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Basket: l’Auxilium si affida a Charlon Kloof, il ragazzo del Suriname

Creato il 29 gennaio 2016 da Sportduepuntozero

Diversi calciatori olandesi provengono dal Suriname e alcuni di loro hanno anche scritto alcune pagine di storia del pallone. È il caso di Edgar Davids, di Clarence Seedorf; persino Ruud Gullit, pur essendo nato nei Paesi Bassi, ha origini surinamesi. In questo piccolo paese sudamericano, grande poco più di metà dell’Italia ma con gli abitanti della sola Genova, lo sport più popolare è naturalmente il calcio, mentre la pallacanestro non è quasi praticata. Anche per questo, quando Charlon Kloof confessò alla sua famiglia il desiderio di diventare un cestista professionista, i genitori e i numerosi fratelli rimasero un po’ perplessi. Ma non lo ostacolarono, anzi, e Charlon iniziò a viaggiare per il mondo inseguendo la palla a spicchi.

Prima in Olanda, poi in Spagna all’Accademia delle Canarie, rampa di lancio per l’americana Saint Bonaventure University. Un’esperienza che oggi definisce “amazing”, per il rapporto speciale tra la squadra e i tifosi e per la possibilità di vivere a contatto con grandi giocatori (come Andrew Nicholson, oggi ala degli Orlando Magic in NBA).

Charlon Kloof ha coronato il sogno del professionismo all’inizio della passata stagione, firmando un contratto con l’Istanbul DSI. Un campionato turco di seconda divisione con numeri importanti, quindi, a settembre, il trasferimento al Rethymno, nella massima serie greca. E poi la chiamata dei primi di gennaio, l’arrivo in Italia e la maglia di play-guardia titolare dell’Auxilium Cus Torino.

La storia cestistica di Charlon Kloof, nato a Paramaribo nel 1990, inizia ovviamente in Suriname. Un paese dal clima tropicale, caldo dal punto di vista meteorologico e non solo. “La gente è accogliente e simpatica” spiega Charloon, “è unita come una grande famiglia. Siamo una bella società, formata da varie culture”. Davvero tante, tra i discendenti degli antichi colonizzatori olandesi e degli abitanti di origine asiatica e africana, accompagnate da altrettante lingue e religioni.

È in questo crogiolo di etnie che Charlon Kloof ha iniziato a giocare; prima seguendo il cugino, poi lasciandosi trasportare dalla sua passione e dal suo talento. Due elementi che l’estate scorsa l’hanno portato a vestire la maglia della nazionale orange ai Campionati Europei, dopo aver anche affrontato l’Italia in amichevole a Trento. Viaggi e successo, in ogni caso, non gli hanno fatto dimenticare le origini; al contrario, come assicura lui stesso, è proprio il ricordo di queste che lo stimola ad alzarsi ogni mattina per allenarsi.

Da tre settimane è di casa al PalaRuffini, approdato a Torino in seguito alla vicenda Dyson. “Questa società ha combattuto per salire in serie A così come io ho lottato per diventare un professionista” afferma Charlon, “voglio aiutare la squadra non solo a salvarsi ma anche ad affermarsi in questa categoria. I miei obiettivi per il futuro sono migliorare individualmente per giocare a livelli sempre più alti. Il sogno arrivare in Eurolega; magari con l’Auxilium, sarebbe fantastico”.

In questo momento i gialloblu non possono ancora pensare così in grande. Con le ultime due sconfitte sono ripiombati in ultima posizione in classifica parimerito con Pesaro e Capo d’Orlando, dopo la serie di tre vittorie in quattro incontri con cui avevano chiuso il girone di andata. Importantissimo quindi il match di domenica a Venezia, che se portato a casa rappresenterebbe l’ennesima sfida vinta da Charlon Kloof, il ragazzo del Suriname.


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