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batteri e cetrioli

Creato il 29 maggio 2011 da Luci

Cominciamo!
Come da buona tradizione pipponica io parto dall’ABC, gli scEnziati perdoneranno e passeranno oltre.

parentesi statistica: alla domanda “quanti sono i regni viventi” la maggior parte della gente risponde “tre!”.

Invece no… Il mondo vivente è diviso in 5 regni, vediamoli.

1   animali (animalia): siamo noi, questo lo si sa. Le cellule degli animali sono dette “eucariote” perché hanno una membrana che divide il nucleo dal citoplasma (un po’ come delle uova di gallina microscopiche, ma fate attenzione a questo esempio, perché il rosso dell’uovo NON è il nucleo dell’uovo, è un paragone utile solo per la forma, non per la sostanza).

2   Piante (plantae): sono le mie amate piante, anche le cellule delle piante sono eucariote, ma hanno delle cose in più assai ganzette, una parete cellulare esterna (fatta di cellulosa) che le rende rigide e simili a quadratini, delle cosine verdi che sembrano tipo smarties che si chiamano cloroplasti, dove fanno la fotosintesi (non non li abbiamo, mannaggia, sarebbero tanto utili) e una specie di bolla piena di acqua e poco altro che si chiama “vacuolo”: le piante stanno “in piedi” perché il vacuolo gonfiandosi preme contro la parete che è rigida e dà il “turgore”, per questo le piante si ammosciano quando non vengono annaffiate.

3   Funghi, (fungi) che sono esseri tanto simpatici quanto buoni (a volte). Hanno anche loro cellule eucariotiche hanno anche loro la parete, ma non hanno i cloroplasti, infatti non fanno la fotosintesi, e si dicono per questo “eterotrofi”, cioè che vivono con materiale già prodotto dagli altri, come facciamo noi animali.

4   Protisti (protista) che sono organismi unicellulari eucarioti, e sono per alcune cose simili agli animali e per altri simili alle piante, ma non sono nessuno dei due. E neanche sono funghi. Un regno bellissimo, che se volete se ne parla in un altro pippone.

5   Batteri (bacteria): i nostri eroi di oggi.

I batteri sono cellule “procariote” perché non hanno una membrana che divida il nucleo dal citoplasma. Il materiale genetico è molto più semplice e consiste di un unico circoletto di DNA.
Sono sicuramente forme meno complesse delle eucariote, ma sono, in un certo qual modo, i “vincitori” della lotta per la sopravvivenza, alla faccia di chi pensa che l’uomo sia il culmine della creazione.
I batteri sono infatti antichissimi, le prime forme batteriche fossili hanno 4 miliardi di anni e i batteri sono presenti ancora oggi in ogni parte del pianeta: sono stati trovati batteri in fondo al mare, nel deserto, tra i ghiacci e perfino nelle bollenti fonti termali.
I batteri possono essere fatti in molti modi diversi e per classificarli ci si serve di alcune diverse categorie:

1)   la forma: esistono batteri rotondi come un pisello (cocchi) lunghi come un bastoncino (bacilli) a virgola (i vibrioni) a cavaturaccioli (spirochete).

2)   la tipologia di parete: esistono batteri “gram positivi” e “gram negativi”. Il signor Gram era un medico tedesco che colorò per primo col cristal violetto i batteri della polmonite. Poi notò che alcuni batteri non si coloravano e immaginò, correttamente, che doveva dipendere dalla capacità o meno della parete di far passare il colore.

3) da come si procurano “da mangiare”: esistono batteri che consumano l’ossigeno come noi, altri che invece lo temono come la peste, alcuni che usano particolari tipi di zuccheri o di aminoacidi.

esiste, in mezzo a noi, un mezzo potentissimo di diffusione batterica. questo mezzo porta in giro batteri delle più svariate specie, contamina superfici, immette batteri nell’aria, li passa, li mescola, di fatto li fa crescere.

si chiama “essere umano”. noi siamo una delle più potenti fonti di contaminazione batterica esistente al mondo.

la nostra pelle è rivestita di batteri, un vero e proprio zoo ambulante di batteri delle più svariate specie.

il nostro intestino contiene un chilo e mezzo di batteri, appartenenti a 400 specie diverse.

