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Basta cattive notizie. I giornali escano dalla zona di comfort!

Creato il 29 settembre 2014 da Assugoodnews @assunta73

E’ tempo che il giornalismo esca dalla sua zona di comfort. Lo dico per il suo bene. Perché le persone hanno già cambiato punto di vista. Io e mio marito, da ormai due anni, abbiamo scelto di non guardare più il telegionale della sera. Quando ho iniziato questo progetto e il mio cambiamento ho deciso che tutte quelle notizie durante l’ora della cena erano quanto di peggiore ci potesse essere per me. Per noi. Per nostra figlia. E non siamo gli unici ad aver fatto questa scelta.

E cosi: stop ai Tg. Sono una giornalista e so bene che si è sempre pensato che l’informazione sensazionale sia dettata dalle cattive notizie, dalle tragedie, dalla cronaca più terribile che ci fa dire “io non sto poi cosi male”. Dopo anni di questa professione ho scelto di dare vita a questo blog di buone notizie proprio perché ritengo che i messaggi da passare siano altri. Dovrebbero essere messaggi di speranza e di motivazione. I Tg dovrebbero prima di tutto raccontare storie di chi ce la fa “nonostante tutto”. Non di chi viene soffocato dalla crisi e dalle difficoltà.

E se poi diamo uno sguardo alla politica c’è da chiedersi “ma voi da che parte state?”. Sembra che l’unica cosa che conta sia distruggere le persone che arrivano a ricoprire una posizione. E badate bene, non mi riferisco a nessun partito in particolare o credo politico. Il mio è un discorso che va oltre. “Noi riportiamo semplicemente quello che accade e viene detto. Bisognerebbe dire ai politici di cambiare” potrebbe obiettare qualcuno. “I politici fanno cosi perché sanno di attirare l’attenzione. E voi, cari colleghi, lo sapete bene” rispondo io. E in ogni caso, da qualche parte bisogna pur cominciare.

Osservo la mia professione e mi chiedo: perché deve funzionare cosi?

“La gente vuole questo” mi rispondono colleghi che si occupano di cronaca, politica e attualità. Non è cosi, in realtà. Non lo è più. Io noto che tante persone cominciano a stancarsi di guardare il Tg della sera. Ascolto persone che mi dicono “leggo il tuo blog perché non ne posso più di notizie negative. Mi dai speranza”. Vedo giornali dirottare verso un’informazione più leggera, serena, positiva e motivazionale. Succede, per esempio, a Donna Moderna dove la nuova direttrice Annalisa Monfreda ha dato una sferzata positiva importante. Ci collaboro e mi hanno chiesto di cercare storie belle, ricche di speranza, di buone idee e di atteggiamento propositivo. E penso anche al sito BuoneNotizie.it che seguo spesso e che trovo stimolante o alla rubrica Buone Notizie del Corriere della Sera che abbraccia soprattutto notizie sul sociale. Penso anche a Millionaire che raccoglie storie di chi ce l’ha fatta, di chi non ha avuto paura e ci ha creduto. E poi a Cosmopolitan che spesso affronta tematiche di motivazione e felicità. In alcuni casi portano la firma di Valentina Ciannamea, straordinaria amica e collega che sta facendo un interessante percorso di coaching legato alla creatività.

Qualcosa succede. Ma dovrebbe succedere di più. Dovrebbe accadere che le prime cinque notizie di un Tg siano belle e che la prima pagina di un quotidiano sia la storia di chi riesce e può mandare un messaggio sano a tutti i lettori. Poi tutto il resto. Perchè è ovvio che la realtà va raccontata. L’attenzione, a mio avviso, dovrebbe essere su quello che si “urla”. Il karma di un Paese si misura li.

Quando esistevano solo i giornali cartacei forse le notizie negative funzionavano di più. Oggi, nell’era del web 2.0, qualcosa è cambiato e sta cambiando. Sarà perché si è notato che le notizie belle sono più virali di quelle brutte. O perché ci si muove dal basso con blog che raccontano un’altra realtà o trasmissioni innovative come Happiness On Air. O perché anche personaggi di spicco raccolgono i frutti di una vita in negativo per lanciare progetti di rinascita come la #terzametrica di Arianna Huffington. Qualunque sia il motivo qualcosa è cambiato.

E cambierà sempre di più. Perché ogni persona che decide di buttare un seme in questo marasma contribuisce a fare qualcosa.

Come affermava Gandhi

“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”

(Twittami!).

Questo dovrebbe essere il nostro impegno quotidiano. Perché sapere che c’è chi sceglie di togliersi la vita per le difficoltà ci può far dire “vedi, io sto meglio” ma anche “ok, lo faccio anche io”.

Ci avranno mai pensato i direttori dei giornali e dei TG della sera?


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