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Baudelaire: un uomo alla deriva

Creato il 24 giugno 2014 da Lucia Savoia
Più volte su questo blog si è parlato della figura di Charles Baudelaire; ma chi era in realtà costui? Un fumatore d'oppio, un poeta o un folle?Baudelaire: un uomo alla derivaMolti critici  hanno studiato a lungo le mille sfaccettature della sua personalità, cercando di dissolvere il mistero delle sue poesie. Senza dubbio Baudelaire rappresenta una delle più grandi menti di tutto l'ottocendo, colui che più degli altri è riuscito a descrivere le tristi condizioni della società parigina .Ne "Le fleur du mal", la sua più celebre raccolta poetica, si osserva lucidamente ciò che era andato distrutto dopo la rivoluzione industriale: all'avvento della macchina, l'uomo ha perso la sua dignità e la sua personalità, diventando un burattino alienato e solo, bloccato in meccanismi soffocanti e vorticosi. In una società in cui l'unico interesse era quello di produrre ricchezze, la voce del poeta non aveva più alcun valore. Sconfortato, stanco e disgustato da quel mondo massificato e inerte, Baudelaire si sforzava di trovare una dimenzione alternativa, un posto che fosse esclusivamente il suo rifugio. Non è difficile capire la scelta di obliarsi nell'alcool e nell'oppio, vizi che la mentalità borghese retrogada e conformista condannava ed aborriva. E' dal suo desiderio di differenziarsi e di evadere che nascono i componimenti più belli, quelli in cui, come un veggente greco in preda alle convlsioni, interpreta i simboli nascosti che si celano nei profumi della Natura: la realtà nasconde infiniti mondi, che solo il poeta riesce a cogliere. Quelle stesse  "porte della percezione"  che Blake cercava di spalancare per scoprire l'infinito, per Baudelaire sono nascoste in simboli evocativi e segreti. Baudelaire: un uomo alla deriva
Più del poeta, in Baudelaire è l'uomo che cerca di trovare un ruolo, una dimensione che dia significato alla sua esistenza. A disagio in un epoca che egli sente estranea, la sofferenza, l'inquietudine, l'oscurità della sua anima trovano sfogo solo nella poesia, che diventa anch'essa osura e tetra, ma estremamente affascinante. Il male di vivere si trasforma in una discesa agli inferi, dove tutte le paure umane prendono forma. Una malvagità sì aberrante, ma estremamente autentica e per questo seducente e travolgente. Vani tutti gli sforzi di potersi librare verso dimentizioni pure; Baudelaire ricade sempre nell'oblio delle sue passioni.
Spesso anche con sagacia e ironia egli mette in ricicolo le contraddizioni di un mondo in cui i sentimenti erano svalutati, messi la bando per preferire un gretto conformismo di massa.
Nel corso di due secoli, ottocento e novecento, la società si è sviluppata, trasformata e imbruttita. Se già Baudelaire percepiva l'assensa di ogni valore, soffriva per la "perdita d'aoreola" del poeta, il secolo corrente non può che essere peggiorato. Noi deriviamo da quel mondo massificato e ipocrita, portato alle estreme conseguenze, che di valori ne ha persi molti, ad iniziare dal rispetto per la letteratura. Articolo originale di Sentieri letterari. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.

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