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Battuta di caccia (Jussi Adler-Olsen)

Creato il 27 luglio 2012 da Martatraverso

Battuta di caccia (Jussi Adler-Olsen)

Prima avvertenza: se come me avete scoperto i thriller scandinavi grazie a Stieg Larsson, sappiate che Marsilio ha moltissime altre frecce al suo arco. Per esempio il daneseJussi Adler-Olsen, che ha già dato alle stampe i primi due capitoli di una saga ambientata nella Sezione Q, reparto della polizia che investiga sui casi irrisolti.

Seconda avvertenza: se amate gli animali, ma proprio tanto, nel senso che arrivate a cambiare strada pur di non incrociare lo sguardo con “quel foglio A4 appeso alla fermata dell’autobus con la foto del cagnolino smarrito”, sappiate che in questo romanzo ci sono alcune scene che non vi piaceranno. Quando arriveranno, fate un bel respiro e pensate che finiscono presto. E che (ogni tanto, anche nella realtà) i buoni alla fine vincono.

Terza avvertenza: avete mai giocato a Trivial Pursuit? Va bene, questa non è un’avvertenza vera e propria. È che io non ho mai giocato a Trivial Pursuit (sì, lo confesso…) non sapevo che le pedine segnapunti fossero sei. Invece il detective Morck e il suo assistente Assad lo sapevano, e proprio grazie a questo indizio hanno riaperto il caso di un delitto compiuto vent’anni prima: un ragazzo e una ragazza uccisi nel pieno svolgimento di una partita.

A volte gli espedienti narrativi più efficaci arrivano proprio dalle situazioni in apparenza più insignificanti: una regola che Adler-Olsen ha interpretato molto bene e che va tenuta a mente da chiunque voglia approcciarsi a questo genere narrativo.

In fondo, a pensarci bene, i protagonisti di un thriller ben orchestrato sono come pedine di un gioco in scatola. La planimetria è ben definita – nel caso di Trivial Pursuit ho scoperto essere un esagono – e i personaggi si orientano in percorsi prestabiliti, in cui le pedine dei buoni e quelle dei cattivi si incontrano e si scontrano in un moto accelerato verso la casella finale.

I buoni sono in coppia, come nei telefilm americani, e proprio come in una serie poliziesca non manca la tuttofare fisicamente interessante e dalla parlantina sciolta.

I cattivi sono dichiaratamente ispirati ad Arancia meccanica, il film che un gruppo di amici  molto ricchi e altrettanto annoiati guarda da oltre vent’anni ogni volta che se ne presenta l’occasione, per poi trarre nuove idee su come condurre la battuta di caccia, che si tratti di caccia all’animale o caccia all’uomo. Una caccia all’uomo che non risparmia nemmeno chi, a un certo punto, di quel gruppo non vuole più far parte.

Chi è Jussi Adler-Olsen?

Danese, nato a Copenaghen nel 1950, ha lavorato in redazioni giornalistiche e televisive prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Nel 2007 pubblica La donna in gabbia, il primo romanzo thriller ambientato nella Sezione Q e con protagonista Carl Morck, diventando uno dei più noti giallisti danesi. I suoi romanzi sono tradotti in 36 Paesi.


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