Il più famoso di tutti è Escherichia coli. E’ molto bellino, assomiglia a un sottomarino e vive nel tratto finale dell’apparato digerente. Senza di lui non potremmo vivere, non potremmo assorbire il cibo e saremmo preda di altri batteri che ci attaccherebbero trovando le mucose libere dalla sua rassicurante presenza.

ma c’è una cosa importante da sapere sui batteri: la loro pericolosità cambia a seconda di dove si trovano.

un batterio che se ne sta tutto buono buonino nell’intestino, se viene messo da un’altra parte diventa una iena incattivita, pericolosa e tossica, in più, essendoci in natura moltissimi ceppi diversi di E. coli, non è assolutamente detto che quello che sta nell’intestino che so, di una vacca, si trovi bene anche nel mio e non mi provochi invece una tremenda diarrea.

per questo è molto importante non contaminare il cibo con acqua sporca di materiale fecale, pena malattie assai brutte, che vanno dalla gastroenterite, alla cistite e perfino, a volte, alla meningite infantile.

che cosa deve fare un batterio per far dann0?

intanto deve entrare nell’organismo, attraverso delle “finestre” che possono essere il naso, la bocca, gli occhi, le orecchie, i genitali o l’ano. Altre porte di entrata sono le ferite della pelle, perchè la pelle integra è decisamente resistente.

una volta entrati è necessario che l’organismo fornisca le condizioni ambientali giuste, ci sono batteri che non sopportano l’0ssigeno per esempio o batteri che lo  amano in modo particolare. Un angolino tranquillo dove riprodursi è la condizione necessaria a un batterio che voglia creare altri cloni di se stesso.

Se i poliziotti del nostro sistema immunitario (i linfociti) non lo scovano, il batterio si accrescerà nutrendosi di quello che trova dentro di noi, in particolare zuccheri.

da uno ne verranno fuori due, da due quattro, da quattro otto, poi sedici e così via, il bello della riproduzione asessuata è che non devi cercare nessuno per uscire il sabato sera.

il problema non sarebbe troppo  grave se si limitassero a crescere un pochino, il problema è che come una città, quando cresce, produce rifiuti, anche le colonie batteriche producono tossine.

le tossine sono sostanze dannose per il nostro organismo, sono loro che provocano gli effetti più evidenti: un esempio eclatante è la tossina tetanica, prodotta dal clostridium tetani, che provoca la paralisi contraendo contemporaneamente un muscolo e il suo antagonista, oppure i brufoli dell’acne che sono provocati dalla lisi (morte) delle cellule a causa di una tossina prodotta dallo staffilococco aureo.

insomma, mettendo in fila questo post un po’ confusionario si può dire che:

1) i batteri sono ovunque

2) se cambiano posto possono indurre malattie anche gravi

3) i batteri producono tossine dannose per il nostro organismo

Questi tre elementi rientrano nel caso del cetriolo tedesco.

In questo caso il ceppo di Escherichia coli, produce una tossina che provoca “emolisi” cioè la distruzione dei globuli rossi.

E’ ovvio ed evidente quanto sia importante avere un livello di igiene adeguato, ma è anche altrettanto ovvio non lasciarsi prendere dalla mania.

è importante capire che non solo non viviamo in un ambiente sterile, ma che la cosa non ci aiuterebbe per nulla. proprio il contatto quotidiano con i batteri e con altri agenti patogeni di diversa natura ci  aiuta ad affrontare le malattie con un sistema immunitario pronto e reattivo.

non ha senso e non occorre vivere dentro una campana di vetro, la nostra pelle ospita batteri, il nostro corpo li contiene e li trasporta. certo, quello che sta da una parte non deve andare in un’altra, e l’instaurarsi di pratiche igieniche soprattutto ospedaliere ha migliorato moltissimo la sopravvivenza delle persone, ma non fasciamoci la testa, viviamo con i batteri da sempre e per sempre ci vivremo.

due parole, per finire, sulla famosa “resistenza ospedaliera” e i casi di “super batteri” resistenti agli antibiotici.

la vulgata porterebbe a pensare che il grande quantitativo di antibiotici usato negli ospedali crei in qualche modo delle mutazioni nei batteri che li rendono resistenti. non è così. gli antibiotici sono semplicemente dei potentissimi selezionatori.

dobbiamo ragionare con i grandi numeri dei batteri.

un batterio si riproduce circa ogni venti minuti, creando un clone di se stesso.

poichè ognuno dei due cloni fa la stessa cosa e i discendenti lo stesso, in pochissimo tempo avremo miliardi di batteri.

ad ogni riproduzione corrisponde una piccolissima probabilità di mutazione. immaginate una possibilità anche bassissima, tipo una su un miliardo.

se ho questa probabilità di uno su un miliardo che la mutazione renda il mio batterio resistente a un antibiotico e io quell’antibiotico lo uso, ne uccido tutti fuorchè uno su un miliardo, che però, trovandosi il campo sgombro dalla concorrenza si riprodurrà indisturbato, conferendo ai suoi cloni quella particolare caratteristica di resistenza.

se succede con due o tre antibiotici la stessa cosa, ecco che abbiamo NON creato MA selezionato un super batterio resistente.

questo può succedere proprio negli ospedali, perchè l’ambiente è molto più selettivo.

PS: ho trovato un sacco di filmati bellissimi su youtube più o meno a questo indirizzo, buona visione!


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