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“Barilla affaire”

Creato il 26 settembre 2013 da Catreporter79
Giorgia Meloni: “Difendo il diritto di Guido Barilla ad essere “diverso” rispetto al pensiero unico dominante che si vorrebbe imporre nella società italiana. E nonostante gli insulti e gli inviti al boicottaggio, sono convinta che milioni di italiani che sono d’accordo con lui continueranno ad acquistare un prodotto tradizionale, apprezzato in tutto il mondo e che per l’Italia rappresenta un’eccellenza”.

Meloni sceglie la scorciatoia della semplificazione vittimistica, un “evergreen” tipico della strategia comunicativa di destra, il cui obiettivo è quello di creare una “sindrome dell’accerchiato”, retaggio del portato eroistico-superomistico proprio dell’impianto dottrinale nietzschiano-evoliano che è base e cardine della piattaforma di provenienza dell’ex vice-presidente della Camera. Vi è però anche un secondo elemento, rintracciabile nell’esternazione meloniana, ovvero l’accostamento dei “contenders” a format ed immagini impopolari, in questo caso legati all’intolleranza (il “pensiero unico” liberal, che vorrebbe mettere il bavaglio a Barilla e boicottarlo). Detta opzione prende il nome di “attacca il messaggero”.

Analizzando in modo più specifico l’oggetto della polemica, a farmi riflettere è stato il passaggio in cui Barilla dice: “facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri”. Che cosa avrà inteso, con la formula “senza disturbare gli altri”? Nell’invisibilità, senza coperture e tutele legislative? Oppure, cos’altro? Credo si tratti di un escamotage, piuttosto traballante nella sua ipocrisia, per mascherare un’intolleranza omofoba radicata e marcata, grave e pericolosa ancor più se proveniente da un personaggio pubblico e di indubbio prestigio e se collocata nel difficile segmento congiunturale che la comunità LGBT sta vivendo e sperimentando, con un’importante recrudescenza della violenza , fisica come comunicativa, ai suoi danni.

Per concludere, Barilla ha espresso, nel pieno esercizio di quelli che sono i suoi diritti costituzionali, la propria opinione, ed è di conseguenza giusto accoglierla e rispettarla. Anche chi dissente dalla sua traiettoria etica e logica ha, però, il diritto di manifestare le proprie posizioni, tramite la critica, dialettica e pacifica. Tutto qua. Non facciamone un demone ma non facciamone nemmeno un martire del libero pensiero, perché non lo è, come non lo sono e non lo erano Fallaci, Pansa o Forattini.
Jemo ‘Nnanzi



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