana di lavoro ed il gioco è fatto...sono stanco a mille e proprio per questo devo uscire di casa il prima possibile se no rischio di addormentarmi senza ritegno. Esco alle 21.35. Il Plastic non apre prima delle 23.30. Faccio la Milano-Meda a 45 orari e mi permetto anche il vezzo di tirar giù il finestrino al grido di "faceva più freddo a Bastogne!". Quando arrivo la strada davanti al locale è ancora priva del parcheggio selvaggio che la contraddistingue. Per questo motivo mi sento in imbarazzo ad essere il primo a dare inizio alla fila di macchine abusive e quindi mi faccio un paio di giri dell'isolato in cerca di parcheggi meno appariscenti.
Grazie al cielo nel giro di pochissimo becco al bar dietro l'angolo un manipolo di amici, tra cui il mio spacciatore musicale ancora una volta responsabile della mia presenza allo show, e quindi mi sparo 4 chiacchiere in compagnia. Tempo un'oretta e fuori dall'ingresso del Plastic inizia ad accalcarsi gente, arrivano quindi altri amici e si decide di andare al cinese per una birra (che poi non prenderò) e per una toccata e fuga al bagno all'aperto del locale (e anche qui, al grido di "faceva più freddo a Bastogne!", incito il mio pirillo ad assumere forma umana e possibilmente prensile e ad uscire allo scoperto, ma probabilmente lui a Bastogne ci deve essere morto).
Insomma, tra una risata e l'altra entro al Plastic ed inizio a ciondolare sulle note dei Dj (che mi permetto di dire in simpatia che NON hanno ammazzato il rock'n'roll come si dice di questi tempi - Zamu nun te incazzà). C'è un sacco di gente a sto giro, sarà che il freddo inizia a colpire senza pietà e quindi le persone tendono a fare meno "piazza" per la strada. Poco male, si balla di più cercando di star dietro agli aerobici gesti delle due cubiste senza seni (male) ma con tanto cu..ore. Ondeggio per la sala con fare guardingo ed ecco che vedo arrivare i Bare Wires vestiti esattamente come nei loro video: il cantante/chitarrista è una specie di Joey Ramone in versione hippy e con delle camicie che potrebbero riscrivere il significato del termine "buon gusto"; il bassista sembra un bambino con un jeans rosa e dei capelli di chi sembra aver condiviso l'utero materno con Stacy Peralta; il batterista sembra il figlio di Mangiafuoco, con questa barba nero corvino e questo incedere da figlio dei fiori disilluso convertito al punkrock....insomma una band di tutto rispetto.
Salgono sul palco davanti ad una folla curiosa ed in vena di danza ed attaccano con una breve ed intensa scaletta. I volumi sono buoni, batteria, basso e chitarra sono presenti e roventi....la voce invece latita un pochino come da buona tradizione. Ho sempre pensato che il problema fosse dei locali, ma invece ora ho capito che è un problema di questo filone di band al confine con il punk, il garage, l'indie ed il surf......si fanno sparare un effetto "eco-checca" che è praticamente impossibile far uscire qualcosa di buono dalle casse....vacci a capire. Tanto è vero che tra un pezzo è l'altro il frontman dice qualche frase complessa, ma alle mie orecchio il tutto assomiglia molto ad una scorribanda del Dio Eolo per i mari del Sud.
I Bare Wires suonano davvero bene...così bene che subito dal primo pezzo il buon vecchio Mangiafuoco decide di abbassare il livello generale perdendo per ben due volte consecutive le bacchette. Noi ci spaventiamo e pensiamo siano delle ciofeche, ma in realtà è tutta una burla per aumentare la suspance. Fighi, c'è poco da dire...un mix fra i Dead Boys di "We Have Come for Your Children", i Beach Boys di "non-so-che-cazzo-fate-vobis" ed i Ramones....roba da fighetti? Ma quando? Ma dove? Ma piuttosto la domanda sorge spontanea....i fans di No Bunny dove cazzo erano? Peccato, ci deve essere qualcosa che non va, una sorta di razzismo a casaccio totalmente random....amen. Hit come "don't ever change" (fatta a tutta velocità in versione live - anche se la biondina del video speravo venisse con loro in tour cazzo), "Peculiar Julia" o "I (heart) you tonite" sono pezzi da ballo sfrenato, poche storie...ci sono più assonanze tra i Bare's ed i Queers che tra altre band che vanno tanto nel nostro piccolo ed inutile "giro".
30 minuti e lo show è finito dopo un timido bis in cui speravo facessero "Romanic Girl", ma invece vengo smentito. Riparte la musica e ripartono i balli, così sfrenati che raggiungo a fatica la minuscola postazione dietro la consolle in cui il cantante cerca di vendere qualche cosa di merch. Magliette 10 euro....no, mia mamma si arrabbierebbe se ne porto un'altra a casa....cassettina 5 euro.....poco pratica, ma simpatica....10" 15 euro....ecco magari qualcuno gli spieghi che l'euro sta crollando e non sono obbligati a fare il cambio cosi alla lettera. Alla fine opto per la cassetta e ho fatto la scelta giusta. Trattasi di un live al Burger con lato A dei Bare Wires e lato B dei Cumstains registrato in maniera a dir poco professional. Sinceramente non me ne fotte un cazzo della cassettina in sè...ma quei 5 euro sono valsi la pena solo per il mio sorriso quando ho visto la rozzezza della copertina...semplicemente idoli totali...non ci credevo (anche se poi a casa scopro che quelle che sembrano scritte a penna sono in realtà stampate su una copertina personalizzata Burger Records). Scambio due parole con il cantante che è simpatico e disponibile e farfuglia qualcosa di lunghissimo sull'italia al quale io rispondo con cenni del capo patriottici e senza senso fino a quando capisco finalmente qualcosa come "the people in this club are great and they dress so cool" al che capisco che il tipo apprezza la peluche e quindi annuisco con ancor più patriottismo. Lo saluto perchè la stanchezza torna feroce e lui è così gentile che ho paura di affezionarmici troppo...scappo via mentre la gente continua a ballare...tornare a casa alle 2.30 dal plastic senza qualche passo di danza sui Ramones mi lascia con l'amaro in bocca...poi prendo una mentina e ingrano la quarta, destinazione Brianza.
Non lasciatevi sfuggire queste band solo perchè non compaiono nella distro dell'It's Alive (che sono pure stronzi e a favore del copyright).

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :