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“Basta clandestini a casa nostra” Candiani attacca Alfano e chiede disobbedienza civile

Creato il 14 aprile 2015 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Riceviamo e pubblichiamo

“Le tende il Governo le pianti in Libia, non a Varese, Como Perugia o Terni”

noi con salvini
“Siamo all’invasione e ormai da tempo non c’è più spazio per il buonismo di Alfano e Renzi: un buonismo ipocrita e interessato, peraltro perché poi emerge che alle spalle ci sono cooperative e sedicenti Onlus che lucrano su questi clandestini, portati in Italia con le navi militari. Non un solo clandestino in più deve essere ospitato in Umbria o in Italia a spese di chi tutti i giorni lavora per pagare le tasse e onestamente pensare alla propria famiglia: chiedo a tutti, amministratori in primis, la disobbedienza civile di fronte al nuovo assurdo ordine del Governo che addirittura vuole requisire strutture sul territorio umbro da destinare all’ospitalità dei clandestini. Ancora una volta con queste scelte disgraziate il Governo si presta al disegno criminale e destabilizzante dei trafficanti di persone e dell’Isis”. Stefano Candiani, vicepresidente vicario del gruppo Lega Nord a Palazzo Madama, e commissario della Lega in Umbria attacca frontalmente il ministro dell’Interno e “un Esecutivo che sta mettendo a rischio il vivere civile”. Il senatore evidenzia “il profondo senso di preoccupazione dei cittadini, il senso di paura e precarietà e la contestuale richiesta di dire no a nuovi arrivi”. “I milioni di euro che si vogliono spendere per ospitare chi è palesemente clandestino e oggi si finge profugo – continua Candiani – siano utilizzati per gli esodati, per sostenere chi ha perso il lavoro e per aiutare le migliaia di piccole e medie imprese taglieggiate dalla crisi e dal sistema creditizio”. Chiosa il senatore della Lega: “Le tende per chi sbarca in Italia il ministro Alfano le vada a piantare, sulle sponde del Mediterraneo in Libia.

Stop a TRITON (nuova veste del piano di invasione che è stato Mare Nostrum). è ora di respingere i clandestini sulle sponde africane e di pensai italiani che con redditi da miseria non arrivano più a fine mese.

 



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