No compromise! Questo il motto che potrebbe accompagnare la musica del gruppo californiano (vengono dalla dura Oakland, suburbia di Frisco, un luogo dove non deve essere esattamente facile vivere).
Dopo l’esordio, Hours, e lo split di assaggio uscito pochi mesi fa in combutta con i bravi Republic Of Dreams, ritornano sulla lunga distanza pure loro con questo Lumens. Un bagliore lungo una mezz’ora circa che definire lancinante è dire poco: la virulenza e la cattiveria di “Disgust & Fate” (pezzo notevole, anche per l’originalità della struttura) lo dimostrano ampiamente. Chitarre che spesso fischiano che è un piacere, foga esecutiva al limite della follia (ci sono ex Loma Prieta in mezzo, roba tosta insomma) e voce urlata che neanche un ragazzo atterrito di fronte a un’esecuzione sommaria sarebbe capace di cacciar fuori. Va da sé che non è un disco per tutti i momenti della giornata, ma se si è nel giusto mood la voglia ti assale eccome: di spaccare il mondo, di fuggire dalla quotidianità opprimente, e tutto il resto che ben conosciamo. Lo dimostrano anche i break mostruosi di “One So Illusive”, praticamente perfetta nel miscelare polverose escandescenze post-rock con muri di suono a tratti davvero asfissianti. L’Angst non è mai stata cosi fascinosa e, come per i label-mates Republic Of Dreams, ci sentiamo di caldeggiare un tour nel nostro paese, anche per meglio saggiare lo stato delle cose di questa particolare musica, oggi.