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Benessere a 360°: Kung-fu è Budo (seconda parte)

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 29 novembre 2012  Autore: Stefano Bresciani

Benessere a 360°: Kung-fu è Budo (seconda parte)Per capire meglio lo sviluppo della ginnastica a Shaolin bisogna analizzare meglio la vita di colui che diede la svolta più importante alla storia del Tempio di Shaolin: Bodhidharma. Durante la dinastia Liang (502-557 d.C.) l’imperatore invitò dall’India un monaco buddista di nome Bodhidharma (in cinese Da-mo) a predicare il Buddismo in Cina. Prima di diventare monaco Bodhidharma era un principe di una piccola regione indiana. Questa sua appartenenza alla nobiltà è un aspetto molto importante. Infatti nel suo paese d’origine principi e guerrieri rappresentavano la casta dei kshatriya.

Ai Kshatriya veniva insegnato un  determinato tipo di Yoga mirato a rinforzare la consapevolezza dei propri movimenti, ad armonizzare il proprio soffio vitale all’interno del corpo facendo scorrere il suo flusso lungo gli organi e gli arti. Poichè all’imperatore cinese non piacquero le teorie buddiste di Bodhidharma questi decise di ritirarsi in un monastero, precisamente quello di Shaolin.

Quando arrivò al tempio vide che i monaci erano deboli e cagionevoli di salute, così decise di isolarsi in una grotta lì vicino per meditare sul problema. Rimase in isolamento per nove anni di seguito. Quando uscì dalla grotta aveva approntato delle tecniche di ginnastica e meditazione rivolte all’incremento della forza. Questo gli fu possibile grazie alla sua conoscenza dello yoga kshatriya. Pare che trascrisse queste sue conoscenze in due classici chiamati “Yi Jin Jing” (Classico della mutazione dei muscoli/tendini) e “Xi Sui Jing (Classico del lavaggio del midollo/cervello). Lo Yi Jin Jing insegnava ai monaci come recuperare la salute fisica e mutare in forza la debolezza dei loro corpi. Lo Xi Sui Jing insegnava ai monaci ad utilizzare l’energia interna (ch’i o ki per in Giappone), per purificare il midollo osseo e rinforzare il sistema circolatorio e immunitario, oltre a fornire al cervello l’energia necessaria a conseguire la buddhità o l’illuminazione.

Dopo aver praticato gli esercizi dello Yi Jin Jing, i monaci si resero conto che non solo la loro salute era migliorata ma anche la loro forza era cresciuta in modo rilevante. Quando questo addestramento fu integrato nel corso dei secoli nelle varie forme di arti marziali l’efficacia delle tecniche aumentò. A dimostrazione che le arti marziali portano grandi benefici al corpo e alla salute in genere, da molto, moltissimo tempo…

[post realizzato con la collaborazione di Luis Checcacci De Angelis]

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